Olbia, 03 dicembre 2019 -A Olbia esiste un problema serio che riguarda la
gioventù: una parte dei ragazzi e delle ragazze olbiesi è
persa, sola, senza una guida a cui rivolgersi o un porto sicuro in cui approdare. La riflessione, che poi ha scatenato il dibattito, è di una docente - la dott.ssa
Letizia Fraschini - che insegna nelle scuole olbiesi che si è ritrovata davanti a questo problema: da una parte i
suoi studenti - quasi terrorizzati di dover raggiungere uno specifico posto per una lezione
en plain air, dall'altra un
gruppo di ragazzini/e soli
in balia di loro stessi e di una "ribellione" che, seppur normale dell'età adolescenziale, può assumere contorni abbastanza
cupi. Il teatro dei fatti, e della conseguente riflessione, è lo
skate park di via Nanni: un posto ideato per portare
gioia, risate, sport, che sovente diventa luogo di
spaccio, canne, sfide alla sorte, provocazioni, risse sfiorate. Il problema non è, ovviamente, lo skate park: giovani che utilizzano questo luogo per praticare lo
skating, ridere, scherzare e socializzare
esistono e sono tanti. Purtroppo, lo stesso luogo
non viene vissuto così da tutti i giovani: per una parte è il luogo dello
sbando, della
ribellione al sistema e all'adulto, della solitudine. Nonostante la paura degli studenti e la presenza del gruppo, la lezione della docente Fraschini
è andata avanti lo stesso. Un segnale forte nei confronti dei giovani presenti: un vero
atto di resistenza civica per
riappropriarsi dei luoghi affinché siano i luoghi di
tutti e non solo di una piccola parte escludente. Quanto a quella parte, che spesso è tanto
ribelle quanto
bisognosa di luce ed esempi positivi, manca in città un vero investimento in
politiche giovanili rivolte all'adolescenza. Un'età
critica, di necessarie ribellioni, di crescita, che - in un contesto sociale frammentato dove le solitudini si
sommano - avrebbe bisogno di un po' di attenzione in più.