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Olbia: una rara foto di gruppo del 1932

Olbia: una rara foto di gruppo del 1932
Olbia: una rara foto di gruppo del 1932
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 21 October 2018 alle 09:09

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Olbia, 21 ottobre 2019- È di dimensioni alquanto piccole per il tempo (cm 5,5, x 4) la stampa a contatto che scivola e cade da un faldone di vecchie foto che maneggio nel frettoloso trasloco. La grafia nel retro è inconfondibilmente quella di mio padre Antonio, autore dello scatto e del provino quando non aveva ancora nemmeno compiuto quattordici anni, il quale con sottilissimo pennino intinto nell’inchiostro nero vergò: Pasqua 1932.

Nel 27 marzo di quell’anno, dunque, un festoso gruppo di giovanissimi in pantaloncini corti decise probabilmente di andare a bighellonare verso il mare dopo la Messa, per poi arrampicarsi sulla pensilina di una draga ormeggiata al “Porto vecchio” e schierarsi tutti per la foto di rito. Giudicando dallo sviluppo delle corporature, insieme agli adolescenti di terza media come mio padre che scatta la foto, ne appaiono di più piccoli, forse di seconda o prima media, come consueto nelle compagnie di paese di quella età. Probabilmente, approfittando dell’evento eccezionale (l’occasione di farsi immortalare in foto, nella Terranova del tempo, era ancora una rarità), si aggregò all’ultimo momento anche quel giovanottone alto in primo piano, con coppola in testa e abito buono tirato fuori dall'armadio per la domenica, che non ha fatto nemmeno in tempo a sbottonarsi la giacchetta per assumere la posizione che ha.

Riconosco solo due della ’”greffa” di giovanissimi coetanei cui apparteneva mio padre, e sono personaggi notissimi, mai dimenticati: Battista Giagheddu, che sembra un irlandese e che si sporge dal basso parapetto, stando alla sinistra (per chi osserva) di un altro ragazzo più alto, che indossa pantaloni lunghi, unico a fare il saluto romano (siamo in piena epoca fascista). L’altro per me facilmente individuabile, partendo da molte altre foto in cui appare, è Arturo Rossi, il quale fu fraterno amico di gioventù del mio genitore, e che morì prematuramente non molti anni dopo, ancora in giovane età. Lo si vede sulla destra dell’allegro gruppo, in primo piano, mentre si scosta poggiandosi sul gomito sinistro per non coprire un compagnetto sorridente che ha la faccia paffuta, la bocca larga, e che gli si appoggia da dietro.

Degli altri ragazzini che appaiono, mi spiace, non so proprio dirvi i nomi. Forse qualche lettore di Olbiachefu potrebbe riconoscere un suo nonno, o un suo bisnonno, o uno zio, chissà...Non è facile fare i riconoscimenti– metto le mani avanti- per una foto di ottantasei anni fa, oltretutto ricavata a sua volta da scansione di una piccola stampa a contatto, come detto, e considerato che mio padre non può più aiutarmi. I lettori sono dunque invitati, anzi, esortati, qualora riconoscessero un loro familiare o conoscente, a dircelo. Verrà loro regalata la riproduzione a stampa della foto da parte dello scrivente. Proviamoci, dunque.

©Marco Agostino Amucano