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Cronaca

Olbia, codice rosso: è emergenza violenza, casi in aumento

Olbia, codice rosso: è emergenza violenza, casi in aumento
Olbia, codice rosso: è emergenza violenza, casi in aumento
Angela Galiberti

Pubblicato il 25 January 2020 alle 15:23

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Olbia, 25 gennaio 2020 - Il caso avvenuto nel Comune di Monti, dove un uomo ha tentato di dar fuoco alla compagna, ha riportato al centro delle cronache la violenza sulle donne.

Un problema che scorre quasi sottotraccia, nascosto agli occhi dell'opinione pubblica, che però esiste e ha numeri molto preoccupanti.

Da qualche mese è operativo il codice rosso: un nuovo strumento, non esente da difetti, che prevede un vero e proprio sprint nell'avvio del procedimento penale per reati quali maltrattamenti in famiglia, stalking, stupri.

Il nuovo strumento prevede un'accelerazione delle indagini: ad esempio, la persona che denuncia deve essere sentita entro tre giorni. Inoltre sono aumentate le misure di protezione per le vittime e le pene previste.

Nel territorio di competenza del Reparto territoriale dei Carabinieri di Olbia, coordinato dal tenente colonnello Davide Crapa, il codice rosso è sempre più utilizzato.

Dalla sua entrata in vigore, nel mese di luglio 2019, i Carabinieri olbiesi hanno notato un'aumento della frequenza di questi casi che è stata definita "preoccupante".

Dati ancora non ce ne sono, ma l'esperienza dell'Arma - da sempre molto presente sul territorio anche per collaborare con altri enti e istituzioni - non lascia scampo: i militari si ritrovano sempre più spesso ad affrontare questi casi durissimi anche dal punto di vista emotivo.

Non è un caso, del resto, se proprio a Olbia - il prossimo 31 gennaio - si svolgerà un importante convegno dedicato proprio al codice rosso organizzato dall'Ordine degli Avvocati di Tempio e dalla Società Italiana di Psicologia Clinica Forense.

Il titolo dell'evento è "CodiceRossoe la tutela delle vittime tra aspetti giuridici e psicologici".

Tale argomento verrà affrontato dal Procuratore Gregorio Capasso, dal professor Gian Paolo Demuro (Università di Sassari) e dal professor Carmelo Dambone (Università IULM di Milano e Presidente della Società Italiana di Psicologia Forense).