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Giovanissimi di Golfo Aranci alla scoperta della Villa Tamponi

Giovanissimi di Golfo Aranci alla scoperta della Villa Tamponi
Giovanissimi di Golfo Aranci alla scoperta della Villa Tamponi
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 29 September 2018 alle 22:29

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“Professore, lei ha impegni per domani pomeriggio?” Come si fa a dire di no a un gruppo di giovanissimi così entusiasti della storia del loro paese, quando tu fai di tutto per suscitargliela dentro e fuori dalla gabbia murata di una classe?

[caption id="attachment_109371" align="aligncenter" width="3216"] Villa Tamponi a Golfo Aranci oggi. Foto M. A. Amucano[/caption]

Obiettivo è la visita alla Villa Tamponi di Golfo Aranci, l’antica casa aristocratica della famiglia che fu per larga parte artefice della nascita del paese subito dopo il 1880, quando questa landa desolata e malarica venne scelta come capolinea del ramo ferroviario che si staccava da Chilivani. In quegli anni si finiva di arredare l'altra grande residenza olbiese, sul lungomare, la più importante della famiglia, e il cantiere di questa splendida casa in stile umbertino, incastonata come una perla nella baia incantata di Golfo Aranci, sarebbe sorto non molti anni dopo. Al tempo Olbia, chiamata ancora Terranova, aveva perso il ruolo di porto passeggeri principale della costa orientale sarda, e Golfo Aranci, nata da una sua costola, le aveva strappato questo primato, mantenendolo fino al 1919. In quell’anno i Terranovesi, esasperati, insorsero in una vera e propria rivoluzione di popolo, guidata dietro le quinte da Giacomo Pala, l’”onorevole Terranova”, ma questa è un’altra storia.

[caption id="attachment_109364" align="aligncenter" width="3216"] Villa Tamponi: la casa del custode[/caption]

L’appuntamento è per le 16,30 davanti alla scuola e la luce fresca e diafana di fine settembre euforizza i giovanissimi e galvanizza i meno giovani come il “Prof”. Cinque minuti di veloce camminata, ed eccoci arrivati.

Tutti la intravedono dallo svincolo che conduce agli imbarchi, ormai occultata dietro i pini secolari. L’ingresso col grande cancello non è più praticato da tantissimi anni e la vegetazione ha preso il sopravvento. Il grande giardino antistante con le altissime palme è come il giardino segreto del romanzo di Burnett, che attende un gruppo di piccoli volenterosi amici che lo restituiscano all'originario splendore.

Chiediamo permesso di entrare nella proprietà a una donna sorpresa e divertita che abita nella casa del custode. Passiamo dall’ingresso secondario, attraverso un cancello guardato da due piccoli leoni di terracotta e fiancheggiato a destra dalle grandi stalle, ora usate come generico deposito. Maestosi eucalipti fanno ombra alla curiosità dei giovani esploratori, che frugano in ogni dove e infilano la testa ovunque. Osserviamo casette che non sono degli gnomi, ma per gli anticrittogamici e il verderame, il traliccio dove un tempo girava in cima l’elica a vento della pompa dell’acqua della grande cisterna, le vasche per l’irrigazione ormai vuote da anni e colme di fogliame secco, un vecchio trattore FIAT arrugginito abbandonato fra i cespugli di lentisco. Incute soggezione questa villa a due piani, le cui crepe degli intonaci la rendono ancor più attraente, come una nobile signora che compensa con la sua classe ed eleganza il passare inesorabile degli anni. Nell’ammirarla anche solo dall'esterno si ripercorre un'epoca storica fatta di gonnemorbide sui fianchi, svasatea campana e lunghe fino a terra, e soprattutto di convenzioni rigide e buone maniere. Qui si svolgevala vita di una grande famiglia, che ospitò nelle sue ville e nelle sue immense tenute re, principi ed imperatori per cacciare mufloni e cinghiali.

Sognano di entrarci dentro a curiosare, i giovanissimi esploratori, vorrei entrare con loro dentro le stanze della grande villa a due piani che appare inesorabilmente disabitata, e chiusa, da anni. Mario Spanu Babay, che allora preparava un libro sulla storia di Golfo Aranci, ci racconta di quando, ormai molti anni fa, andava a trovare signora Dolores Tamponi Webber, morta ultracentenaria nel 2012. Stava sola e discreta davanti al caminetto acceso, e gli raccontava aneddoti e fatti del passato. Da questo libro traiamo due bellissime foto della Belle Epoque. La prima ritrae una bellissima e giovane donna mora, e un bambino scalzo accovacciato ai suoi piedi, che posano sulla terrazza superiore. Sullo sfondo il molo curvo con il postale attraccato, e una nave in lontananza.

[caption id="attachment_109369" align="aligncenter" width="998"] Foto tratta dal volume:Figari. Storie del golfo e di Golfo Aranci, di Mario Spanu Babay, Editrice Taphros, Olbia 2004, p. 131.[/caption] [caption id="attachment_109393" align="aligncenter" width="1882"] Villa Tamponi a Golfo Aranci in una foto di inizi Novecento. Tratto dal volume di Mario Spanu Babay, cit. vedi didascalia della foto precedente, p. 114.[/caption]

“Lo sa, Prof, si racconta in paese che donna Dolores amasse suonare il pianoforte, e che qualcuno da poco lo abbia sentito suonare da solo, di notte, dentro la casa disabitata”. Sembra una storia uscita da un racconto di Lovecraft. Oppure sono solo fantasie di ragazzini, che si sviluppano quando si ha a che fare con qualcosa che si vorrebbe conoscere meglio, ma non è dato. È tardi, bisogna tornare, compiti da fare e da correggere ci aspettano rispettivamente. Ci resterà addosso un brivido di ignoto e la nostalgia inesprimibile per un luogo appena lasciato e di un’epoca che ci mancano già, e di cui vorremmo sapere tutti qualcosa di più.

©Marco Agostino Amucano

29 settembre 2018

Nella foto di copertina, da sinistra: Alessia Porceddu; Alessandra Malu; Sara Varchetta; Arianna Trotta; Anna Silvia Raibaldi; Andrea Franchi; Emida Varchetta; Leonardo Di Fraia; Matteo Maddaluno, tutti della Classe 2 A della Scuola Media di Golfo Aranci. La pubblicazione della loro immagine è stata regolarmente autorizzata dai genitori. Si ringraziaMario Spanu Babay per la consulenza storica e per la concessione a pubblicare la foto in bianco e nero tratta dal suo libro sulla storia di Golfo Aranci.