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Cronaca

Olbia, studentessa inseguita da uno sconosciuto: scatta la denuncia

Olbia, studentessa inseguita da uno sconosciuto: scatta la denuncia
Olbia, studentessa inseguita da uno sconosciuto: scatta la denuncia
Angela Galiberti

Pubblicato il 07 November 2014 alle 16:22

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Olbia, 07 Novembre 2014 - A 13 anni è giusto fidarsi del mondo che ti circonda e assaporare pian piano un po' di indipendenza, magari raggiungendo la sede della scuola a piedi. Purtroppo, però, anche un tragitto così normale come quello da casa a scuola può nascondere delle insidie e se non si hanno i giusti anticorpi si può rischiare ben più di un brutto spavento. E' ciò che è successo a una giovane studentessa olbiese, qualche giorno fa, in via San Simplicio. Sofia - nome di fantasia - è una studentessa delle medie che qualche giorno fa ha vissuto una brutta aventura. Una di quelle, purtroppo, che possono capitare anche in una cittadina piuttosto tranquilla come Olbia. La giovane studentessa percorreva via Fausto Noce in direzione della scuola, quando ad un certo punto, un signore - dall'altra parte del marciapiede - attira la sua attenzione apostrofandola con una sorta di complimento. Il sesto senso di Sofia, a quel punto, vibra: quello non era un saluto amichevole, ma qualcos'altro. Qualcosa di brutto, qualcosa che non si può nemmeno pensare nei confronti di una ragazzina di 13 anni. Sofia accellera il passo e prende il telefono. L'uomo cambia marciapiede e continua a seguire la ragazza che, nel frattempo, chiama il papà. Il padre, al lavoro, non risponde. I secondi sembrano minuti. Sofia, spaventata, chiama la madre che risponde e tranquillizza la figlia dicendole di andare in un posto affollato. Erano le ore più convulse della mattinata, quelle in cui i genitori di solito accompagnano i figli a scuola, eppure in via Fausto Noce non c'era nessuno oltre Sofia e quell'uomo minaccioso. La ragazza, sempre con la mamma al telefono, accellera ancora di più il passo e si dirige spedita verso il Bar San Simplicio: la sua ancora di salvezza. Arrivata al bar, la ragazza si guarda intorno e scopre con sollievo che l'uomo non la stava più seguendo. La denuncia è il passo successivo. La famiglia di Sofia accompagna la bambina dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia. Gli uomini dell'Arma ascoltano la ragazzina, compilano un verbale e le mostrano delle foto segnaletiche. L'indagine parte: grazie a Sofia, l'Arma ha tra le mani un identikit precisissimo, quasi fotografico. L'intento di questo articolo e della famiglia che ha voluto rendere pubblica la vicenda non è, però, quello di allarmare la cittadinanza. L'obiettivo è attivare una rete silenziosa di anticorpi. Quegli anticorpi che ti fanno notare situazioni strane, atteggiamenti sospetti, persone fuori contesto. Anticorpi che devono riguardare tutti: i ragazzi, i genitori, la scuola e soprattutto le istituzioni.In questa città mancano delle figure che - intorno alle scuole - riescano a fotografare in moto scientifico la situazione senza mettere in allarme i ragazzi. L'idea che Olbia.it lancia è questa: utilizzare le associazioni, anche una ad hoc, per sorvegliare in maniera discreta e utile l'entrata e l'uscita dalle scuole elementari e medie. I ragazzi, del resto, devono avere fiducia nel mondo e devono non aver paura quando si compie il tragitto casa-scuola. Devono sapere che, intorno alla scuola e in città, vi è una rete di persone che li protegge.