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Cronaca

Olbia, post alluvione: i progetti ci sono, mancano i finanziamenti

Olbia, post alluvione: i progetti ci sono, mancano i finanziamenti
Olbia, post alluvione: i progetti ci sono, mancano i finanziamenti
Angela Galiberti

Pubblicato il 22 August 2014 alle 16:58

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Olbia, 22 Agosto 2014 - Il Comune di Olbia non vuole nessun "muro contro muro" con la Regione Sardegna, ma di certo qualche spiegazione da parte di chi ha scelto come ripartire i 40 milioni di euro destinati alla mitigazione del rischio sarebbe gradita. Soprattutto perché Olbia, in questi nove mesi, non è stata ferma ad aspettare che qualcuno si accorgesse di lei, ma ha lavorato fianco a fianco con i tecnici regionali per arrivare a una Variante al Pai condivisa e fattibile. Questa mattina, nella sala giunta di Olbia, il sindaco Gianni Giovannelli e gli assessori Carlo Careddu (Urbanistica), Giovanna Spano (Ambiente) e Davide Bacciu (Lavori Pubblici) hanno voluto mettere qualche puntino sulle "i" e togliersi qualche sassolino dalla scarpa sia per quanto riguarda la variante al Pai, sia per quanto riguarda la situazione politica. "Vorremmo che si prestasse più attenzione a ciò che abbiamo fatto in questi mesi - ha detto il sindaco Gianni Giovannelli -. Stiamo solleticando la regione e ci stiamo anche preparando alla stagione delle piogge. Non abbiamo mai interrotto nessun rapporto politico. Siamo in costante contatto con il premier Renzi e con il presidente Pigliaru. Ogni settimana, una delegazione olbiese va a Cagliari per il tavolo tecnico-istituzionale. Non pretendiamo che le somme richieste vengano date a tamburo battente, vorremmo che fosse fatto un progetto speciale per la Città nel quale vengano programmati gli interventi. Diamo atto alla Regione di averci accompagnato in questo percorso, ma Olbia ha bisogno di somme più consistenti". A spiegare come si è arrivati alla viariante al Pai è stato Carlo Careddu. L'elaborazione della variante è avvenuta di concerto con la Regione Sardegna grazie ad un tavolo tecnico istituzionalizzato da una delibera della Giunta Pigliaru. In questi mesi è stato studiato il reticolo idrografico, il territorio e la sua urbanizzazione alla luce dell'evento del 18 Novembre scorso. Con questo studio in mano si è poi passati all'elaborazione delle soluzioni, mettendole a confronto per capire qualche fosse la migliore. "Abbiamo messo a confornto le soluzioni, compresa quella risalente agli anni '70 avanzata dal Comitato degli alluvionati - ha detto Carlo Careddu -. Questa soluzione prevede la creazione di un canale scolmatore sul Padrongianus. Abbiamo dovuto scartare questa idea sia per il costo, sia per l'impatto ambientale che avrebbe avuto sul golfo interno. La foce del Padrongianus avrebbe dovuto essere spostata e con lei i sedimenti che alimentano il delicato equilibrio del golfo. Poi abbiamo analizzato l'adeguamento delle sezioni dei canali, ma anche questo sarebbe stato troppo oneroso poichè i canali avrebbero dovuto essere allargati di 60 metri e questo avrebbe portato all'abbittimento delle case e alla loro delocalizzazione. Alla fine abbiamo optato per una soluzione mista, ovvero vasche di laminazione, canali scolmatori ed efficientamento del reticolo. Questo ci permette di programmare l'intervento in lotti e dunque di programmare la spesa e non di richiedere cifre esorbitanti tutte in una volta. Questo lavoro è stato presentato alla Regione. Dovrà poi essere approvato dall'Adis e dal Consiglio Comunale". Come Assessorato all'Ambiente, Giovanna SPano si è occupata dei canali cittadini e della loro messa in sicurezza. "Ci stiamo occupando del loro ripristino e della loro messa in sicurezza - ha affermato Giovanna Spano -. Sul Siligheddu i lavori inizieranno a Settembre ed entro fine mese saranno finiti. Abbiamo però necessità di risorse, dobbiamo trovare un percorso. Intanto, lavoreremo sul Siligheddu, Sul Gadduresu e sul San Nicola". Il più amareggiato di tutti per le poche risorse arrivate dalla Regione era Davide Bacciu, assessore ai Lavori Pubblici. "Questa amministrazione è in sella dal Giugno 2011 - ha ricordato Davide Bacciu - e sin da subito ha lavorato per ottenere una serie di finanziamenti e per non perderne altri che erano fermi dal 2005 e dal 2006. Abbiamo appaltato 4 milioni di euro di lavori. Tanti cantieri sono conclusi, altri sono pronti a partire. In via Galvani sapere la criticità che c'è. Abbiamo fatto tre progetti e sono fermi in Regione. La Regione stessa ci ha chiesto di modificarli perché ha voluto un tempo di ritorno di 200 anni. Nel dopo alluvione abbiamo speso 12,5 milioni di euro per fare fronte alle necessità. Un mese dopo l'alluvione, Olbia non aveva una sola criticità stradale perchè abbiamo fatto 178 interventi di ripristino ex ante. Per quanto riguarda la delibera regionale, speravamo che le cose mutassero. Tutte le progettazioni che abbiamo fatto sono in Regione a loro disposizione. Perché su 14 milioni di euro del punto 1 della delibera non ci siamo? Per le opere di ripristino non abbiamo avuto un euro, dal Ministero dell'Ambiente nemmeno. Siamo umiliati". Insomma, Olbia avrà anche sbagliato nella sua storia a non programmare, a non pianificare, a non dotarsi degli strumenti adatti. Ma è anche vero che, oggi, Olbia vive uno stato di emergenza continuo, specialmente nelle case dei 3000 nuclei familiari coinvolti dall'alluvione. E' a queste persone che l'amministrazione deve pensare ed è per queste persone che il Comune chiede un Piano di Rinascita condiviso per la Città di Olbia. Non senza, però, una domanda: quali sono stati i criteri per la ripartizione dei fondi? Una domanda che non è retorica, visto che la delibera assegna fondi a comuni che l'alluvione non l'hanno subita (vedi i bastioni algheresi e i 400mila euro di cui abbiamo più volte parlato).