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Olbia. Sanità in affanno: "manca la programmazione"

Olbia. Sanità in affanno:
Olbia. Sanità in affanno:
Olbia.it

Pubblicato il 16 April 2018 alle 13:05

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Olbia, 16 aprile 2018 - Una sanità in affanno: è questo il ritratto che la segretaria territoriale della Funzione Pubblica Cgil Gallura, Luisella Maccioni, fa della sanità gallurese olbiese in una lunga lettera aperta che vi proponiamo integralmente.

La Sanità continua ad essere uno, se non il, problema della Gallura. Si dibatte, sisollevano problemi ogni giorno vengono individuate nuove inadempienze del sistemasanitario; attorno al capezzale della Sanità gallurese accorrono: Sindaci, ConsiglieriRegionali, Sindacati, Associazioni, Cittadini, ma oltre la denuncia, di per se importante, nessuna idea, nessuna proposta è stata portata al tavolo dell’Assessorato Regionale o alPresidente Pigliaru come iniziativa unitaria di tutto il territorio Gallurese. Non si è volutoaffrontare l’affaire “Sanità” con proposte concrete sulla necessità di avere nel nostroterritorio un’ottima sanità pubblica che garantisca anche l’ultima esigenza dell’ultimocittadino.

Un semplicissimo esempio del totale disinteresse verso tutto ciò che non può essere“politicamente venduto” è l’assenza di discussione sui nuovi “profili orari” stabiliti dallaDirezione dell’Ats, non sottoscritta dalla Cgil, dalla Cisl e dalla Uil, ma sottoscritta da tuttii Sindacati Autonomiche, nella sostanza cambia radicalmente l’accesso alla sanità ai cittadini, riduceesponenzialmente i diritti dei lavoratori e si configura come un atto punitivo verso ilavoratori e verso gli utenti residenti in territori periferici come la Gallura.

Tentare diomogenizzare gli orari di lavoro su tutto il territorio regionale (come impone sia ladelibera della Giunta, sia la determina del Direttore Moirano), ha il solo significato diallontanare ancora di più i cittadini dalla Sanità Pubblica.Una idea seppure “intrigante” aggrava ancora di più la distanza tra i territori ed iltrattamento dei lavoratori. In più se applicata rigidamente, come accade, dimostra ancordi più l’assenza di conoscenza delle realtà territoriali che fino ad oggi a caratterizzato ilfunzionamento della Ats.

Ma discutere di orari non paga (forse paga solo chi ha sottoscritto un pessimo accordo eora lo contesta strumentalmente) per la semplice ragione che “punire” i lavoratori pubbliciè diventato lo sport nazionale, dimenticando che se una gestione inappropriata degliorari, legata alla mancanza di conoscenza delle realtà territoriali da serviziqualitativamente pessimi e aumenta il peso delle liste di attesa.

A questo dobbiamo aggiungere la cronica mancanza di personale che è caratterizza diquesto territorio. E’ perlomeno banale sostenere che senza un adeguata dotazioneorganica è impossibile gestire i servizi sanitari, come è del tutto insufficiente affermareche tutte le discrasie della sanità dipendano dalla mancanza del personale.

E’ vero invece che, anche qui, la mancanza di programmazione e di conoscenza dellenecessità territoriali, aggrava la predisposizione di una dotazione organica confacentealle necessità della nostra ex Azienda.Evidenziamo, tra l’altro, che oltre le nostre voci che hanno contestato la predisposizionedella nuova dotazione organica Ats, nessuno ha posto l’accento su di una riduzione dipersonale da 17547 a 16487 quindi con un taglio netto di 1067 lavoratori, effettuato su diuna dotazione organica già carente di tutte le ex Aziende Sanitarie oltre a ciò non èchiaro e né è dato sapere la consistenza organica delle varie Assl.

Tutto questo afferma ancor di più la nostra, ormai storica, opposizione alla costituzionedell’Ats che sta generando, grazie alla centralizzazione di tutti e l’assenza di confronto,enormi difficoltà tra i lavoratori non solo organizzative ma anche lavorative e salariali.Abbiamo sempre affermato la necessità di presentare, come territorio, una propostaconcreta sulla gestione della Sanità. Una proposta che, fuori da ogni assalto demagogicoalla sanità pubblica, rimetta al centro una politica coerente di sviluppo del personalebasata non solo sulla rimodulazione del rapporto Operatori Posto Letto , ma anche dallacessazione della precarizzazione all’interno delle professioni sanitarie e mediche.

Laprecarizzazione del lavoro in sanità ha nei fatti un significato deleterio in quantoprefigura, nei fatti, una qualità della prestazione sotto la media, una politica diampliamento della dotazione organica è strettamente legata ad una programmazionedelle esigenze sanitarie e al calcolo dei posti letto ospedalieri che a nostro giudizio deveessere rivisto e ridisegnato sulle nuove esigenze che si stanno affacciando in Gallura, edel tutto ovvio che la sottostima delle risorse umane e quindi il tentare di nascondere lareale diseconomia deve trovare la corretta soluzione, nella idea di un nuovo patto dellasalute gallurese.

Luisella Maccioni

Fp Cgil Gallura