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Cronaca

*VIDEO* Olbia, Rsa. La rabbia delle famiglie: "questa è una deportazione"

*VIDEO* Olbia, Rsa. La rabbia delle famiglie:
*VIDEO* Olbia, Rsa. La rabbia delle famiglie:
Angela Galiberti

Pubblicato il 01 February 2017 alle 19:55

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Olbia, 01 Febbraio 2017 - La Rsa Sole di Gallura di via Tavolara, a Olbia, sta per chiudere dopo anni di tribolazioni.È una storia triste e complessa che coinvolge una cooperativa, tantissimi lavoratori, le istituzioni e i sindacati. Questa, però, è solo una parte della storia: in un angolo, nascosti da un velo d'ombra di pudore e privacy, ci sono i pazienti. Tante persone, quasi una quarantina, che usufruiscono della Rsa di via Tavolara e della Comunità integrata di Isticcadeddu. Per loro parlano i famigliari guidati da Dino Chessa, presidente del Comitato che riunisce le famiglie dei pazienti e degli ex pazienti della Rsa Olbiese.

"La civiltà di un paese si misura dai suoi servizi sociali, soprattutto quelli indirizzati alle fasce più deboli - spiega con voce ferma Dino Chessa -. Questa della Rsa non era che una morte annunciata, anzi "pilotata". Stiamo assistendo a una vera e propria deportazione". Il trasferimento verso altre strutture del territorio (Tempio, Padu, Alà dei Sardi, etc.) è già iniziato in sordina. Qualche famiglia ha preferito non aspettare il 12 Febbraio e ha già trasferito il suo congiunto altrove; le altre aspettano risposte vere e concrete dalla politica olbiese, l'unica che potrebbe ribaltare completamente la situazione.

La preoccupazione delle famiglie è altissima: i pazienti che si rivolgono a questo servizio essenziale hanno bisogno del contatto con i parenti. Un contatto che, purtroppo, non può essere costante all'interno della casa di famiglia, ma che può essere garantito dalla presenza di una Rsa vicino casa. Con il trasferimento altrove, si sfilacciano le famiglie, i rapporti, le certezze dei pazienti.

"Ci sono situazioni in cui non ci sono famigliari. Come faranno queste persone a essere sradicate dalla loro casa? C'è tantissimo stress - dice Giovannella Varrucciu, anche lei membro del Comitato -. Così viene tolta la dignità. L'atmosfera in Rsa è difficile. Cerchiamo di tranquillizzarli, di dar loro almeno la speranza, ma è difficile perché anche noi ne soffriamo. Noi stiamo chiedendo aiuto a tutti".

"Ilmalato lo stanno destabilizzando - chiosa Dino Chessa -. Ci vuole una presa di coscienza universale. Oggi il problema è mio, ma domani sarà di qualcun altro".

Maggiori particolari nell'intervista.