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Cronaca

Olbia, rischio alluvione: ecco gli Anelli Salva Olbia

Olbia, rischio alluvione: ecco gli Anelli Salva Olbia
Olbia, rischio alluvione: ecco gli Anelli Salva Olbia
Angela Galiberti

Pubblicato il 06 June 2018 alle 19:49

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Olbia, 06 giugno 2018 - Mentre il Piano Mancini e il Piano Technital-Nizzi rimangono fermi in Regione, c'è chi a Olbia va avanti dritto per la sua strada: è lo Studio d'Equipe dell'ingegner Mauro Corrao e del geometra Andrea Demuru, il quale ha da poco protocollato le sue osservazioni al progetto predisposto dal dottor Venturini.

Lo scopo delle osservazioni di Demuru e Corrao è duplice: da una parte definire la procedura di Via per le opere approvate o da approvate eventualmente arricchite dalle loro osservazioni, dall'altra concludere l'aggiornamento del Pai di Olbia in seguito agli eventi verificatisi con il Ciclone Cleopatra.

I due olbiesi propongono alla Regione Sardegna una soluzione definita ad "anelli salva Olbia" che va a inserirsi nel strada tracciata da Venturini con il suo scolmatore, ridefinendola e - secondo i proponenti - migliorandola.

Due le novità approntate dal duo Demuru/Corrao:

  • il percorso dello scolmatore, che nell'osservazione risulta più interno rispetto a quello Technital;
  • completare, a nord, l'anello previsto dallo Studio d'Equipe raggiungendo il canale scolmatore già esistente in Zona industriale (il "Cabu Abbas").

Secondo i proponenti, adottando queste soluzioni e gli anelli Salva Olbia aumenterebbe sia la capacità d'acqua eliminata dal bacino idrografico, sia la sicurezza. Nel dettaglio, l'opzione Anelli Salva Olbia permetterebbe la "diminuzione di 60 Mc/sec di acque di piena che arrivano in Città (120 Mc rispetto ai 180 della Techinital e 486 di Mancini)", mentre "con il nuovo tratto di scolmatore che sfocerebbe nel Rio Cabu Abbas, si eliminerebbero circa 25 Mc/sec di acqua, altrimenti destinati ai canali che passano a fianco di Via Galvani, Parco Fausto Noce e Centro Martini, eliminando cosi i problemi e i pericoli ai Quartieri dell’Ospedale e di San Nicola; canali che a quel punto servirebbero solo a smaltire le acque piovane dell’urbano".

Non solo: con questa soluzione, secondo Demuru e Corrao, le opere da demolire e ricostruire "si potrebbero ridurre di oltre il 30%, con vantaggi economici e funzionali per la città".

Effetti positivi anche dall'eliminazione delle vasche a Mannazzu: "non ci sarebbe più l’esigenza di utilizzare 15 ettari di aree destinate all’agricoltura, di cui ben 11 a carico dell’azienda dei Fratelli Saba, con sbarramento in terra lungo circa 500 metri, alto 5 metri fuori terra, confinante con case, orti ed altre attività consolidate".

"Gli scolmatori, previsti con la soluzione ”anelli salva Olbia” risulterebbero principalmente a cielo aperto, con facile possibilità di manutenzione, immissione e captazione delle acque da smaltire o riutilizzare per usi irrigui, senza escluderne la navigabilità - continua il ragionamento dei due olbiesi -.Le economie che potrebbero derivarne, da questo tipo d soluzione, rispetto a quella di un’unica galleria, assieme alla rinuncia alla cassa di laminazione di Mannazzu, sono state stimate sull’ordine di 50 Milioni di Euro".

Per i due proponenti ciò che bisogna fare è chiarissimo: "Ciò che occorre da subito è fermare gli sprechi e le complicazioni peraltro evidenti che deriverebbero da lavori infiniti, costosi ed inutili. Cose che non succederebbero se ci si indirizzasse da subito verso la soluzione dell’”anello” in città, collegato con l’altro anello in Zona Industriale (Rio Cabu Abbas)".