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Cronaca

Olbia, ragno violino: olbiese finisce in Pronto Soccorso

Olbia, ragno violino: olbiese finisce in Pronto Soccorso
Olbia, ragno violino: olbiese finisce in Pronto Soccorso
Angela Galiberti

Pubblicato il 20 July 2018 alle 13:52

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Olbia, 20 luglio 2018 - Sembrava una semplice puntura di zanzara: qualcosa di fastidioso, ma nulla di cui preoccuparsi. Invece, qualche giorno dopo, ha rivelato la sua vera natura tossica costringendo la vittima a un immediato "soggiorno" al Pronto Soccorso di Olbia.

Protagonista di questa disavventura, un uomo olbiese che ha dovuto fare i conti con gli effetti del morso del ragno violino (Loxosceles refuscens): un aracnide della famiglia Sicariidae diffuso in tutta l'area mediterranea, Sardegna compresa. Non è aggressivo, tende infatti a battere in ritirata, ma occasionalmente può mordere se si sente particolarmente minacciato.

Il paziente olbiese, dopo la terapia somministrata al Giovanni Paolo II, sta meglio e ha ripreso la sua normale vita. Il morso del ragno violino, però, non va sottovalutato.

Il suo veleno è insidioso perché a volte non ci si rende subito conto di essere stati morsi perché la puntura è indolore: generalmente, il paziente si accorge che si tratta di qualcosa di diverso da una semplice puntura quando l'area colpita diventa dolorosa e spuntano delle bollicine. Nei casi più gravi, si avvia il processo di necrotizzazione dei tessuti che può portare in casi estremi all'amputazione. La necrotizzazione è causata dalle tossine che il ragno utilizza per uccidere le sue prede.

L'evoluzione degli effetti del veleno dipende anche dallo stato di salute del paziente: in presenza di allergie, sensibilità o patologie preesistenti, il veleno potrebbe avere un'evoluzione importante. Nella stragrande maggioranza dei casi però, secondo la Fondazione Gemelli, il morso provoca fenomeni locali di scarso rilievo: in questi casi il ricorso al Pronto soccorso non sarebbe appropriato.

Il dott. Maurizio Soave, esperto di Tossicologia che ha curato la scheda informativa del centro antiveleni della Fondazioni Gemelli, consiglia il ricorso al Centro Antiveleni: "In casi particolari il morso può provocare una lesione della cute di tipo emorragico e necrotico che non differisce da quelle provocate da altre tossine biologiche come ad esempio quelle di altri ragni, degli imenotteri (api, vespe, calabroni), animali marini, etc.".

Secondo il dott. Soave è dunque corretto "consultare un Centro antiveleni descrivendo le circostanze dell'esposizione e i segni e sintomi eventualmente presenti; solo successivamente e in alcuni casi potrà essere necessaria la visita medica".

Niente allarmismi, dunque, ma senza abbassare la guardia.