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Cronaca

Olbia, speciale Isde: Giacomo Agostini riempie il museo archeologico

Olbia, speciale Isde: Giacomo Agostini riempie il museo archeologico
Olbia, speciale Isde: Giacomo Agostini riempie il museo archeologico
Angela Galiberti

Pubblicato il 03 October 2013 alle 17:48

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agostini museo Olbia - La Sei Giorni di Enduro non ha portato solo tifosi e moto meravigliose, ma anche vere e proprie leggende viventi come Giacomo Agostini, considerato il più grande pilota motociclistico di tutti i tempi. Giacomo Agostini è un signore d'altri tempi. La sua eleganza e la sua signorilità sembrano quasi "andare a sbattere" contro la grinta da fuoriclasse che riusciva a tirar fuori in sella alle sue moto. Ma questo è il fascino dei campioni degli anni '70/'80: quelli che per vincere non avevano bisogno di regolamenti arzigogolati, elettronica e gallerie del vento iper-tecnologiche. A questi campioni, dotati "manico" e coraggio, bastava avere un mezzo affidabile per tirar fuori tutto il talento: a quei tempi, infatti, era il pilota a fare la differenza e non l'ultimo modello di deflettore progettato per eludere il comma 13 della regola 4 di un regolamento costruito ad arte per rendere le corse un vero e proprio "rebus". Giacomo Agostini, ieri sera nella sala conferenze del Museo Archeologico di Olbia, ha portato con sè il fascino di quegli anni e dei suoi 15 mondiali portati a casa grazie al talento. La sua presenza ha attirato decine di persone, le quali hanno riempito la sala e hanno passato il tempo ad ascoltare affascinati gli aneddoti di questo grande campione. L'ex 15 volte campione del mondo era ad Olbia per presentare il libro che narra le sue mirabolanti gesta, "Giacomo AGOSTINI - Immagini di una vita", scritto a quattro mani con Mario Donnini, giornalista di Autosprint. Un libro intenso, magico, pieno di storia che scivola via veloce come la celeberrima Mv Augusta. Agostini, durante la sua impetuosa carriera, è stato corteggiato persino dal Drake, vale a dire - per i non addetti ai lavori - da Enzo Ferrari in persona, il quale gli diede in mano una Ferrari Dino 206 S Berlinetta per testare la sua capacità di guida insieme a Andrea de Adamich e Ignazio Giunti. Giacomo Agostini, manco a dirlo, fece i tempi migliori, ma declinò l'offerta del Drake per dedicarsi alla sua unica vera passione: le moto.