Sunday, 07 December 2025

Informazione dal 1999

Bianca, Cronaca

Olbia, rubrica “Pillole di crescita”: la casa come luogo sicuro

I consigli dell’esperta Michelle Oetterli per genitori che vogliono crescere figli sereni

Olbia, rubrica “Pillole di crescita”: la casa come luogo sicuro
Olbia, rubrica “Pillole di crescita”: la casa come luogo sicuro
Ilaria Del Giudice

Pubblicato il 07 December 2025 alle 09:00

condividi articolo:

Olbia. Cari lettori, in questo numero della nostra rubrica “Pillole di benessere e crescita personale” parleremo ancora una volta di educazione e famiglia. Come crescere bambini e adolescenti sereni? Per rispondere a questa domanda ci siamo rivolti a un’esperta di gestione emotiva infantile, la coach olistica Michelle Oetterli, fondatrice della scuola d’emozioni Magical Dots JR.

“I nostri ragazzi hanno bisogno di sentirsi al sicuro, specialmente in casa. E sta ai genitori, primi responsabili della loro educazione, garantire loro un ambiente domestico confortevole e dove possano esprimere sé stessi liberamente - introduce la dott.ssa Oetterli – Per creare ciò, è necessario porsi alcune domande capaci di orientare: “Come percepisco il mio bambino? in che ambiente vive? Stiamo gestendo tutto bene o ci serve un aiuto?”.

I genitori hanno il diritto/dovere di regolare le emozioni dei propri figli. Ma come fare a non perdere per primi il controllo della propria sfera emotiva? È vero infatti che, anche molti adulti, faticano ad avere un buon equilibrio emotivo perché, da piccoli, non hanno avuto genitori capaci di insegnarglielo. Risulta quindi di fondamentale importanza rompere questo ciclo, iniziando a prendersi prima cura delle proprie emozioni per poi saper affrontare e gestire quelle dei bambini, insegnando loro a modularle.

“Se un bambino nasce in una famiglia dove viene dato tanto amore, dove si crede in lui, dove gli viene insegnato che la vita è bella, anche da adulto il suo “semaforo” interiore sempre verde. I bambini che invece vivono sempre in allerta, in un ambiente dove tutto gli viene presentato come pericoloso e dove non si crede che lui possa farcela, vengono come “marchiati” emotivamente – spiega Michelle – E’ come se, a questi bambini, venisse disegnato un tatuaggio invisibile che non si limita all’infanzia, ma rimane per sempre nell’inconscio. Per esempio, se al bambino succede qualcosa di impattante a scuola, come magari una maestra poco comprensibile che lo sgrida davanti a tutti per aver letto male una parola, in lui si scriverà il tatuaggio emotivo invisibile che registra: “lettura uguale pericolo”. Questo si ripercuoterà negativamente nella sua vita di adulto quando magari gli verrà data a lavoro un’opportunità importante che passa attraverso la lettura in pubblico, che egli sarà costretto a rifiutare perché la paura di provare nuovamente quella vergogna e quella frustrazione lo bloccherà”.

Cosa fare dunque? Il consiglio della coach, quello di lavorare continuamente sui microtraumi. I bambini, infatti, imitano i genitori e questi sono lo specchio dei figli. Ecco perché è così importante fare un’autoanalisi costante, rispondendo a domande come: Cosa sto trasmettendo a mio figlio a livello di tatuaggi invisibili? Come mi vede il mio bambino in qualità di genitore? Lo sto capendo? Lo sto ascoltando? Lo lascio finire di parlare prima di dare consigli? Tante domande che i genitori sono chiamati a porsi e rispondere senza senso di colpa, con il solo fine di diventare consapevoli per poi migliorare.

Conclude Michelle: “Le emozioni non sono né buone né cattive, e ce ne sono di infinite. Servono tutte. L’importante è far capire ai bambini tutta la gamma delle emozioni, dalla rabbia alla paura, dal disgusto al dubbio, dalla vergogna alla preoccupazione, ecc. E capire che ruolo hanno. Per esempio la paura serve per proteggersi e la rabbia per difendersi. Come noi viviamo e gestiamo le emozioni non ce l’hanno insegnato, ma possiamo imparare a canalizzarle in modo funzionale per poi insegnarlo anche ai nostri figli”.