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Cronaca

Olbia, viaggio all'interno dei bus: un mondo da scoprire

Olbia, viaggio all'interno dei bus: un mondo da scoprire
Olbia, viaggio all'interno dei bus: un mondo da scoprire
Angela Galiberti

Pubblicato il 07 August 2013 alle 18:19

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Olbia - Dove ci porta oggi il nostro collaboratore speciale Paolo Ardovino? Nell'incubo di tutti gli olbiesi automuniti: l'autobus. Il bus, usato prevalentemente sinchè non si ha la patente, non è solo un mezzo di trasporto. Il bus è un mondo da scoprire, un film nel quale recitano attori unici e speciali, un crogiuolo di razze e culture. Ardovino, che ogni giorno usa il bus per andare a scuola e per raggiungere la spiaggia, ci racconta - con lo sguardo indagatore e curioso di un adolescente - cosa succede, ogni giorno, all'interno dei bus Aspo. Generalmente, in ogni metropoli che si rispetti, il mezzo più utilizzato è l'autobus. Olbia non fa eccezione (o quasi): chi va a scuola, chi a lavoro, chi per scelta, chi per costrizione (perchè non ha l'auto). Il bus è, spesso, una vera e propria ancora di salvataggio. L'unica pecca? Mai in anticipo, sempre in ritardo. Se dici bus dici Aspo. A gestire il serivizio in città è l'Aspo, partecipata del Comune di Olbia, che fornisce alla città 12 linee. Il numero 1 (Sa Marinedda - Basa) è il più utilizzato. Passa da una parte all'altra della città, toccando quasi tutte le zone di Olbia: da Poltu Cuadu a Viale Aldo Moro. Il 2 è l'unico, oltre al 10, che arriva all'Aeroporto Costa Smeralda, che è infatti uno dei suoi capolinea (l'altro è il quartiere Sa Minda Noa). Non possiamo dimenticare la Circolare Caresi: questa l'unica meta del numero 3, che per arrivarci attraversa zone come Isticcadeddu o via Roma. Poi c'è il 4, attivo solo d'estate con grande successo, anche se quest'anno è stato utilizzato pure nei mesi invernali (ma costantemente vuoto). Il 4 collega il piazzale della Sacra Famiglia con Bados e spiagge vicine. Il 5 attraversa Olbia per arrivare a Porto Rotondo e Porto Istana. Ancora, il 6 (Santa Mariedda - San Vittore) , il 7 che porta all'ospedale nuovo, l'8 (San Nicola - Poltu Quadu) , il 9 (Porto Isola Bianca) e infine il 10 che va all'Aeroporto, l'11 al Geovillage e il 12 che dal passaggio a livelli di via Mameli arriva al cimitero di Berchideddu. Tutti a scuola. Dalle prime mattine di Settembre a quelle di Giugno, gli autobus sembrano grandi scatolette con all'interno decine di studenti formato-sardina. Ne sanno qualcosa l'1 e il 2, sempre stracolmi la mattina: in fondo, all'ultimo, posto c'è sempre il tipo con l'aria addormentata che tira fuori il libro di Storia, di fronte non mancano le due amiche che condividono le cuffie ascoltando la nuova canzone del loro cantante preferito, in piedi – vicino alle porte – c'è un gruppo di ragazzi che ridono e discutono di ogni cosa che non abbia a che fare con banchi traballanti o quaderni scarabocchiati. Dalle 8.30 in poi gli autisti possono tirare un sospiro di sollievo, fino alle 13, quando di nuovo l'autobus diventa luogo d'incontro. Le facce sono più rilassate, c'è chi si congratula con l'amica per l'ottima interrogazione, chi si dispera pensando alle pagine da studiare, e chi non nomina più nemmeno sotto tortura la parola "scuola". Vamos a la playa. Cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia. Quindi, a scuola finita, trasferisci tutti i ragazzi e le ragazze sui numeri 4 e 5, sostituisci borsoni agli zaini pieni di libri e di nuovo l'autobus diventa una di quelle imbarcazioni nomadi cariche fino all'ultimo centimetro quadrato. Questa volta però la fascia oraria è ben più estesa, in genere dalle 9 alle 12 gli autobus così come le spiagge si riempiono, poi c'è chi decide di andarci di pomeriggio, quindi nuova ondata di folla tra le 14 e le 17, infine dalle 19 alle 20.30 circa tutti fanno ritorno a casa. Chi viaggia? Ma oltre i già citati ragazzi, chi è che usa gli autobus? Non si possono non menzionare gli anziani: c'è chi si siede e rimane per i fatti suoi, c'è chi invece capita proprio di fianco a te e comincia ad imbastire chiacchierate – e lì sei fregato, perchè la buona educazione ti spinge a dargli corda... e buona fortuna! Ad usare mezzi pubblici sono anche persone nel fiore degli anni – tra i 25 e i 40 anni – la maggior parte delle quali di origine extracomunitaria. Gli incontri. I flirt e le nuove amicizie nascono però quasi sempre alle fermate. Il ritardo dell'autobus di turno o il meteo sono le scuse più classiche per attaccare bottone. Una volta ti trovi a parlare con una bella ragazza, il giorno dopo con un volontario appena arrivato dall'Africa, un altro ancora finisci per litigare con un tifoso della squadra avversaria. L'autobus non è solo un mezzo di trasporto: il viaggio con l'autobus è un vero e proprio film, con sceneggiature sempre più varie, che viene girato per tutta la città e al cui interno recitano attori unici. Paolo Ardovino