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Cronaca

Olbia, seminario ambiente ed emergenza. Cicalò: urbanistica è il nostro nemico

Olbia, seminario ambiente ed emergenza. Cicalò: urbanistica è il nostro nemico
Olbia, seminario ambiente ed emergenza. Cicalò: urbanistica è il nostro nemico
Angela Galiberti

Pubblicato il 31 January 2014 alle 21:06

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Olbia, 31 Gennaio 2014 - Al seminario nazionale sull'ambiente e sulle emergenze, svoltosi questo pomeriggio al Museo Archeologico di Olbia e organizzato promosso dal CSV Sardegna Solidale, vi era anche il commissario dellegato per l'emergenza: l'ingegnere Giorgio Cicalò. Cicalò, durante il suo intervento, ha fatto il bilancio del suo mandato iniziato nel 2008 e giunto quasi al termine. Anni duri, importanti, di lotte continue per avere più fondi dedicati soprattutto al volontariato: la vera spinda dorsale della macchina della Protezione Civile. Cicalò ha il compito più difficile e ingrato di questo momento: gestire l'emergenza del dopo alluvione, decidere gli interventi e come destinare i fondi, aiutare la popolazione a rialzarsi. Un compito tutt'altro che facile, specialmente quando lo Stato è assente e tutto è sulle spalle dei comuni, dei volontari e dei cittadini inermi. "Guardate i bilanci - ha detto Cicalò - guardate quanto viene destinato alle sagre, alle feste, allo sport e quanto invece viene destinato al volontariato. Questi sono stati sei anni di guerra con la Regione per ottenere ciò di cui avete bisogno. Il costo dell'intervento dello Stato nelle emergenze è doppio rispetto a quanto costa quello del volontariato. Abbiamo ottenuto un milione di euro in più per voi, ma li hanno tolti da altri capitoli". Giorgio Cicalò non ha mancato però di fare delle critiche. Critiche rivolte alla cultura dell'emergenza, dell'ignoranza, dell'aspettare che sia sempre qualcun altro a risolvere i problemi o a intervenire. "La protezione civile siamo tutti noi - ha detto Giorgio Cicalò - e non si può pensare che per ogni persona ci può essere un volontario pronto a salvarla. In un sistema che funziona il cittadino deve essere in grado di autoproteggersi. E le procedure di autoprotezione devono partire da comportamenti prudenti. Ognuno di noi deve sapere se abita in una zona a rischio oppure no. Ci sono abitazioni che possono resistere e altre no. Quando sento che si chiudono le scuole al primo avviso mi dico che questo è il sintomo della non conoscenza del nostro territorio". Ovviamente per arrivare a questa autoprotezione bisogna fare molta strada, investire in prevenzione, formare i cittadini e le stesse istituzioni. Cicalò non ha mancato di fare un duro affondo sulla questione ambientale. "Meno tuteliamo l'ambiente più emergenze dovremo affrontare. - ha sottolineato il commissario Cicalò - Stiamo pagando il prezzo di 30 anni di mancata programmazione. L'urbanistica è il nostro nemico. E le risorse per mitigare il rischio idrogeologico e delocalizzare sono troppo elevate".