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Cronaca

Olbia. Valeria Formentano: "Donate: il sangue è una medicina"

Olbia. Valeria Formentano:
Olbia. Valeria Formentano:
Angela Galiberti

Pubblicato il 16 January 2018 alle 18:21

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Olbia, 16 gennaio 2018 - "Donare il sangue è un gran bel biglietto da visita": non usa mezze parole Valeria Formentano, nipote di quel Vittorio Formentano che nel 1927 - a Milano - ha fondato l'Avis dando il via a questo grande movimento solidale per la donazione del sangue che tiene letteralmente in piedi il sistema sanitario nazionale.

Valeria Formentano ha un legame stretto con la Sardegna: l'ha girata in lungo e in largo da ragazza, insieme a suo marito Luca Grechi (Avis Milano), e oggi ha una casa a San Teodoro dove ha donato il sangue in un'occasione per lanciare sempre un messaggio di solidarietà. La nipote di Formentano, nonostante abbia vissuto l'Avis fin da bambina, non è mai voluta entrare nell'associazione, ma è sempre in prima linea quando si tratta donazione e ha un legame speciale con tutti gli avisini e in particolare con la sezione olbiese dell'Avis: attivissima, giovane e sempre pronta ad aiutare il prossimo.

"E' vero che si dona per dare, ma è bello anche ricevere ed è giusto così soprattutto per i giovani - continua Valeria Formentani -. Intanto si fanno delle amicizie: vedo che sono tutti uniti, che si vogliono bene ed è bellissimo perché unisce. La donazione l'ho sempre vista come una cosa positiva perché ci sono nata e non ho mai visto i lati negativi".

La storia di Valeria, però, non è solo quella di una ragazzina che si trova immersa in un contesto estremamente favorevole alla donazione creato dal nonno, ma è anche quella di una madre che si è ritrovata ad aver bisogno di quella generosità. "Ho avuto una bambina con un gravissimo problema alla nascita e, come si dice "il calzolaio ha le scarpe rotte", la piccola stava morendo e grazie alla trasfusione ce l'ha fatta. Non so chi glielo abbia dato il sangue, ha una grande energia ed è intelligentissima: quindi deve averglielo dato una persona meravigliosa e con il cuore. Quindi, io ci credo ancora di più".

"Questa esperienza mi ha fatto crescere e mi ha fatto ancora credere di più nella donazione. Mi sono ripromessa, dopo la nascita di Carlotta, che avrei fatto pubblicità alla donazione. Nell'Avis sono tantissimi nella mia condizione, cioè hanno avuto un vissuto triste che poi è andato a buon fine".

Ciò che sottolinea Valeria Formentani con forza è il ruolo del sangue nel sistema sanitario: "Bisogna pensare che il sangue è una medicina, non è soltanto l'incidente che è un caso. Invece l'intervento chirurgico e tutte le malattie che hanno bisogno di sangue ci sono tutti i giorni ed è per questo che c'è bisogno di tanti, tanti donatori. I giovani sono importantissimi, sono la nostra risorsa ed è importantissimo che si vada nelle scuole", ha concluso la signora Formentani, elogiando il lavoro dell'Avis Olbia.

L'appello della nipote del fondatore dell'Avis è chiaro: andate a donare perché c'è sempre bisogno. Intanto, l'Avis Olbia prosegue con l'attività di sensibilizzazione: grazie alla collaborazione con Tommy Rossi, l'associazione guidata da Alberto Ferrigno approderà nei locali olbiesi con il gioco del "Cervellone" per cercare donatori tra i ventenni e i trentenni.