A itte puntu, Peddone puru in palattu!"

Doveoggi si erge il maestoso Museo Archeologico di Olbia, progettato dall'architettoVanni Maciocco, vi era in realtà un isolotto brullo, che nel primo decennio delNovecento venne collegato alla terraferma per mezzo di un pontile.

Non moltodopo, negli anni Venti, il Genio Civile fece edificare per i suoi ufficiuna palazzina di pregio, oggi inglobata nel museo ed ora sede dell'Assessoratoal Polo Culturale. La costruzione della nobile palazzina suscitò tra gliolbiesi curiosità mista ad un certo sarcasmo, espresso in alcuni sagaci commenti di cui quello, davvero simpaticissimo, di una certa Anastasia, detta “zia Sia”: "A itte puntu, Peddone puru in palattu!" che tradotto vuol dire: “Ache punto (siamo), anche a Peddone (sorge) un palazzo!”.

Dal giorno l’osservazione arguta, amotivo del fatto che per costruire quel bel palazzetto si fosse scelto un postocosì squallido, divenne proverbiale e venne estesa a stigmatizzare coloro chedal nulla si elevano socialmente, facendo di ciò immodesta ostentazione.

Il Museo Archeologico di Olbia visto dall'alto, foto tratta dahttp://www.olbiaturismo.it/Museo-1.html