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Cronaca

Olbia e qualità della vita: tonfo mortale nella classifica nazionale

Olbia e qualità della vita: tonfo mortale nella classifica nazionale
Olbia e qualità della vita: tonfo mortale nella classifica nazionale
Angela Galiberti

Pubblicato il 12 December 2016 alle 19:33

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Olbia, 12 Dicembre 2016 - Il Sole 24 Ore ha pubblicato la sua tradizionale classifica dedicata alla Qualità della Vita. Una classifica che misura, da oltre 25 anni, la vivibilità delle nostre province. Per la Gallura, quest'anno, c'è stata una brutta sorpresa. Nel 2015, la Provincia di Olbia-Tempio era nella top ten delle province migliori, con indici molto incoraggianti. Quest'anno, la Gallura è precipitata in un sol colpo al 59° posto. Gli indici della classifica stilata dal Sole 24 Ore raccontano un territorio che vive delle fortissime problematiche economiche, sociali e culturali. A leggere gli indici, infatti, il nord est Sardegna è un posto dove nascono pochi bambini, dove ci sono tantissime pizzerie e poche librerie, dove aprono molte imprese ma l'indice di innovazione e brevetti praticamente a zero; la Gallura è un posto doveci sonopochi servizi pubblici (asili nido), poca banda larga, mentre sono tante le persone che emigrano per curarsi. Un posto dove le pensioni medie sono basse, dove il deposito bancario medio è di poco più di 10mila euro e dove i protesti sono altissimi. Se andiamo ad analizzare i vari indici, l'ex Provincia di Olbia-Tempio brilla per poche cose: è al primo posto per imprese registrate ogni 100 abitanti, è prima per il rapporto impieghi/depositi, è prima per il numero di bar e ristoranti ed è al quarto posto per la densità di popolazione per chilometro quadrato. Altri indici positivi sono l'indice di vecchiaia (25°), il canone di locazione abbastanza basso (460€ al mese, 31° posto in classifica per questo indice), scippi e borseggi (61 ogni 100mila abitanti - 23° posto), rapine (17 ogni 100 mila abitanti - 24esimo posto). E il resto?Il resto è una Caporetto. Siamo all'ultimo posto assoluto per i brevetti, al 101° posto per l'export sul pil, al 91° posto per le start up innovative ogni 1000 imprese. Il nostro è un territorio in cui non vi sono abbastanza asili nido(69°), dove la gente emigra per farsi curare (78°), dove la copertura della banda larga è ancora largamente insufficiente (69°).Il settore culturale in generale è una disfatta:poche le librerie (87°), pochi gli ingressi agli spettacoli (82°), pochissimi i laureati ogni 1000 giovani tra i 25 e i 30 anni (109°).