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Cronaca

Olbia: successo per lo sciopero nazionale degli operatori ecologici

Olbia: successo per lo sciopero nazionale degli operatori ecologici
Olbia: successo per lo sciopero nazionale degli operatori ecologici
Angela Galiberti

Pubblicato il 30 May 2016 alle 14:11

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Olbia, 30 Maggio 2016 - Anche la Città di Olbia ha partecipato allo scipero nazionale del Settore Igiene Ambientale proclamato a livello nazionale dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. Questa mattina, nella zona industriale, si è svolto un sit-in davanti al centro servizi della De Vizia. Il Settore Igiene Ambientale è quello delle aziende private che si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L'adesione allo sciopero, secondo le parti sociali, è stata ottima: a lavoro, in tutta la Gallura, sono entratisolo i lavoratori precettati e gli stagionali.

A spiegarci quali sono i motivi dello sciopero sono stati Masino Fresi (Fit Cisl), Giuseppe Ruiu (Uil Trasporti) e Luisella Maccioni (Cgil Funzione Pubblica).

"Stiamo scioperando per il rinnovo contrattuale dell'Igiene Ambientale - ha detto Masino Fresi, Fit Cisl -. La rottura della trattativa con le associazioni datoriali è avvenuta principalmente perché è stato messo in discussione l'articolo 6 del contratto nazionale. L'Articolo 6 prevede che, nel caso subentri una nuova azienda nella gestione dei rifiuti solidi urbani, i lavoratori possano essere assunti nella nuova impresa senza perdere l'anzianità di servizio e le garanzie. Un altro punto sul quale c'è molta distanza è la malattia. Le associazioni datoriali hanno chiesto che i primi tre giorni di malattia siano a carico del lavoratore. Abbiamo un incontro il 6 Giugno, ma se non si troverà un accordo abbiamo programmato un altro sciopero il 15 Giugno".

Una parte importante, in questa storia fatta di diritti e contrattazioni, ce l'hanno i comuni rappresentati dall'Anci. Sono i comuni, infatti, a bandire gli appalti per la raccolta dei rifiuti e chiedere un servizio alle aziende coinvolte e agli stessi lavoratori. "Ad oggi non ci sono margini di miglioramento per la trattativa - ha spiegato Giuseppe Ruiu, Uil Trasporti -. I Comuni svolgono un ruolo fondamentale in questo settore e l'Anci vorrebbe fare un po' da cuscinetto: hanno promosso un incontro per arrivare a una posizione condivisa, ma le associazioni datoriali hanno detto di 'no'. Ad oggi non vediamo uno sbocco positivo. Il 6 ci dovrebbe essere un'altra riunione. La nostra preoccupazione è che si metta a rischio tutto ciò che è stato inserito nel contratto nazionale durante le lotte passate".

Sul ruolo dei comuni è stata molto chiara la rappresentante della Cgil. "L'impressione è che vogliano arrivare a spezzare il lavoro con i subappalti e le coperative.È una cosa che già avviene o che è già avvenuta anche in Gallura e funziona così. L'azienda che vince l'appalto dà lo spazzamento a una coperativa, i cui dipendenti non hanno il contratto nazionale, e la raccolta dei rifiuti la tiene per sé - ha detto Luisella Maccioni, Cgil Fp -. Noi chiediamo alle amministrazioni locali che danno in appalto la gestione della raccolta dei rifiuti di tener conto non solo della parte retributiva, ma anche del servizio svolto e della sua qualità. Si parla di aumentare da 36 a 38 ore settimanali le ore di lavoro di questi dipendenti. Vogliono smantellare l'orario di servizio e mettere i turni".

La trattativa sul contratto collettivo preoccupa, e non poco, i lavoratori. "Il contratto nazionale è scaduto da 28 mesi e siamo molto preoccupati - ha detto Davide Marrone, dipendente De Vizia e delegato sindacale Cgil -. Ci vogliono disunire e vogliono toglierci dei diritti per noi importanti. Oggi c'è lo sciopero nazionale e stiamo manifestando per questo, ma anche sul locale avremmo qualcosa da dire. C'è un po' di tensione, qua. Si sente troppo spesso dire in giro che noi operatori ecologici siamo dei mandroni. Se la raccolta differenziata sta andando così bene è anche merito nostro. Ognuno di noi può occuparsi anche di 1000 mastelli al giorno e non è semplice. Diamo sempre il massimo, cerchiamo di rispettare i tempi dettati dall'azienda, ma siamo umani e possiamo sbagliare. Ora lottiamo per il contratto nazionale: non vogliamo che si torni indietro sui diritti".