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Olbia, William Careddu: tanta grinta e grandi sogni in acqua

Olbia, William Careddu: tanta grinta e grandi sogni in acqua
Olbia, William Careddu: tanta grinta e grandi sogni in acqua
Laura Scarpellini

Pubblicato il 12 August 2020 alle 15:26

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Olbia, 24 agosto 2020 - L'olbiese William Careddu, da grande atleta del nuoto quale è, non si lascia abbattere di certo dal periodo di fermo e di grande incertezza che il suo sport sta attraversando.

L'attività sportiva nelle piscine sta vivendo mesi disagiati tra chiusure e lo stop delle più importanti competizioni.

"Amo la mia Olbia, città dove sono nato e cresciuto.Qui da sempre vivo di sport e per lo sport". Ecco come William Careddu esordisce al nostro ultimo incontro. La sua carica emozionale e tutto l'entusiasmo tipico di un vero sportivo, rimangono immutati dagli eventi: "Ho sempre praticato sport a livello agonistico sin da piccolo. Poi dai 6 ai 16 anni ho praticato Judo con ottimi risultati e appena finito il mio percorso come judoka, mi sono avvicinato al mio più grande sogno: quello di correre in moto. E così dopo appena qualche anno sono diventato pilota professionista di motocross freestyle. Ma non mi sentivo ancora soddisfatto.Quindi chiuso il capitolo moto, ho iniziato a nuotare nel settore master, collezionando oltre 20 titoli nazionali, un campionato europeo, qualche podio mondiale e attualmente sono vice campione europeo su due discipline".

La sua personalità è rimasta immutata malgrado i grandi risultati raggiunti in ambito nazionale, e non solo: sempre sorridente, grande umiltà, e disponibilità.

"Mi reputo una persona molto fortunata perchè ho fatto della mia passione la mia professione. Quindi oltre ad essere un atleta sono divenuto anche allenatore, e personal trainer. Amo molto il mio lavoro perchè mi permette di tirar fuori la parte migliore dei miei clienti-atleti, con grande soddisfazione".

Le settimane che ci hanno veduti costretti nelle nostre abitazioni, sono stati di certo non facili per ciascuno di noi: "Mah diciamo che eravamo un po’ tutti nella stessa situazione. Il primo periodo non si capiva bene cosa stesse succedendo e organizzarsi non è stato affatto facile. Passato il primo periodo però, in ambito professionale ho praticamente fatto quello che facevo prima, o quasi. Ho lavorato on line, sia con le mie classi di allenamento funzionale che con i miei personal training. Certo non era la stessa cosa di fare un allenamento di persona, ma sicuramente meglio di stare fermi. Questo ai miei allievi è piaciuto molto perché si creava così un momento per staccare dalle giornate difficili, dedicandosi a se stessi.
Anche io non mi sono mai fermato con gli allenamenti, mi sono allenato praticamente tutto il periodo Covid, non in acqua ovviamente, e ho cercato di occupare il tanto tempo libero per crescere professionalmente".

A William Careddu rivolgiamo quesiti sul nuoto in Gallura, facendoci portavoce di tutti gli appassionati sardi di questo sport: problematiche e segni positivi di questo sport che sull'isola ha ancora qualche difficoltà legata alla sua diffusione

"Faccio rispondere a tal riguardo a due persone più esperte di me: il primo è il nostro presidente FIN Sardegna Danilo Russu ed il secondo è l’allenatore del settore giovanile dell’ Olbia Nuoto, Danilo Lanzi. Danilo Russu: "A mio avviso manca un progetto di medio-lungo periodo che riguardi sia gli agonisti che i tecnici locali che venga portato avanti con continuità. I segnali positivi ci sono perché da qualche anno gli atleti di Olbia sono sempre più presenti nelle fasi nazionali e questo è un ottimo segnale".

Danilo Lanzi invece comunica: "Le problematiche del nuoto in Gallura sono legate soprattutto alla decentralità degli eventi, in quanto tutti gli eventi natatori sono organizzati sempre a Sassari e Cagliari, questo oltre essere una spesa continua per le società e per tutti gli atleti è un grosso dispendio energetico per l’atleta, perché un conto è affrontare una competizione fisicamente freschi, un conto invece è dopo una trasferta di 100 o 300 km nel caso di Cagliari , ed in ogni caso nuotare “in casa” ha sempre il suo vantaggio.Poi parlando in generale, come per tutti gli sport, siamo sempre un po’ penalizzati, perché vivendo in un isola non riusciamo ad avere uno scambio culturale continuo, limitando alle poche finali nazionali di avere la possibilità di confrontarsi tra allenatori di tutta Italia".

"Questo che scrive Danilo Lanzi, mi trova completamente d’accordo - continua William Careddu -, in quanto la problematica della decentralità delle competizioni è legata anche al settore master, anzi, nel nostro caso il problema è anche maggiore, in quanto tutti gli eventi, escluso il campionato regionale estivo che da qualche anno si sta svolgendo ad Olbia, sono organizzati nella piscina comunale di Cagliari.

Ma chiediamo a William Careddu come ha vissuto l'emergenza sanitaria, il fermo e ora la ripresa: "Beh la ripresa diciamo che è stata più una liberazione, una ripartenza per cercare di ritornare alla normalità velocemente.Il primo periodo la gente aveva ancora un po’ di paura tant’è vero che anche se la struttura dove io lavoro avesse riaperto al pubblico con le dovute restrizioni, non tutti se la sarebbero sentita di riprendere immediatamente gli allenamenti. E così con alcuni gruppi gli allenamenti sono continuati on line, mentre con altri si è ripreso in struttura.Adesso invece sembra essere tornato tutto o quasi alla normalità, almeno si spera sia così".

"Prima del Covid , - ci racconta William Careddu -, stavo preparando i campionati europei che si sarebbero dovuti svolgere lo scorso giugno a Budapest.Mi stavo allenando veramente bene ed i tempi che avevo in acqua, facevano ben sperare per un ottimo campionato.Ora dovrei riprendere tutto da capo o quasi, e al momento non ho grossi stimoli. Ma poi tempo di resettare tutto, e si riparte!"

Ma quando è consigliabile far iniziare un'attività sportiva ai più piccoli? E con il nuoto si sta facendo la scelta giusta, se finalizzata ad un buono sviluppo muscolo- scheletrico?:"Un consiglio che mi sento di dare è quello di rivolgersi sempre a strutture qualificate, con istruttori e personale qualificati e non improvvisati. Inoltre se il loro obiettivo è quello di far intraprendere un percorso agonistico ai propri figli, consiglio loro di non aspettare troppo, perché come in tutti gli sport, le basi si creano quando si è piccoli, dopo diventa veramente difficile. Credo che dai 5 ai 7 anni di età sia l’età migliore per poter creare delle basi solide, e acquisire quelle capacità fondamentali per il nuoto. Il “problema” dell’età - prosegue William Careddu-, non si pone quando non c’è un fine agonistico, ma lo scopo è solo stare bene e fare attività fisica. Anzi non è mai troppo tardi per imparare a nuotare e godersi i vantaggi di muoversi in ambiente liquido".

Sappiamo bene che la vita degli sportivi è segnata dal grande spirito di sacrificio, e dalla grande dedizione alla disciplina agonistica: "Il più grande sacrificio per me credi sia quello di saper sopportare la “sofferenza” degli allenamenti, a volte molto duri!Oltre questo, - prosegue William Careddu, -credo che quando si vuol fare agonismo ad un buon livello, si debba mettere in conto che si andrà incontro a qualche rinuncia, sicuramente.
Resta inteso che si è motivati da grande passione e con amore, questi ostacoli si superano facilmente. Quando arrivi a raggiungere il tuo obiettivo o il traguardo che ti sei prefissato, tutti questi sacrifici vengono ripagati e con gli interessi. Una cosa è certa, il carattere che ti forma uno sport “duro” come il nuoto, pochi altri sport riescono a fare".

I traguardi da raggiungere e le sfide da affrontare per chi vive di sport non finiscono mai. Sogni nel cassetto per William Careddu?: "Non ho un sogno nel cassetto, anche perché se li lasci lì, rimarranno solo sogni.Sono del parere che se vuoi ottenere qualcosa devi combattere e conquistartelo, perché nessuno ti regala niente. Nello sport ancora più evidente la competizione vera, e la voglia di emergere. Diciamo che ora ho più obiettivi che sogni, e giorno dopo giorno mi impegno per realizzarli".

Ancora una volta lo sport come scuola di vita che insegna a tirare fuori il meglio di noi stessi, preparandoci ad affrontare le piccole grandi sfide di tutti i giorni!