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Olbia, polemiche Hub vaccini: "servono collaborazione e pazienza"

I consigli all'utenza per una più efficace ed agevole fruizione del servizio

Olbia, polemiche Hub vaccini:
Olbia, polemiche Hub vaccini:
Camilla Pisani

Pubblicato il 09 April 2021 alle 06:00

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Olbia. Per ogni lato della medaglia, esiste sempre il suo rovescio: parliamo della situazione Hub vaccinale di Olbia, al centro delle polemiche, oggetto di feroci segnalazioni da parte di utenti insoddisfatti, che lamentano disagi, ritardi ed altre difficoltà. Queste denunce, se da un lato sono utili a portare allo scoperto i “buchi” nella rete organizzativa (in un’ottica costruttiva, di riassestamento delle priorità), dall’altro a volte rivelano semplicemente la volontà di manifestare il proprio -pur legittimo- disagio nella partecipazione ad una complessa macchina che ha i suoi tempi fisiologici e i suoi stop forzati. Numerosissime le segnalazioni, ad esempio, relative alle lunghe attese in coda per le prime dosi dei vaccini: sono centinaia gli utenti che accorrono nelle prime ore della mattinata per accaparrarsi un numero tagliacode ed essere inseriti nelle file; questo accalcarsi concentrato in poche ore genera necessariamente assembramenti, che potrebbero essere in parte risolti diluendo la partecipazione in altre fasce orarie. Benché per le convocazioni per la prima dose (in ordine alfabetico, per lettera) emanate dal Comune di Olbia si specifichi di presentarsi dopo le 11 del mattino, poiché dalle 8:30 in poi vengono invece smaltite le somministrazioni delle seconde dosi agli over 80, sono tantissime le persone che, magari per paura di trovarsi “fuori” , si presentano anche prima delle 8, condannandosi di fatto ad un attesa (da aggiungersi a quella fisiologica dovuta all’ordine di chiamata) di almeno tre ore, che, maggiormente per un anziano, è faticosa da tollerare. La Assl Olbia, proprio in virtù della constatazione di queste difficoltà logistiche, per una maggior tutela della popolazione e per offrire un servizio più efficiente possibile, ha esteso l’orario dell’Hub fino alle 19:30, per tutti gli over 70 in buona salute convocati (diverso è il caso dei diabetici o dei soggetti fragili, che ricevono una convocazione a parte). L’invito rivolto alla popolazione, da parte della Assl Olbia è proprio questo: non accorrere in massa in prima mattinata, ma sfruttare anche altre porzioni della giornata, in considerazione dell’apertura prolungata, che consente la somministrazione decurtando i tempi di attesa e quindi la frustrazione e la stanchezza dovuta alla lunga permanenza nell’Hub. Purtroppo il comparto sanitario soffre da tempo di un sottodimensionamento importante, che a maggior ragione durante un’emergenza come quella pandemica, si fa sentire: il personale impiegato nelle vaccinazioni è poco, ed offre il massimo per garantire a tutti il servizio. Ma, per usare una metafora spicciola, quando la coperta è corta, c’è sempre qualcosa (o qualcuno) che rimane scoperto, ed è per questo che forse lo sforzo dovrebbe essere congiunto, fortemente empatico in maniera reciproca: se da un lato le lamentele e i disagi degli utenti vanno accolti, legittimati e quando possibile risolti, dall’altro è necessario comprendere lo stato di estrema precarietà che la pandemia prima, e l’incerta campagna vaccinale poi, ha generato nell’organizzazione. Dietro ogni numeretto c’è una persona, con tutti i suoi limiti, il suo impegno, la sua finitezza: segnalare un disagio oggettivo o la mancata tutela di una fragilità è sacrosanto ed anche auspicabile, meno lo è pretendere di modificare le regole per il proprio tornaconto, come nel caso delle decine di utenti che, come riferito dagli operatori, quotidianamente rifiutano il siero Astra Zeneca pretendendo il Pfizer (presente peraltro in quote ridottissime e quindi da centellinare) in nome di alcuna competenza medica; queste battaglie sono controproducenti, anche alla luce del fatto che, prima della somministrazione, sono i medici dell’Hub a valutare caso per caso i criteri di somministrabilità dell’uno o dell’altro vaccino, garantendo così che ognuno abbia il farmaco più adatto alla sua condizione fisica. In ultima analisi, l’appello della Assl, a cui sentiamo di aderire, è proprio un appello all’umanità, alla tolleranza: non di certo a subire soprusi, ma a riconoscere quali disagi sono figli di un obiettivo abuso (dunque assolutamente da denunciare a gran voce) e quali semplicemente frutto della comprensibile frustrazione dovuta all’attesa, alla stanchezza, alla paura; per aiutare tutti, c’è da aiutarsi uno per uno, vicendevolmente, attenendosi alle regole -pur se strette- e facendo da olio e non da freno all’ingranaggio, praticando pazienza e rispetto delle linee guida.