Friday, 19 April 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Olbia, vertenza Clea: Iervolino scrive lettera aperta

Olbia, vertenza Clea: Iervolino scrive lettera aperta
Olbia, vertenza Clea: Iervolino scrive lettera aperta
Olbia.it

Pubblicato il 09 February 2017 alle 10:53

condividi articolo:

Olbia, 09 Febbraio 2017 - Riguardo la vertenza Clea, di cui si discuterà in un incontro tecnico il 14 Febbraio, Gianni Iervolino ha scritto una lettera aperta nella quale descriva la situazione dal suo punto di vista.

"Da mesi, i giornali locali si occupano della Clea e del Signor Gianni Iervolino, riportando notizie per lo più distorte. L’immagine che viene data è quella di una società e, soprattutto, di un imprenditore assolutamente imperturbabile di fronte allo sgretolamento di un progetto che è stata la sua vita ed incurante delle conseguenze che questo avrà sui dipendenti.

Non è così. E’ ora di ristabilire la verità dei fatti. La Famiglia Iervolino opera nel mercato sardo da oltre 40 anni e, in tutti questi anni, ha costantemente effettuato investimenti sul territorio, garantendo così un’occupazione media a circa 500 famiglie che vivono nel territorio olbiese. Purtroppo, nel corso degli ultimi anni, Clea ha dovuto registrare una importante crisi aziendale e la situazione è andata via via aggravandosi.

Molto si è detto sulle cause che hanno determinato la messa in liquidazione della Società ed è quindi noto che determinante sia stato il contenzioso con la ASL di Nuoro che ha visto Clea soccombente in sede arbitrale. Clea si è sempre difesa e oggi la controversia pende dinanzi alla Corte d’Appello di Sassari ed è quanto mai auspicabile che, a breve, ci sia una pronuncia. Tuttavia, ad oggi, l’incertezza in merito all’esito di tale contenzioso e, di conseguenza, le ripercussioni delle statuizioni del lodo sul bilancio aziendale non potevano e non possono che costringere a prendere decisioni dolorosissime sia per i lavoratori, sia per Gianni Iervolino e per la sua famiglia.

Fino ad oggi la famiglia Iervolino ha continuato ad investire tutte le proprie energie e le proprie risorse economiche nell’attività, pur di mantenere inalterato il numero dei dipendenti. Solo nello scorso anno, la Famiglia ha investito un milione di euro per consentire la continuità aziendale e la salvaguardia dei posti di lavoro.

Oggi, però, non si può più andare avanti: come noto, la Società ha dovuto deliberare la messa in liquidazione e questo significa che non potrà più partecipare a gare pubbliche, né potrà stipulare nuovi contratti.

Questo significa anche che, inesorabilmente, al termine delle commesse ancora in essere (già ora assai limitate), non avrà più alcuna attività. Di fronte a questa situazione stupisce l’atteggiamento della stampa, ma ancor di più stupisce il comportamento tenuto da alcuni sindacati.

Clea ha sempre intrattenuto relazioni con le Organizzazioni Sindacali improntate alla più netta trasparenza, informando periodicamente delle difficoltà e tentando di ricercare sempre soluzioni condivise. Negli anni, a volte queste soluzioni sono state trovate, a volte, più frequentemente, ha dovuto registrare proposte irricevibili o rigidità ostinate a cui, tuttavia, è riuscita a far fronte. Ma adesso, tutto questo non è più possibile: oggi non è più il tempo di pensare ad articolazioni diverse dell’orario di lavoro, a flessibilità, banca ore o trasformazioni dei contratti. Tutto questo non può bastare.

Questo è stato ampiamente dichiarato, per iscritto e verbalmente, nel corso delle ultime settimane e questo è stato riferito anche ieri, nel corso dell’incontro istituzionale presso gli Uffici della Provincia di Olbia. Ieri, ancora una volta, sono state esaminate le ragioni della crisi e le difficoltà che la Società sta affrontando in questi giorni ma, soprattutto, di fronte all’Assessore Regionale all’Industria, si è cercato di sgombrare il campo da ipotesi irrealizzabili, quale quella da tempo avanzata sui giornali, che vorrebbe un ingresso di Clea nel Consorzio delle Imprese Sarde.

Sul punto, Gianni Iervolino ha specificato che si tratta di un consorzio di aziende private, tutte facenti capo al competitor di Clea e che detta ipotesi, laddove si realizzasse, non consentirebbe in alcun modo di evitare la perdita dei posti di lavoro su Olbia, visto che nessuna delle società ha stabilimenti in città. Al contrario, l’imprenditore ha dichiarato la sua più ampia disponibilità a valutare eventuali proposte per l’acquisto delle quote di Clea, purché esse contemplino il giusto riconoscimento al valore aziendale ed alle forze di lavoro. Questo è il contenuto delle dichiarazioni rese ieri. Tuttavia, ancora una volta, le notizie apparse sulla stampa ieri sera riferiscono una situazione diversa e completamente difforme dalla realtà.

Secondo quanto si legge, infatti, Gianni Iervolino avrebbe fatto un passo indietro sui 139 licenziamenti ed avrebbe valutato positivamente la proposta avanzata dalla CGIL, secondo cui si potrebbero evitare i licenziamenti, trasformando tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in rapporti a termine per otto mesi, con garanzie di rinnovo per cinque o dieci anni e il mantenimento dell'anzianità di servizio.

Questa rappresentazione dei fatti non corrisponde al vero. Confondere una presa d’atto con un ripensamento è grave ed è pericoloso perché finisce per ingenerare false speranze che né Clea, né la famiglia Iervolino vogliono ingenerare. Certo la proposta dovrà essere meglio dettagliata dai Sindacati ma certamente questo non significa che la Società potrà rinunciare alla procedura, mantenendo in forza tutti i suoi dipendenti: questo deve essere chiaro. Clea agirà con trasparenza, con buona fede e con correttezza; tenterà fino alla fine di rinvenire soluzioni; valuterà seriamente le proposte che al tavolo verranno formulate ma è indubbio che la gravità della situazione non può che condurre ad una sensibile riduzione degli occupati nei tempi e nei modi che il calo del lavoro e le norme di legge impongono".