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Cronaca

Olbia, Piazza Ennio Roych: il regno del degrado e dell'immobilismo amministrativo

Olbia, Piazza Ennio Roych: il regno del degrado e dell'immobilismo amministrativo
Olbia, Piazza Ennio Roych: il regno del degrado e dell'immobilismo amministrativo
Angela Galiberti

Pubblicato il 15 October 2013 alle 16:24

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piazza-ennio-roych2 Olbia - Quando il 4 Giugno scorso "Il Giornale di Olbia" pubblicò questo articolo, Piazza Ennio Roych era il simbolo della desolazione e del degrado: sporcizia, disordine, escrementi umani, spazzatura. Ma in questi mesi le cose sono cambiate, ma non certo grazie alla solerte opera dell'amministrazione olbiese. Chi fa da sè, fa per tre. Danilo De Turco - 42 anni, artigiano disoccupato con moglie e due bambini piccoli - è uno di quei tanti olbiesi che, passato un certo livello di sopportazione, si rimbocca le maniche e si muove. Da Luglio, Danilo De Turco si prende cura di Piazza Ennio Roych: ha recuperato le piante, ha pulito, innaffia regolarmente. Ma Danilo De Turco, dopo mesi di lavoro, si è stufato di aspettare l'intervento dell'amministrazione. "Tutto è iniziato a causa del tanfo degli escrementi umani lasciati sotto i portici - ha detto Danilo De Turco, che ha accolto "Il Giornale di Olbia" a casa sua, proprio sopra la piazza - col caldo il tanfo sale fino alla finestra, non ne potevo più. Sono sceso, ho pulito. E poi ho pensato al giardino. Ho due bambini piccoli, dove potrebbero giocare se non in questa piazza?". In una situazione normale, i bambini dovrebbero prendere d'assalto Piazza Ennio Roych, ma questo non accade mai. "D'estate questo è il regno dello spaccio e della prostituzione - ha detto l'artigiano - certo, qualche retata i Carabinieri la fanno, ma non c'è illuminazione pubblica e qui è facile delinquere. Le persone, la sera, hanno paura di uscire, specialmente le donne anziane". La convenzione con la proprietà. Per una serie di vicissitudini che risalgono a molti anni fa, la Piazza Ennio Roych è sì comunale, ma su di essa "vigila" una convenzione che sancisce due cose: il Comune deve occuparsi dell'illuminazione, la proprietà del decoro urbano. Entrambe le parti, al momento, non stanno adempiendo ai loro doveri. La piazza, da questa estate, è tenuta da un cittadino comune; l'illuminazione pubblica è completamente distrutta. "Qua è sempre peggio, io mi sono veramente scocciato - ha detto con una espressione delusa e amareggiata Danilo - basta mettere quattro lampadine e una telecamera e qua si risolve tutto, invece non si fa nemmeno questo. Cosa ci vuole a mettere quattro lampadine? ". In teoria non ci vuole proprio nulla: il Comune ha il dovere di sistemare l'illuminazione pubblica ove presente e in Piazza Roych ce n'è in abbondanza se consideriamo anche il sito archeologico delle Mura Puniche. Ma i punti luce sono quasi tutti distrutti o dalla vecchiaia o dal vandalismo. "Questa estate è successa una cosa gravissima - ha raccontato Danilo De Turco - qua hanno vandalizzato tutti i faretti del sito archeologico. Non hanno rotto solo i fari, hanno persino strappato i fili. Questa estate, era un sabato sera, mi hanno chiamato dei ragazzi perchè uscivano le fiammate alte un metro da quei cavi. Sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Olbia e hanno staccato tutto. Da allora non è cambiato nulla. Nessuno è venuto a riparare i danni, nè a riattaccare la corrente". La vergogna delle Mura Puniche e l'immobilismo generale. La rabbia di Danilo è la rabbia della frustrazione causata dall'immobilismo sia delle persone, che delle istituzioni. "Quando ho iniziato a occuparmi della piazza, pensavo che dopo un po' avrei avuto un aiuto anche dagli altri residenti - ha detto Danilo - ma così non è stato. Qualcuno mi ha regalato delle piante, ma la maggior parte si è limitato a dirmi "bravo". Ma bravo un corno, scendi e dammi una mano! In compenso, c'è qualcuno che passa di qui e ruba le piante che mi regalano o che ho comprato per la piazza. Assurdo. Ovviamente, nessun operaio del comune è mai venuto da queste parti per sistema l'irrigazione che c'è, ma non funziona. L'unica che si è fatta vedere è stata una vigilessa che si è messa a fotografare tutto. Stop. Avevo parlato con l'assessore alla Cultura, Vincenzo Cachia, perchè qua c'è il sito archeologico. E' venuto subito, ha guardato tutto. Ma poi è sparito anche lui". Le Mura Puniche, che sono di competenza dell'Assessorato alla Cultura, sono una vergogna a parte. Oltre al degrado, oltre alla sporcizia, ci sono loro: le uniche vestigia puniche della città. "Voi non potete capire - ha detto Danilo - qua, in questa piazza, i turisti arrivano e cercano le mura. Per cosa poi? Per trovare quello schifo". Le parole di Danilo De Turco rendono più che bene ciò che si prova quando si passeggia per quello che dovrebbe essere "un salottino" ben tenuto e curato. L'illuminazione non è distrutta: è devastata. Uno dei cartelloni informativi è piazzato in un punto tale che anche un normodotato ha difficoltà a leggerlo. Gli escrementi di cane non si contano. E, dulcis in fundo, le mura puniche sono oggetto di vandalismo: parte della muratura è stata tolta dalla posizione originale e alcuni massi sono stati oggetto di scritte vandaliche. Le domande all'amministrazione. E' vero, c'è la spending review: su questo non ci piove. Ma è davvero così dispendioso mettere a posto l'illuminazione di una piazza comunale considerando che c'è un'azienda, che ha vinto un appalto pubblico, che dovrebbe occuparsene? Perchè una zona così sensibile e delicata non ha un sua telecamera di sorveglianza? Perchè il sito archeologico più importante del centro storico è ridotto in questa maniera? Ma soprattutto: perchè, dopo l'indignazione generale, non si è mosso ancora nessuno? Le ferie agostane sono passate da un pezzo e non ci sono scuse. L'Amministrazione a conoscenza della situazione da mesi: che sta facendo?