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Pubblicato il 17 December 2017 alle 08:43
Olbia, 17 dicembre 2017- Questa è una storia, una delle tante storie di Olbia durante la Seconda Guerra Mondiale. A sinistra mio zio Mario Anziani, il militare toscano Luigi Susini e mio padre Francesco Anziani che allora aveva 5 anni. Si noti sullo sfondo il mattatoio della città e la campagna dove ora sorge un quartiere popoloso ed il prezioso Archivio Mario Cervo.
La foto è scattata nel 1940 dal grande caseificio Lekase Drivas. Durante il periodo bellico la famiglia di mio nonno, che viveva abitualmente in un palazzetto di Corso Umberto, si trasferì in alcune stanze a fianco del caseificio, dove inoltre c'era uno dei tanti presidi militari della città. Di stanza al caseificio c'era anche il giovane e figlio unico Luigi Susini, il quale si ammalò gravemente e con febbri altissime. Non era malaria, forse era broncopolmonite, ma né il medico militare né il dottor Felicino Pinna riuscirono a trovare una cura efficace per questo giovane che ormai andava consumandosi giorno dopo giorno, praticamente non c'era nulla da fare.
Mia nonna, Nannina Serra, venne a sapere di questo giovane tramite il fratello Enrico, che era al comando militare, e chiese quindi il permesso ai medici di portarlo a casa per tentare un'ultima cura, la cura con le ventose. Lo coprirono, ben bene come un fagotto, e con mio nonno Giuseppe ed Enrico lo trascinarono sul letto di casa. Dopo qualche giorno di cure Luigi sfebbrò e guarì completamente. L'amicizia e la riconoscenza da parte della famiglia di Luigi Susini, verso mia nonna, che rimase vedova con sette figli dopo soli due anni, il 30 maggio 1942, fu una di quelle profonde e rare amicizie che durano di generazione in generazione e "fino a che morte non ci separi".
Qualche mese fa è prematuramente scomparso Carlo, figlio unico di Luigi. Veniva tutti gli anni in Sardegna, prima con i genitori, poi con la compagna, rinvigorendo e rinsaldando quella sana amicizia fatta di valori genuini che semplicemente si tramandano senza chiedersi il perché. Ora rimangono solo i ricordi di mio padre, questa bellissima foto e questo mio breve racconto che voglio condividere con voi, cari amici di Olbia.
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