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Cronaca

Olbia, sciopero generale: Gallura sempre più povera

Olbia, sciopero generale: Gallura sempre più povera
Olbia, sciopero generale: Gallura sempre più povera
Angela Galiberti

Pubblicato il 15 November 2013 alle 16:13

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Olbia - Anche la città di Olbia ha aderito allo sciopero nazionale indetto dai sindacati confederali. Le segreterie provinciali di Cgil, Cils e Uil si sono riunite questa mattina al Cinema Olbia per fare il punto della situazione. Il compito di parlare della Provincia di Olbia Tempio è stato affidato a Fabio Spano, segretario provinciale della Cgil. Il suo "affresco" è tutt'altro che roseo. La Gallura del 2014 è una Gallura in caduta libera, dove la crisi sta rosicchiando i redditi e i posti di lavoro. L'unico dato in contro tendenza è l'indice demografico in continuo a mento. I galluresi sono sempre di più, ma sempre più poveri. "L’analisi dei dati del nostro territorio evidenzia un quadro allarmante, gli unici dati positivi riguardano il consistente trend di crescita demografica, con una popolazione residente 152.455 abitanti equivalente ad un incremento pari al 9% rispetto al 2002 - ha detto rivolgendosi alla platea Fabio Spano, segretario provinciale della Cgil - Per quanto riguarda il resto degli indicatori i dati sono pessimi, il PIL pro capite e sceso dai 38000€ di dieci anni fa agli attuali 23000€, stiamo parlando di una riduzione di quasi il 60% ma i dati evidenziano soprattutto che è il lavoro ad aver subito i danni più gravi e più profondi; ed è proprio partendo da questo tema che proverò un analisi se pur sintetica del sistema economico del nostro territorio". La Gallura non è più l'eldorado di una volta, non è più la locomotiva della Sardegna. La Gallura, al pari di tutte le altre zone sarde, è in forte crisi. Solo che si nota meno perchè il tessuto produttivo gallurese è composto da piccole e medie imprese. E si sa, la legge dei numeri è impietosa: un dipendente o un precasio senza più lavoro in ogni azienda non fa notizia, 200 dipendenti a casa di una sola azienda invece sì. "Abbiamo un tessuto produttivo che si desertifica sempre di più, una sanità sempre più carente, un tasso di disoccupazione che è prossimo al 16% con una disoccupazione giovanile che in tanti comuni a raggiunto la soglia del 50% e il dilagare delle disoccupazione femminile che ha raggiunto la cifra del 36%, impensabile sino a qualche anno fa. Il tasso di crescita delle imprese, ossia la differenza tra le imprese che aprono e quelle chiudono è passato dall’1,19 allo 0,58% - ha detto Fabio Spano - Credo che i dati sopracitati evidenzino una situazione del nostro territorio abbastanza drammatica". Le ragioni di questo sfacelo sono molte e non tutte sono dovute alla crisi economica. Secondo i sindacati, a penalizzare la Sardegna vi sono anche problemi strutturali che non sono mai stati risolti come il nodo relativo all'insularità e quindi alla continuità territoriale area, marittima e delle merci. La difficoltà di spostamento, la mancanza di infrastrutture anche all'interno, il caro traghetti: tutto questo contribuisce a desertificare il tessuto produttivo. Dopo il convegno, i sindacati confederali accompagnati dai pensionati e dai lavoratori che hanno aderito allo sciopero hanno sfilato per il centro storico di Olbia per poi fare un sit-in di fronte al Municipio.