Thursday, 25 April 2024

Informazione dal 1999

Cronaca, Cultura, Olbiachefu, Storia

Offerte rituali alla dea Acqua nel pozzo sacro di Sa Testa

Offerte rituali alla dea Acqua nel pozzo sacro di Sa Testa
Offerte rituali alla dea Acqua nel pozzo sacro di Sa Testa
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 11 November 2015 alle 08:30

condividi articolo:

Dal dott. Rubens D'Oriano - archeologo di chiara fama e da oltre un trentennio direttore della sede staccata di Olbia della Soprintendenza per i Beni Archeologici- riceviamo e pubblichiamo ledue foto scattate il 2 novembre scorso al pozzo sacro nuragico di Sa Testa di Olbia, unitamenteadun suo breve comunicato di opportunocommento. Si tratta di una delle ennesime manifestazioni di pseudo-rituali raffazzonati di stampo neo-pagano o new age riscontrate nel luogo, che io stesso ho avuto modo talvolta di registrarenel corso degli anni passati a svolgere attività di coordinamento nellagestione ed accompagnamento turistico dell'area archeologica. Stavolta però l'azione degli operatori neo-spiritualisti è diventata più invasiva e, a vederla in una prospettiva storico-religiosa, estrema nella sua manifestazione cultuale. Ma andiamo per ordine.

È noto nell'ambiente dell'archeologia sarda e non sarda l'impegno indefesso profuso dal dott. D'Oriano nel combattere le derive irrazionali, antiscientifiche ed anti-logiche della cosiddetta "fantarcheologia",definizione che "si applica a quell'insieme di teorie che spieganomonumenti ed eventi di civiltà del passato sulla base di assunti fantascientifici, o più semplicemente fantasiosi, in contrasto con l'archeologia "ufficiale" e tendenzialmente incompatibili con la razionalità propria di ogni discorso storico" (G. PUCCI, v. Fantarcheologia, in Dizionario di archeologia, R. Francovich e D. Manacorda curr., Roma-Bari 2000, p. 145). In particolare nella nostra bella Sardegnala fantarcheologia è dilagata dopo l'identificazione immaginaria dell'Isola con la mitica Atlandide menzionata e descritta dal filosofo greco Platone nei dialoghi "Timeo" e "Crizia"del IV sec. a. C. Il secondo passo, altrettantofantasioso, è stato poi quello di far coincidere laciviltà atlantidea con la civiltà nuragica, fino al dogma indiscusso quanto indimostrabile razionalmente di una Sardegna über alles dell'antichità protostorica, la cui superiorità dominatrice dell'intero Mediterraneo viene però occultata e boicottata alla conoscenza -secondo gli agguerritissimi fantarcheologi nostrani- dagli archeologi "ufficiali" degli enti statali di tutela, delle istituzioni universitarie e del mondo della ricerca archeologica e storicain genere. Costoro vengono tacciaticomerei avere occultato in malafedei dati archeologici (!) che proverebberole anzidette teorie, le quali, paradossalmente, come ogni favola che si conviene, finiscono per acquistare sempre più fascino (anche...commerciale) proprio per la loro indimostrabilità scientifica, nonché per l'appena espostoretroscena complottistico di cui si alimentano.

È nota altresìla fusione sempre più stretta tra pseudo-religioni di stampo new age e fantarcheologia, in Sardegna come altrove. Energie e fluidi sotterranei, correnti magnetiche e fantasmi, anime ancestrali di antenati nuragico-atlantidei disposte a scomodarsi perintervenirein riti farlocchidi incubazione/guarigione, sono ora millantatida nuovi santonie santone dal facile strafalcione grammaticale, eppurecon un discreto seguito disposto sempre più spessoanche ad aprire il portafoglio. In molti casi il reato di circonvenzione d'incapace e millantato titolo, anche se solo di guida turistico-archeologica, viene spacciato per libertà di scelta dell'utente credulone, ed in effetti ciò può essere vero nella misura in cui ognuno è pienamentelibero di farsi abbindolare come meglio crede. L'esempio che ci viene segnalato dal dott. D'Oriano per il pozzo sacro di Sa Testa concerne oraun'ulteriore estremizzazione fanatizzante del processo appena descritto: l'acqua non è più il veicolo della divinità, il segno tangibile di essa o il potenziale sacramentale della fede cattolica. L'acqua diventa ora Acqua ed è essa stessa divenuta divinità da adorare e venerare, a cui lasciare offerte come al dio che tutto può e tutto risolve. Lascio ora spazio alla riflessione di Rubens D'Oriano, che ringrazio (M. A. A.)

Immagine 001 La richiesta di offerte rituali all'Acqua collocata nel vestibolo del del pozzo sacro di Sa Testa

"In data 2 novembre, perciò poco dopo la notte di Halloween, nel sito archeologico aperto al pubblico del pozzo nuragico di Sa Testa è stata rilevata la presenza di tracce di non ben precisabili rituali, che sembrano prevedere quanto meno la deposizione di offerte da parte dei “fedeli”.

Chi ha scritto il foglio di istruzioni deposto a Sa Testa, esortando in modo lodevole i seguaci a rispettare il monumento lasciandolo intatto, meglio ancora farebbe ad estendere l’esortazione anche a se stesso, evitando quindi il ripetersi di fatti analoghi ben poco rispettosi della dignità culturale del monumento. I siti archeologici aperti al pubblico sono appunto pubblici, perciò nessuno può farne un uso personale, anche se rispettoso della conservazione, se non quello della visita. Non è tollerabile che i visitatori di un monumento trovino fogli stampati, cestini di vimini con pietre, conchiglie ecc. o qualsiasi traccia di rituali di alcun genere, frutto dell’iniziativa personale.

Si ha anche notizia, non verificata ma verosimile, di rituali notturni presso chiese campestri diroccate e simili. Ognuno crede in ciò che vuole, ci mancherebbe, ma i rituali di offerta o altro è pregato di farli a casa propria o in luoghi apposta deputati e autorizzati, e comunque certo non in luoghi pubblici come i siti archeologici visitabili, che hanno ben altre finalità e il cui uso è regolato da precise norme.

Il pozzo di Sa Testa non è nuovo a simili eventi, e allora sarà bene anche precisare, per i seguaci di qualsiasi culto, che l’idea corrente secondo la quale nei pozzi nuragici si adorasse l’acqua in quanto divinità non è supportata da alcuna evidenza scientifica ed è, anzi, probabilmente errata per eccesso di semplificazione. I pozzi sacri nuragici sono raffinate sistemazioni architettoniche di fonti di normalissima H2O, presso le quali si svolgevano rituali che prevedevano anche offerte, ma l’acqua poteva anche essere semplicemente un elemento fondamentale del rituale senza per questo identificarla automaticamente con la divinità venerata, come pare pensare l’estensore dell’avviso trovato al pozzo: “potete mettere qui le vostre offerte all’Acqua”. Non è un caso che la stragrande maggioranza delle offerte deposte nei pozzi sacri in età nuragica non si rinvengono nello spazio della fonte vera e propria ma all’esterno di essa. Un apprestamento idraulico come quello del santuario di Sa Sedda ‘e sos Carros, nel quale l’acqua alla fine del suo percorso si getta in un bacile, sembra deporre proprio a favore del liquido come strumento del rituale. E se non sapessimo nulla del cristianesimo, probabilmente penseremmo che anche i battisteri fossero luoghi di culto dell’acqua.

In generale, pensare che una grande, complessa e per certi versi raffinata civiltà comequella nuragica praticasse culti di tipo animistico così elementari e ingenui (la dea acqua, il dio albero, ecc.) non è in linea con ciò che insegna il parallelismo tra antropologia culturale e storia delle religioni: in genere la complessità della civiltà vadi pari passo con la complessità della religione e dei suo riti, basti pensare al crescendo di complessità intervenuto nello stesso cristianesimo-cattolicesimo, dalla lettera dei Vangeli fino al Concilio Vaticano II."

Rubens D’Oriano