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Olbia, Piano Mancini: Unidos contro le vasche di laminazione

Olbia, Piano Mancini: Unidos contro le vasche di laminazione
Olbia, Piano Mancini: Unidos contro le vasche di laminazione
Olbia.it

Pubblicato il 14 September 2018 alle 19:30

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Olbia, 14 settembre 2018 - Anche il movimento Unidos ha protocollato la sua osservazione al Piano Mancini firmata da Antonio Pizzadili e Antonio Appeddu. Il movimento, dopo aver elencato una serie di argomentazioni, chiede che le vasche di laminazione siano eliminate dal progetto così come gli altri impatti sul tessuto urbano cittadino. Riportiamo per completezza di informazione tutto il documento.

Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D.Lgs 152/2006 e DGR 34/33 del 2012 per l’intervento opere di mitigazione del rischio idraulico delComune di Olbia – Proponente Commissario di Governo contro il dissestoidrogeologico

OSSERVAZIONE MOVIMENTO UNIDOS GALLURA

Scadenza presentazione osservazioni: 15/09/2018

Il Movimento Unidos Gallura, nelle persone dei rappresentanti: dott. agronomo Antonio Pizzadili, nato a Pattada il 07/01/1952, residente inOlbia in via Lupacciolu n.25, dott. agronomo Giovanni Antonio Appeddu,nato a Ozieri il 20.1.1956, residente in Olbia in via del Cisto n. 1, presenta laseguente osservazione al fine del rigetto della parte relativa all’invasivitàillogica, irrazionale, tecnicamente, urbanisticamente e socialmenteinsostenibile di cui il piano in oggetto prevede l’intervento nella città di Olbia:

Il progetto di mitigazione del rischio idrogeologico sembra mirato alla esecuzione di opere di regimazione idraulica sulla sola parte urbana diOlbia.

Tra le opere idrauliche previste sembrano particolarmente significative, perl'impatto che avranno sul tessuto urbano e per il ruolo loro assegnato nellaprogettazione, le cosiddette vasche di laminazione dell'acqua.

L'insieme di opere, così come previste in detto progetto/studio, appare come del tutto slegato dal contesto urbano nel quale andrà a ricadere.questo approccio progettuale sembra poco adatto alla soluzione delproblema idraulico, atteso che l'esecuzione di dette opere modificherà,sostanzialmente, l'assetto urbano della città, con inevitabili grossecompromissioni del tessuto urbanistico attuale;

Per quanto sopra, la soluzione adottata dai progettisti risulta impraticabile e totalmente slegata dal contesto territoriale, paesaggistico, ambientale esu quello della sicurezza. Essa sarà devastante anche sul piano urbanisticopoiché causerà una gravissima compromissione della qualità della vita nellacittà e genererà danni al tessuto urbano che sembrano, al momento,talmente consistenti da non essere quantificabili, in considerazione dellaconcatenazione dei contraccolpi economici, sociali ed ambientali chel'esecuzione e la messa in funzione delle opere originerà.

Appare indefinito e non definibile il percorso operativo sotteso dal progetto, in assenza di un'attenta analisi costi/benefici mirata a definire equantificare quanto costerà, in termini sociali, ambientali ed economici allacomunità olbiese la difesa della stessa dalle esondazioni dei corsi d'acqua amezzo del progetto in esame.

Nelle aree a monte delle previste vasche di laminazione, intensamente abitate e con presenza di numerose aziende agricole, il rischio alluvionerimarrà anche dopo la realizzazione delle opere progettate e le stessepossono causare dentro la città ulteriori elementi di rischio ancora piùrilevanti e consistenti.

In queste aree si sono registrate, in occasione dell'evento alluvionale del 18/11/2013, cinque vittime su un totale di nove perdite umane verificatesinel territorio del comune di Olbia. Nonostante ciò, non è stata studiata laregimazione delle acque nei versanti dei monti che coronano la piana diOlbia.

Inoltre, giova premettere che il 18/11/2013 l'onda d'acqua aveva una portata anomala e un volume critico già prima di arrivare ai siti dove ilprogetto prevede di realizzare le vasche di laminazione.

E ciò nonostante una parte del problema idrologico possa essere risolta facendo aumentare i tempi di corrivazione delle acque, intervenendo suiterritori posti a monte della piana olbiana. A tal proposito, nulla si prevedeo si ipotizza nel progetto in esame che, per le scelte tecniche effettuate,sembra più adattarsi ad un territorio disabitato che ad uno spazio urbanocon elevati indici di copertura del suolo.

Le 4 vasche di laminazione, di cui 2 ubicate in Città tra i popolosi quartieri di San Nicola, Ruinadas e Sa Istrana, non sono per nessun motivo idonee arisolvere adeguatamente il problema del razionale deflusso delle acquepiovane ma, per contro, sarebbero generatrici di nuove e pesantimodificazioni microclimatiche a danno degli olbiesi e della loro città.

Il piano manifesta diversi punti oscuri nella parte in cui vengono trattati i tempi di ritorno utilizzati per il calcolo delle portate critiche. I calcoli sul RioSeligheddu – sicuramente il più problematico tra i diversi corsi d’acqua inesame – sembrano elaborati con l'utilizzo di un tempo di ritorno di 50 anni.

Gli estensori del piano di Olbia, previsto dal Piano regionale, ritengono di poter usare T=50 anni – della cui inadeguatezza, probabilmente, anch’essisi rendono conto - poiché affermano di poter compensare, in termini diportata, l’insufficiente entità della portata associata a quel tempo di ritorno- a cui è legata la probabilità di non superamento dell’evento calcolato -con il tempo di ritorno T=200 anni dei sistemi di laminazione. Il rioSeligheddu e il rio San Nicola vengono dunque calcolati con T=50 anni,eppure per essi si richiede la deroga sul franco idraulico a T=200 anni onderidurre ulteriormente le sezioni.

Con riferimento a questo dettaglio tecnico, relativo alla scelta del tempo di ritorno, giova ricordare che l’Agenzia per il Servizio Idrografico dellaRegione Sardegna ha chiesto ad AREA la verifica di un canale tombato inuna lottizzazione con T=500 anni e il medesimo tempo di ritorno si stausando per il nuovo ponte sul Parongianus in prossimità dell’aeroporto.

L’area di laminazione SN2 utilizza come argine il rilevato stradale di Via PierLuigi Nervi. E' evidente che un impiego del genere porterebbe allasaturazione del rilevato e alla modifica del suo stato di compattazione e,conseguentemente, della sua stabilità.

Non per questa ragione, ma soloperché la livelletta sarebbe troppo bassa, viene proposta la sostituzionedella strada in essere con una sopraelevata per dare luogo a due aree dilaminazione invasanti 160.000 mc di acqua immediatamente a monte diquartieri densamente popolati con tutti i rischi e le conseguenze per inumerosi abitanti. In quest’ottica l’aspetto più critico, e pericoloso, dellevasche di laminazione appare con tutta evidenza dal seguente scenario che si potrebbe facilmente verificare: supponiamo che a seguito di un evento diprecipitazione intensa che ha allertato il sistema e determinato il riempimento degli impianti di accumulo nel sistema di laminazione ci sitrova con i bacini di laminazione pieni e le acque invasate che defluisconodagli sfioratori.

Cosa accadrebbe se a questo punto si verificasse un altro evento di particolare intensità, magari più intenso di quello che lo hapreceduto? A questo punto, di sicuro, il sistema idraulico si comporterebbe come se le vasche di laminazione non esistessero e tutte le acque diprecipitazione defluirebbero verso un sistema di canali inadeguato einvaderebbero le aree più depresse della città.

Non solo ma se leprecipitazioni facessero temere l’ipotesi della tracimazione delle acquedagli sbarramenti (in terra secondo la previsione della proposta pervenutaal Comune), ci si vedrebbe costretti ad aprire gli scarichi di fondo dellevasche di laminazione, incrementando considerevolmente le già disastroseportate. Nel caso di tracimazione, infatti, gli sbarramenti in terraverrebbero erosi ed abbattuti in brevissimo tempo, dando luogo ad unonda di piena dalle dimensioni gigantesche.

Non è casuale se l’abbandono dell’ipotesi degli impianti di laminazione a salvaguardia della città di Genova, è stato deciso a seguito di considerazioninon dissimili da quelle svolte in questa nostra osservazione.

D'altra parte, l'ampliamento dei canali, fino a 50 metri tra gli argini superiori della sezione trapezia in progetto potrebbe causare numerosidisagi alla popolazione.

Il piano/progetto, ancora, sembra non considerare il ruolo della lineaferrata che arriva in città. La ferrovia scorre in rilevato e non è provvista diadeguate opere d'arte per il deflusso dell'acqua dei canali che attraversa;essa, il 18 novembre 2013, ha funzionato da diga e ha causato forti inondazioni in gran parte del centro urbano. Così, dalla contrada diTannaule e da via Amba Alagi l'acqua del rio Seligheddu, bloccata dalrilevato della rete ferroviaria, si è riversata anche sul canale Gadduresu.

Una soluzione tecnica alternativa potrebbe basarsi sulla realizzazione di un'opera idraulica che porti le acque dei versanti che sovrastano la pianaolbiana verso il corso d'acqua denominato Padrongianus, il quale sversa lesue acque in mare all'altezza dell'imboccatura del golfo interno di Olbia.

Detta soluzione, oltre che sicuramente più economica di quella proposta dai tecnici incaricati dal Comune di Olbia, avrebbe un impatto minimo sullacittà e sul suo tessuto urbanistico e che consentirebbe un normale deflussodelle acque residue nell'attuale reticolo scolante costituito dai rii chesversano nell'ansa del porto Romano e del S'Eligheddu.

Il canale scolmatore andrebbe ad insistere su uno spazio territoriale idoneo adaccoglierlo, attesa la sua destinazione funzionale attuale e non creerebbe,al contrario delle vasche di laminazione, impatto alcuno sull'edificatourbano, sulla comunità ivi insediata e sulle attività che ivi si svolgono.

TUTTO CIÒ PREMESSO, CONSIDERATO, RITENUTO E SEGNALATO,

il Movimento Unidos Gallura nel proporre la presente

osservazione chiede che:

- venga rigettato l’intervento previsto delle vasche di laminazione, con oltre100 ettari di impatto dentro la città e le conseguenze pericolosissime sulpiano del rischio e della sicurezza dei cittadini;

- venga rivisto il progetto e si proceda alla verifica di possibili interventi sull'intero territorio del comune di Olbia, anche con lo studio di opereidraulico-forestali nei versanti dei rilievi che circondano la piana di Olbia;

- venga approfondita l'ipotesi di ridurre le portate delle reti fluviali attraverso la realizzazione di un canale scolmatore da collegare colPadrogianus;

- venga studiata la modalità tecnica che consenta di evitare che l'attualerete ferroviaria, che si sviluppa in rilevato, funga da sbarramento alnaturale deflusso delle acque superficiali;

- si elimini, per quanto sopra proposto, l'ampliamento dei canali tenendo conto dell’effettiva necessità;

- il progetto poggi sul criterio fondamentale di evitare il ricorso allaformazione di nuovi ed impattanti corpi idrici (vasche di laminazione) perevitare, ab origine, pericolose e dannose modificazioni climatiche dell'areaurbana di Olbia;

Cordialmente, MOVIMENTO UNIDOS GALLURA