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Dal baule di Nadia: l'alba da Pittulongu

Dal baule di Nadia: l'alba da Pittulongu
Dal baule di Nadia: l'alba da Pittulongu
Nadia Spano

Pubblicato il 15 August 2017 alle 07:30

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Olbia, 7 giugno 2020 - Avete mai avuto la fortuna di vedere l'alba da Pittulongu? Io ho avutuo la fortuna di vederla tante e tante volte nella mia vita, ma mai un'alba è stata uguale ad un'altra!
Quando le mie gambe mi sorreggevano, molto spesso al mattino mi alzavo prima delle cinque e andavo in spiaggia, io sola con me stessa, o semplicemente salivo sul terrazzo di casa e, nel silenzio assoluto, con ancora il manto di stelle seppur impallidite rispetto al fuoco vivo della notte, aspettavo che il miracolo avvenisse.
Il cielo da blu e zeffiro iniziava a tingersi di rosa all'orizzonte, e dava all'isola di Tavolara, che avevo di fronte a me, le tonalità come dell'arcobaleno. Poi, al lato sinistro dell'Isola iniziava a scorgersi una macchia che si allargava lentamente, dando pian piano chiarore a quel cielo che era fino ad allora rimasto nella semi-oscurità.
Diventava sempre più rossa e lasciava intravedere il primo spicchio, come d'arancia, che rendeva tutto attorno il cielo di un colore così deciso, fino a dare l'impressione che un incendio stesse divampando all'orizzonte. Tra quel rosso fuoco ardente, a giorni striato da lievi cirri che prendevano tonalità leggermente più chiare, la curva del sole si vedeva sempre più netta.
Si alzava lentamente, come si alza al mattino un bimbo assonnato, fino a farsi vedere nel suo splendore e rimaneva così a sfiorare l'acqua, quasi allungandosi, come se non volesse lasciare quel luogo che era stata la sua culla notturna. Restava così un tempo che sembrava lunghissimo, mentre attorno il cielo assumeva tonalità che dal rosso passavano dall'arancio fino al rosa intenso. Poi finalmente si staccava dall'acqua e iniziava a salire nel cielo...ed ancora i colori cambiavano e dall'arancione lentamente sfumavano nel giallo oro più acceso.
Mai spettacolo è stato più bello ed emozionante di un'alba a Pittulongu con, a fianco al sole, l'isola di Tavolara.
La sabbia fresca ed umida sotto i piedi, il silenzio spezzato solo dal rumore del frangersi delle onde lungo la spiaggia, il profumo delle erbe selvatiche, della buredda e della salsedine. Ogni senso era stimolato e contemporaneamente partecipe del miracolo del nuovo giorno che nasceva, perchè è un miracolo che si ripete da millenni ma che non è mai uguale, giorno dopo giorno, e soprattutto che non è mai dovuto. Io ho imparato tardi a capire che non era dovuto e, se potessi tornare a quegli anni, sicuramente non ci sarebbe mattina senza che il sole mi trovasse seduta sulla sabbia a salutare il suo arrivo. Ma non si torna indietro.
La vita và solo avanti, meglio che possiamo. Non prendetelo per scontato: niente è scontato nel nuovo giorno che il Signore ci regala, ma impariamo a ringraziare per ogni cosa che in quell'alba, vista o ricordata, ci è donata.
©Nadia Spano Si ringrazia Maurizio Casula per la gentile concessione delle foto