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Cronaca

Olbia, sanità: la neonatologia non è prevista

Olbia, sanità: la neonatologia non è prevista
Olbia, sanità: la neonatologia non è prevista
Dénise Meloni

Pubblicato il 01 December 2017 alle 11:35

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Olbia, 01 Dicembre 2017 - Il Giovanni Paolo II rischia di avere problemi con il reparto di neonatologia, anzi, pare che corra il rischio maggiore di esserne totalmente privo.E' tutto dichiarato nel "documento provvisorio di dimensionamento dei medici" illustrato una quindicina di giorni fa dal direttore generale dell'Ats Fulvio Moirano. Anche vidimando l'atto aziendale, emerge che il reparto di neonatologia per Olbia,non è contemplato.

L'ATS dichiara che ad Olbia sono previste le attività di pediatria e di ostetricia-ginecologia, ma conferma che il reparto di neonatologia non è previsto, in quantoil Decreto ministeriale in merito agli standard ospedalieri prevede un bacino compreso tra i 600.000 e il 1,2 milioni di abitanti e la Assl di Olbia non supera i 200.000.

La legge di riordino della rete sanitaria in Sardegna ha previsto, però, per il Giovanni Paolo II di Olbia, cinque posti letto di neonatologia nel punto nascite, condizione dove è annunciata la neonatologia e dove si registrano almeno 1000 nascite all'anno, con un margine del 25 per cento . Olbia è vicinissima ai 1000 parti .La riforma sanitaria, invece, non ha previsto per Olbia la terapia intensiva neonatale in quanto un'interpretazione della legge prevede l'accordo tra Stato e Regione che regola i requisiti per avere una Tin di più di 1000 parti l'anno.

Il focus del problema è però un altro: nel "documento di dimensionamento del numero dei medici", alla voce "Giovanni Paolo II di Olbia", si legge: Pediatria, guardie e pronto soccorso pediatrico. Nessuno spazio per neonatologia né per il nido. Leggendo il documento, si chiarisce che a Olbia potrebbero venire al mondo soltanto i bambini arrivati al termine della gravidanza. Se si confronta la situazione con il San Francesco di Nuoro, il direttore generale dell'Ats concorda che dovrà avere la Pediatria, il nido e la terapia intensiva neonatale, nonostante i numeri siano inferiori a quelli di Olbia.