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Cronaca

Olbia, risonanza magnetica "negata": ecco la risposta della Assl Olbia

Olbia, risonanza magnetica
Olbia, risonanza magnetica
Angela Galiberti

Pubblicato il 10 April 2017 alle 19:00

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Olbia, 10 Aprile 2017 - La vicenda del padre A.S. e della risonanza magnetica "negata" alla figlia 12 affetta da una grossa cisti ha finalmente una risposta ufficiale della Assl di Olbia, la quale - attraverso il suo Ufficio stampa -spiega cosa è accaduto, sottolineando la disponibilità della struttura sanitaria a incontrare la famiglia coinvolta.

"In merito all’articolo pubblicato da Olbia.it dal titolo “Olbia, risonanza urgente negata a 12enne: padre olbiese sul piede di guerra”, la Assl di Olbia precisa quanto segue - si legge nel comunicato della Assl di Olbia -.La Assl di Olbia intende precisare come sia orientata ad assicurare la migliore assistenza alle persone, sul piano professionale ed umano, ed accoglie ogni segnalazione, in particolare quelle che evidenziano delle disfunzioni, nell’intento di migliorare il servizio offerto alla popolazione".

L'Azienda sanitaria esprimele sue scuse alla famiglia olbiese e nel contempo rimarca l'assoluta professionalità del dottor Vincenzo Bifulco, primario del Reparto di Radiologia del Giovanni Paolo II: "Per questo motivo, la Assl di Olbia si scusa con la paziente e i suoi familiari per la catena di difficoltà incontrate nelle gestione di questa impegnativa relativa all’effettuazione della Risonanza magnetica (Rm). Al contempo, intende rimarcare la competenza professionale e dedizione umana del primario del reparto di Radiologia, Vincenzo Bifulco, professionista stimato e particolarmente attento alle esigenze dei pazienti".

"L’esecuzione di una Rm implica la valutazione delle indicazioni alla stessa e dei rischi impliciti nella metodica. Ciò che è stato valutato dal padre della paziente quale inutile approccio burocratico, ovvero la compilazione del modulo di consenso informato e la relazione dello specialista (in questo caso di un ginecologo), costituiscono, al contrario, criteri fondamentali per la valutazione da parte del Radiologo dell’appropriatezza e tempistica dell’esame", spiega l'Assl di Olbia in merito alla procedura che viene eseguita per ottemperare a un'impegnativa.

Ciò che si è venuto a creare è il più classico dei fraintendimenti quando a confronto si trovano genitori spaventatissimi e operatori sanitari alle prese con una mole di casi molto gravi da gestire. L'Assl olbiese, pur non entrando nel merito per ovvi motivi di privacy, si rende disponibile per una "chiacchierata" con la famiglia, in modo da verificare e approfondire la situazione: "Nel rispetto della privacy e sensibilità dei nostri utenti, non intendiamo, in questa sede, entrare nel merito della singola situazione clinica, pur restando disponibili a verificarla direttamente con la famiglia. Pur tuttavia intendiamo assicurare ai genitori della ragazza e alla popolazione in generale che l’approccio della Radiologia dell’ospedale Giovanni Paolo II non contempla per principio la superficiale dilazione nell’effettuazione degli esami richiesti".

Il reparto di Radiologia olbiese è un reparto di eccellenza, dotato di alcuni dei macchinari più all'avanguardia. Come si legge nel comunicato Assl, il reparto diretto dal dottor Bifulco: "esegue giornalmente 40 esami radiologici urgenti (con una media di 15 ecografie, 10 Tac e 17 risonanze magnetiche), ai quali si sommano le urgenze provenienti dal Pronto Soccorso e dei Reparti ospedalieri (circa una trentina), e l’attività programmata attraverso Cup".

"Rispettando il dolore e la sofferenza di un genitore e della paziente, ci dispiace che per una serie di errori di comunicazione, proprio nel caso in questione, non siamo riusciti a stabilire un rapporto di dialogo costruttivo, nell’interesse in primo luogo della ragazza e, più in generale, del rapporto di fiducia fra “persone” e “servizio sanitario pubblico” che è alla base di una sanità rispettosa e di qualità", chiosa l'azienda sanitaria.