Sunday, 02 November 2025
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Pubblicato il 02 November 2025 alle 09:00
Olbia. Cari lettori, in questo nuovo numero della nostra rubrica “Pillole di benessere e crescita personale” tratteremo l’importanza dell’equilibrio emozionale nell’educazione dei bambini e di come aiutarli a svilupparlo. Ci guiderà Michelle Oetterli, fondatrice della scuola d’emozioni a Olbia Magical Dots j.r., esperta in riconoscimento e gestione delle emozioni nell’infanzia e specializzata in EFT – Tapping.
“Si presta molta attenzione alle tante attività extrascolastiche per i bimbi, ma si tende a dare poco valore al loro equilibrio emozionale – esordisce Michelle – Eppure, le emozioni le abbiamo tutti e ci guidano, volenti o nolenti, nella vita. Tanto vale imparare a farsele amiche. Ma, per fare ciò, è necessario, prima di tutto imparare a conoscerle e riconoscerle”.
È vero infatti che, anche noi adulti, seppur siamo abituati a identificare con certezza le emozioni primarie (gioia, rabbia, paura, disgusto, tristezza e sorpresa), spesso fatichiamo a riconoscere e a descrivere quelle più complesse e a distinguerle nelle loro sfumature.
“E’ fondamentale, ai fini dello sviluppo e del riconoscimento delle emozioni, sapersi districare con maestria all’interno dell’intera gamma delle emozioni – continua l’esperta - spiegando ai bambini che qualsiasi emozione serve. Alcune ci fanno star bene, altre sono un po’ più ostiche ma ci servono allo stesso modo. Tutto sta nell’imparare a gestirle. Un’emozione, quando arriva, non è mai sbagliata, ha un motivo di esistere ed è un messaggero prezioso che, se ascoltato attentamente e nel modo corretto, può aiutarci a vivere meglio la nostra vita. Tuttavia, è necessario correggere il tiro quando, in preda alla forte emozione che altera il normale sistema nervoso, ci rendiamo conto che, l’individuo – specialmente nei bambini e negli adolescenti – reagisce con atteggiamenti o comportamenti disfunzionali, sfogandola in maniera distruttiva all’esterno o all’interno”.
In quest’ottica, alcuni studi confermano che si è rivelato molto utile l’auto-dialogo positivo. Cosa succede infatti al nostro cervello quando ci parliamo negativamente? Si hanno degli effetti negativi sia a livello emotivo che fisico. Di conseguenza, risulta di fondamentale importanza che i bambini vengano educati ad un certo tipo di linguaggio, basato sul rinforzo positivo e sull’ottimismo. Inoltre, è consigliabile sostituire le parole che impongono o che risultano restringenti come il “devi” con espressioni più funzionali che lascino spazio alla libertà personale da costruire pian piano a partire da una responsabilità consapevole.
“Tutto in noi è collegato – approfondisce Michelle - per cui l’equilibrio psicologico ed emotivo ha ripercussioni anche sul nostro corpo e su tutto il nostro essere. Infatti, quando manca un equilibrio interiore viviamo momenti di disagio, difficoltà e dolore. Viceversa, se riusciamo a ristabilire l’equilibrio tra corpo, mente e spirito, riusciamo a vivere un benessere interiore e la nostra vita lo riflette. L’equilibrio emozionale consiste nel saper riconoscere e gestire le proprie emozioni, e quelle delle persone che ci circondano. Ciò è fondamentale per poter affrontare molti disagi, tra cui stati d'animo improduttivi come rabbia, paura, fobie, ansia, stress, e perfino dolori fisici. Inoltre, un buon equilibrio emozionale consente di ottenere una maggiore stima in se stessi e negli altri”.
L’equilibrio fisico e mentale è la chiave della nostra vita, ma trovarlo non è sempre così scontato. Ecco perché non c'è momento migliore per presentare le tecniche per raggiungere questo stato se non durante la crescita. I bambini in questo modo imparano a gestire problemi di apprendimento, rabbia, paura e stress. E tutto ciò significa dare la giusta impronta per un percorso di vita positivo ed è un ottimo alleato per i genitori. Di seguito riportiamo alcuni suggerimenti dell’esperta.
“Quello che possiamo insegnare ai nostri figli è descrivere bene l’emozione che stanno provando. L’emozione è infatti una cosa invisibile. Non è un qualcosa di concreto a cui possiamo associare un’immagine visiva corrispondente nella realtà. Al massimo possiamo associarvi espressioni facciali, atteggiamenti e comportamenti. Gli effetti di quella sensazione possono essere percepiti e ricordati. Una delle tecniche che insegno è quella di chiedere al bambino in che parte del corpo sente l’emozione. L’emozione è infatti qualcosa che parla sempre attraverso il nostro corpo e cambia a seconda del soggetto. E poi domandargli quanto è grande. In seguito, con la fantasia, spaziare nel dialogo cercando di capire se quest’emozione ha un colore, una forma, una consistenza, o magari suono, o un nome (quindi capire se associata a una persona o a una situazione). Quando il bambino riesce a identificare ciò che sente in automatico si rilassa”.
In conclusione possiamo affermare che parlare con i bambini delle emozioni a livello profondo trattandoli da protagonisti nel processo dello sviluppo e del raggiungimento dell’equilibrio emozionale, e non solo intimargli di calmarsi, magari agitati a nostra volta, risulta efficace e aiuta a portare benessere. Prendere i bambini sul serio e analizzare insieme a loro ciò che provano è il primo passo per la consapevolezza, per la guarigione e una crescita sana all’insegna dell’armonia.
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