Olbia - Sono passati 7 giorni da quel lunedì maledetto che si è portato via 16 persone, di cui 9 nel territorio comunale di Olbia.
7 giorni di rabbia, di fango, di oggetti distrutti, di ricordi smarriti. 7 giorni di emergenza, di appelli, di volontari, di solidarietà. In questi 7 giorni, Olbia e la Sardegna hanno dimostrato una
forza senza pari. Gli olbiesi, duramente colpiti nei loro affetti e nella loro intimità, si sono subito messi al lavoro per riappropriarsi della loro vita e della loro città gravemente colpite dall'alluvione.
Lacrime e sangue sono stati versati, ma questo non ha impedito a tutti di rialzarsi e di rimettersi al lavoro per tornare alla normalità. La Brigata Sassari e la Protezione Civile sono ancora al lavoro in molte parti dell'agglomerato urbano che lunedì scorso è stato sommerso dalle acque. In 7 giorni un'intera comunità è riuscita quasi a rimettersi in sesto e di questo Olbia deve esserne orgogliosa.
Ora che l'emergenza è quasi passata, i rinforzi arrivati per l'occasione se ne andranno a breve e lasceranno la città da sola con le sue case da asciugare e i suoi ponti da ricostruire. Queste saranno le settimane più dure: dover fare a meno dell'opera dei volontari e dei militari, quando c'è ancora tanto da fare dal punto di vista materiale, sarà la prova più ostica da superare. Spenti i riflettori, gli olbiesi dovranno vigilare sul loro territorio affinché le promesse fatte dai vari Letta, Mauro, Lupi, Orlando siano mantenute.
I sardi hanno dato prova di una grande dignità: ora tocca allo Stato onorarla con i fatti.