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Cronaca

Olbia: sciopero Air Italy per lavorare in terra sarda

Olbia: sciopero Air Italy per lavorare in terra sarda
Olbia: sciopero Air Italy per lavorare in terra sarda
Patrizia Anziani

Pubblicato il 14 December 2019 alle 07:59

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Olbia, 14 dicembre - Ieri mattina davanti al Comune di Olbia, simbolo per eccellenza delle istituzioni politiche e della comunità cittadina, c'erano tutti.

Sindacati e lavoratori uniti, nonostante la pioggia e il vento, per manifestare tutto il dissenso e la preoccupazione per una compagnia aerea, Air Italy, che allo stato attuale delle cose sembra volatilizzarsi sempre più oltre mare.

Si sono dati appuntamento in un giorno, 13 dicembre, che per coincidenza è anche lo stesso del compleanno di sua Altezza Principe Karim Aga Khan IV: l'illuminato artefice che diede vita, negli anni Sessanta, alla realizzazione di un sogno concretizzatosi nella Costa Smeralda, al quale ne seguì un altro di nome Alisarda.

Una florida compagnia aerea, nata e cresciuta in Sardegna, che nel tempo avrebbe contribuito fortemente alla crescita vertiginosa di tutto il comparto turistico ricettivo del Nord Sardegna ed avrebbe fatto viaggiare il nome dell'Isola intorno al mondo.

Oggi, a distanza di oltre 50 anni, cancellata quella fortunata livrea Alisarda, quel sogno sembra evaporare facendo librare nell'aria solo una dolorosa eco del grido di tanti lavoratori e famiglie: "ll lavoro in terra sarda è il nostro pane quotidiano, siamo liberi e consapevoli e da oggi non molliamo, flotta sarda no, la flotta sarda siamo noi".

Già, un grido che esprime solo in minima parte l'incertezza in cui versano gli animi dei numerosissimi dipendenti Air Italy di fronte a nessuna prospettiva certa.

Tutti i proclami e le promesse di rilancio della compagnia Air Italy, che per la riuscita della maxi operazione da 50 aerei in 5 anni avrebbero reso "vitali" i 408 licenziamenti del giugno 2016, sembrano ora parole che scivolano addosso come pioggia fredda.

È una dura battaglia alla quale sono abituati i lavoratori Meridiana soppravissuti a quella infausa vertenza. Confluiti in Air Italy ora lottano non soltanto per conservare il loro posto lavoro, ma anche per un territorio, quello del Nord Sardegna, che ora sembra di colpo impoverisi.

Non ultimo la infelice proposta di una flotta sarda che, se mai dovesse anche ipoteticamente nascere, finirebbe per trasformare da asso piglia tutto Cagliari.

Marco Bardini, volo ANPAV, fa un desolante elenco di numeri che mostra una realtà per niente rosea della compagnia: "cinqueaerei di lungo raggio fra qualche settimana diventeranno quattro, per il corto raggio da quattro aerei si passerà a due, o addirittura zero tra qualche settimana, mentre, allo stato attuale, il personale in forza nella compagnia è quello necessario ad una flotta di quindici, venti aeroplani."

Tutto ciò certificherebbe un esubero di personale gigantesco, nel mentre tutta l'attività è stata esternalizzata in wet lease, ovvero viene dato lavoro a compagnie straniere nonostante il personale in loco sia disponibile, preparato e di esperienza.

"Le perdite di bilancio per il 2018 sono pesantissime - continua Bardini- 160 milioni di euro a fronte di un fatturato di 370. Quelle che si prospettano per il 2019 parrebbero essere vicine ai 200 milioni, cifra insostenibile per simili fatturati. Il problema non è quindi più il contratto, i demansionamenti, i trasferimenti, ma la continuita aziendale. Il nostro problema è oggi di nuovo quello di ieri: l'anno prossimo potremmo trovaci senza compagnia."

Non mancano le considerazioni sulla proposta di una compagnia sarda.
"Una boutade natalizia, auspico, in quanto il quadro normativo dell'Unione europea vieta sostanzialmente avventure con capitale pubblicodi questo genere, che altererebbero fortemente la concorrenza. La precedente esperienza di Saremar dovrebbe fare da monito a questa Giunta regionale, visto che il direttore generale dell'Assessorato ai Trasporti di ieri è lo stesso di oggi." conclude Bardini.
Al riguardo i sindacati sono tutti compatti.
Giorgia Palaghi, personale di terra Filt- Cgil, esprime tutta la preoccupazione in cui versano i lavoratori: "non c'è flotta, non c'è un piano industriale e non c'è un network. Non è possibile stare sereni e una proposta come quella regionale di una flotta sarda in questo momento suona come una proposta che dura da qui a Santo Stefano"
Nicola Contini Ugl piloti, parla chiaro: "Ci stiamo "ri- armando" dal punto di vista sindacale per far sì che quello che parrebbe uno smantellamento in atto della compagnia Air Italy non accada, però abbiamo senza dubbio bisogno di risposte, sia dagli azionisti dell'azienda, che dalla regione Sardegna.
Ad oggi, a parte le dichiarazioni fantomatiche di una flotta sarda, che potrebbero essere anche un'idea, non abbiamo avuto risposte e in questo momento i posti di lavoro ad Olbia e in Sardegna sono al primo posto".
Maurizio Pitzanti, volo Cisl, "I voli rimasti qui a Olbia, ex Meridiana ora Air Italy, sono veramente pochissimi e questo testimonia concretamente come la base di Olbia sia fortemente a rischio.
È stato organizzato un presidio/manifestazione per tentare di coinvolgere, per quanto possibile, le rappresentanze politiche della città.
Il sindaco, Settimo Nizzi, è sceso dal palazzo per manifestare la sua vicinanza e per comunicarci una volta di più che la parte politica della città di Olbia è intenzionata ad appoggiarci per dare continuità all'azienda".
Uno sciopero riuscito e una manifestazione massiccia che ha visto la partecipazione di tutti i dipendenti della palazzina, molti assistenti di volo e molti piloti. "Noi non ci arrenderemo, flotta sarda no, la flotta sarda siamo noi" ripete come un mantra Angela Podda personale di terra Filt Cgil mentre guida la partecipata manifestazione lungo il Corso di Olbia.
Usb, Unione sindacale di Base, in questo ennesimo giorno di passione, di sciopero per mantenere il posto di lavoro in Sardegna, con un comunicato trova la forza di fare gli auguri al Principe ricordando i408 licenziamenti del 2016 "...non potremo mai dimenticarli.

È buffo che in occasione del Suo compleanno si sia svolto uno sciopero - l'ennesimo - che riguarda tutti i dipendenti, la Sua distanza si è tradotta in un ridimensionamento imbarazzante della flotta nonché dell'attività di volo.
Pensi che, si mormora, Lei voglia perfino esternalizzare l'attività del call center dopo aver ridotto anche le manutenzioni al lumicino.

Qualche suddito stolto teme addirittura che alla riapertura nel marzo 2020 del Suo aeroporto, il Costa Smeralda, possa non esistere più la storica base di armamento di Olbia.

Ma si tratta di pochi miscredenti, la maggioranza di noi è sicura che non lo permetterà!

Le mandiamo tanti auguri ed un saluto ossequioso, si riguardi e si ricordi di noi. I Suoi affettuosi sudditi"