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Pubblicato il 16 May 2018 alle 19:02
Olbia, 16 maggio 2018 - Qualcuno ha storto il naso, altri hanno applaudito, altri ancora hanno manifestato un piacevole stupore: a Olbia, durante la processione di San Simplicio, ha sfilato anche l'integrazione.
L'iniziativa, partita qualche anno fa in sordina, è del Laboratorio Interculturale della Città di Olbia fondato da Tonino Cau. Ad aprire il corteo dei fedeli che accompagnava la statua di San Simplicio, oltre a diverse associazioni, c'erano anche loro: i rappresentanti di alcune delle comunità straniere più numerose in città.
Albania, Senegal, Messico, Pakistan e Romania: hanno vestito gli abiti tradizionali, sfoderato la bandiera del loro paese, indossato il loro sorriso migliore e hanno sfilato insieme alla statua del santo patrono che protegge, per chi crede, la città che li ha accolti.
Un segno di integrazione potente, un sintomo di condivisione dei valori che oggi più che mai è necessario in una città dove le etnie e le tradizioni sono tante e dove la cronaca, impietosa e crudele, semina nei cuori di troppi la diffidenza e la paura.
Anche questo è un miracolo di San Simplicio, ovvero unire tutti sotto lo stesso vessillo: Olbia, la città che cerca ancora di essere felice.
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