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Olbia, Perfetta Imperfezione all'Art Port Corner

Olbia, Perfetta Imperfezione all'Art Port Corner
Olbia, Perfetta Imperfezione all'Art Port Corner
Angela Galiberti

Pubblicato il 14 July 2013 alle 14:00

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L'artista, Sylvie Renault L'artista, Sylvie Renault Olbia – Colori, immagini e suoni: tutti all'interno di una tela. Miracoli dell'arte, ma soprattutto miracoli della sensibilità dell'artista che, con semplici materiali – una tela, un pennello, dei colori acrilici, riesce a creare un mondo. E questo è il mondo di Sylvie Renault, graphic-designer e pittrice di origini francesi che, dopo aver partecipato a collettive di Roma e New York, ha deciso di varcare il Tirreno e di venire ad Olbia per una personale dedicata tutta a lei e alla sua “Perfetta imperfezione”. A darle spazio è stata la Geasar con il progetto “Art Port” seguito dalla dottoressa Maria Assunta Fodde e fortemente sostenuto dal direttore commerciale Geasar, Lucio Murru. La mostra, situata al piano terra – nell'angolo del Kara Food, sarà visitabile sino al 29 Luglio 2013. Ma cos'è la perfetta imperfezione? E cosa c'entra con il cerchio, tema principale delle opere di Siylvie Renault? Al primo sguardo, i quadri dell'artista romano-francese non possono non riportare che a Wassily Kandinsky e al suo trattato “Lo spirituale nell'Arte”, un vero e proprio trattato sui colori e sulle sensazioni che essi provocano nell'artista e in chi guarda. Kandinsky non è una citazione diretta nei lavori di Sylvie Renault; piuttosto ne è l'eco primordiale, una sorta di DNA silente, lontano e ancestrale che sbuca fuori solo quando la tela è sfiorata dalla luce. Nei lavori di Renault colpisce l'onnipresenza del cerchio, la figura più esoterica e misteriosa della geometria e della scienza e della spiritualità: il segno dove tutto inizia e dove tutto finisce. Perfetto nella sua circolarità, imperfetto nella sua morbidezza. La linea curva, per sua natura, non è mai perfetta – a meno che non venga rinchiusa in uno schema geometrico-lineare. Cosa che, in Sylvie Renault, non accade mai. Perchè la pittura della graphic-designer romano-francese è innanzitutto spiritualità, quella che non rinchiude tutto in uno schema prestabilito. Dietro a ogni colore e a ogni forma c'è sensazione e ricerca, c'è accettazione del sé e di quello che la vita ti costringe ad affrontare. C'è la “sana perfetta imperfezione” di cui parlava Osho, il maestro spirituale scomparso nel 1990, che con i suoi discorsi ha creato una nuova coscienza spirituale completamente slegata dalle religioni ma severamente incentrata sulle persone, sulla libertà e sull'amore. Se estetica e filosofia non fossero abbastanza, nelle tele di Sylvie Renault c'è anche la musica in pennellate e in versi. Perchè ogni quadro nasce da una canzone. Un po' come la vita.