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Cronaca

Olbia: estremo degrado al promontorio "Sa Testa"

Olbia: estremo degrado al promontorio
Olbia: estremo degrado al promontorio
Camilla Pisani

Pubblicato il 04 April 2017 alle 18:41

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Olbia, 04 aprile 2017 - Il Partito Sardo d'Azione ha realizzato un reportage che denuncia lo stato di degrado dell'itinerario turistico/storico del promontorio “Sa Testa” ad Olbia.

"Il tracciato ha un elevato valore storico/culturale - recita l’insegna elencando i reperti militari e storici: fortini antiaerei, postazioni, casermette, la dogana vecchia e il deposito del sale, con tanto di fotografie poste affianco al testo. Si tratta del promontorio Sa Testa, un'area vasta che ospita nel suo cuore uno dei pozzi sacri meglio conservati di tutta la Sardegna, stretto a un lato da un centro commerciale e dall’altro dai cantieri navali.

Il sito archeologico è tenuto molto bene, ma tutta l’area esterna al sito sembra essere pericolosamente abbandonata a se stessa",recita il resoconto del Psd'az, che continua con una lunga e organica analisi della questione - la strada che porta all'itinerario storico/naturalistico “Sa Testa” attraversa Cala Saccaia (la zona industriale dei cantieri navali e degli stabulari) e prosegue fino a terminare in una piazzola di sosta: uno degli angoli più suggestivi del golfo interno di Olbia. Qui, da un lato del parcheggio un bel cartello posto dall’assessorato alla toponomastica della precedente amministrazione comunale, accoglie i visitatori, tutto intorno un mondezzaio.

Per completare lo sfregio, l’area è impedita al transito da una rete rossa e da un cartello di divieto senza alcuna spiegazione in merito. Per non incappare in una violazione si deve arrivare alla piazzola percorrendo un sentiero alternativo.

Si può ipotizzare che questa sia un’area dove il limite fra la giurisdizione del CIPNES, il Consorzio Industriale, screzia probabilmente in quella del Comune di Olbia, ma nessuna indicazione permette di capirlo. A infittire il mistero inoltre, un cantiere più in basso: un’estesa spianata abbandonata e recintata, anche questa senza alcun cartello, quantomeno doveroso, che ne dovrebbe segnalare i lavori in corso, la proprietà, l’impresa appaltatrice e l’inizio lavori. Una storia che, chi ha assistito l’estate scorsa ai movimenti terra con viavai di ruspe e camion e conseguente chiusura del sentiero, non riesce a spiegarsi."

Prosegue amaramente il comunicato, ponendo domande relative a responsabilità amministrative e provate, chiedendo quali e quante soluzioni si adotteranno per risolvere il degrado: "Il giro continua lungo “il percorso naturalistico”, fra cumuli di detriti abbandonati ai lati dei viottoli e piccole discariche più o meno nascoste sotto la macchia. Tanti i sacchi d’immondizia di ogni genere, raccolti dai volontari qualche settimana fa e lasciati all’ombra dei ginepri. Chi li dovrebbe ritirare? Il Cipnes? La De Vizia ovvero il Comune di Olbia?

Nel giro turistico si possono ammirare anche un casottino abbandonato il quale, a giudicare dallo stato è usato come rifugio da senzatetto.

Prosegue il testo del cartello rivolto agli escursionisti, che a questo punto pare una presa in giro: – Il sentiero si distingue per la presenza di piccole e accoglienti baie intervallate da lingue di rocce che si estendono al mare e dune ricoperte da macchia mediterranea –. È vero, ci sono le baie, ci sono le rocce e anche le essenze della macchia mediterranea, ma tutto è mortificato da fusti di plastica e rifiuti di vario genere con gli immancabili scaldabagni a segnalare, per chi ancora non lo sapesse che in quella zona grigia, si può scaricare di tutto.

Il promontorio Sa Testa a destra, Punta Saline a sinistra col Faro dell’isola Bocca in mezzo, sono il primo biglietto da visita per i turisti che arrivano dal mare, con navi, barche a vela e yacht. Un insieme di scorci naturalistici di grande pregio, che creano suggestione al primo sguardo. Noi chiediamo quali progetti abbia in serbo la nostra amministrazione comunale per mettere in salvaguardia una ricchezza così esposta e dall'equilibrio così fragile? Verrebbe da pensare che il degrado alla quale è sottoposta faccia parte di un piano a lunga scadenza che la veda irrimediabilmente rovinata per potere proseguire in maniera indisturbata con la costruzione di nuovi insediamenti industriali".

La conclusione del Psd'az è però fiduciosa sull'intervento dell'amministrazione e degli enti competenti: "ci auguriamo che l’assessore all’ambiente, il sindaco e la giunta comunale, si facciano carico di ciò che riteniamo essere uno sfregio in uno dei pochi angoli suggestivi rimasti ancora in questa città, dal quale invece si potrebbe ricavarne ulteriori spazi rivolti alla fruizione turistica con attività ricreative collegate ai percorsi archeologici e naturalistici in concerto con la soprintendenza ai beni archeologici e ambientali".

Ecco la galleria di immagini realizzata dal Partito Sardo d'Azione: