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Olbia. Naspi e lavoratori stagionali: disoccupazione dimezzata per 18mila galluresi

Olbia. Naspi e lavoratori stagionali: disoccupazione dimezzata per 18mila galluresi
Olbia. Naspi e lavoratori stagionali: disoccupazione dimezzata per 18mila galluresi
Angela Galiberti

Pubblicato il 25 October 2016 alle 20:01

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Olbia, 25 Ottobre 2016 - La stagione turistica è quasi finita e per molti lavoratori stagionali è iniziata la via crucis per ottenere la disoccupazione. Un "sussidio" sul quale si preannuncia battaglia a Roma il prossimo 15 Novembre, in occasione della manifestazione indetta dall'ANLS (Associazione nazionale lavoratori stagionali) che, in Gallura, è rappresentata da Valerio Garau e Battistina Pau.

Esattamente come previsto nel mese di Marzo, il sussidio di disoccupazione - vale a dire la Naspi - quest'anno sarà dimezzato per la stragrande maggioranza dei lavoratori stagionali. Per farla breve, chi ha lavorato 3 mesi avrà una Naspi di un mese e mezzo, di ha lavorato 4 mesi avrà una Naspi di due mesi, e così via. La materia è ovviamente complessa, ma l'Anls conta di risolvere la situazione nel breve termine per tutti i lavoratorie intanto ha già incassato un primo piccolo successo.

"Il governo Renzi e il Ministro Poletti hanno iniziato a capire che c'è una categoria di lavoratori atipici che non molla. Abbiamo ottenuto un primo successo: un decreto legge che verrà presto tradotto in una circolare dell'Inps - spiega Valerio Garau -. In pratica, nel calcolo dei mesi di Naspi verrà aggiunto un mese. Si tratta però di un piccolo successo, perché questo mese in più verrà dato a pochissimi lavoratori, circa 60 mila in tutta Italia, poiché i criteri hanno le maglie strette".

La disoccupazioneper i lavoratori stagionali rappresenta un'importante aiuto durante i mesi in cui non c'è lavoro. Nonostante questo, la politica - quella che non vuole tagliarsi i vitalizi e le indennità - ha un po' demagogicamente preso la forbice e ha tagliato proprio le disoccupazioni con l'obiettivo di costringere le persone a cercare un lavoro: come se, in sostanza, i lavoratori stagionali preferissero "stare in panciolle" a spese dello Stato piuttosto che lavorare, come se il settore turistico non fosse (soprattutto in Sardegna) fortemente stagionalizzato e - infine - come se gli alberghi che lavorano durante la stagione invernale potessero assorbire tutti i lavoratori della stagione estiva.

"Tra Aspi e Naspi hanno tagliato un miliardo di euro - spiegano Valerio Garau e Battistina Pau -. Con questo mese in più ci restituiscono 135milioni di euro. Per questo il prossimo 15 Novembre saremo a Roma: vogliamo far cambiare la situazione. Chiediamo il sostegno di tutti, chiediamo un piccolo sacrificio ai nostri colleghi. Chiediamo all'assessore regionale al Turismo, Francesco Morandi, di venire con noi alla manifestazione".

Nel frattempo, a macchia di leopardo si sta applicando in toto la legge Jobs Abct anche all'interno dei Centri per l'impiego con risultati a dir poco maccheronici (che però non riguardano la Gallura). "Abbiamo ricevuto segnalazioni assurde - spiegano i due rappresentanti dell'Associazione -. Un ragazzo è stato mandato dallo psicologo perché timido, un altro ha dovuto portare i curriculum timbrati da un ristorante per dimostrare di impegnarsi nella ricerca di un lavoro. Noi non siamo contrari alla riqualificazione e alla ricollocazione, ma se il nostro settore turistico ha delle determinate caratteristiche perché invece di farci andare al Centro per l'impiego ogni 15 giorni non ci propongono corsi di lingua inglese o tedesca?".

Secondo Valerio Garau, alla lunga questo modo di trattare i lavoratori stagionali andrà a depauperare proprio il settore turistico e l'accoglienza poiché i lavoratori, rimasti senza sostegno nel periodo di spalla, sceglieranno di andarsene dalla Sardegna o dall'Italia definitivamente.

Senza contare, poi, le odiose differenze trai diversisettori lavorativi. "Perché ci sono categorie di lavoratori che possono stare anni in cassintegrazione all'80% dello stipendio? Perché devono esserci queste differenze? Perché ci devono essere persone che non prendono un euro - si chiede Valerio Garau -? La disoccupazione di uno stagionale non è ricca. Con 800 o 900 euro, nei casi più fortunati, ci si pagano l'affitto e le bollette. Si sopravvive. Noi saremmo ben contenti di lavorare tutto l'anno, manon è colpa nostra se la stagione dura 5 mesi".

Una riflessione amara, quella di Garau, ma non errata: al momento, in Sardegna, la stagione turistica nei casi più fortunati dura 6 mesi. Sono pochissime le strutture che rimangono aperte tutto l'anno perché è poco il flusso turistico nei "mesi di spalla": toccherebbe alla politica creare almeno le condizioni per la destagionalizzazione, ma invece si preferisce tagliare i "sussidi" per "costringere" le persone a cercare un lavoro. Un lavoro che, però, non c'è da nessuna parte.

I lavoratori stagionali sono, in Sardegna, 40mila. Solo in Gallura ce ne sono 18mila.