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Cronaca

Olbia: conclusa la missione alpinistica di Mascitelli

Olbia: conclusa la missione alpinistica di Mascitelli
Olbia: conclusa la missione alpinistica di Mascitelli
Olbia.it

Pubblicato il 30 December 2016 alle 12:59

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Olbia, 30 Dicembre 2016 -Con il ritorno in Italia dell’Alpinista Ernesto Macera Mascitelli, il 16 Dicembre 2016 si è conclusa laspedizione sulle Ande Sudamericane, in Cile ed Argentina. La spedizione alpinistica prevedeva la conquistadi due 7000 metri, l’Ojos del Salado in Cile e dell’Acancagua in Argentina, in un mese.

La spedizione, patrocinata dal Comune di Olbia - Assessorato allo Sport, Comune di Gioia dei Marsi(Aq), Panathlon International Italia, verrà presentata a breve alla presenza dell’Assessore allo SportSilvana Pinducciu che ha seguito ed ha appoggiato fortemente il patrocinio di questa spedizione. Ildocumentario e le foto che verranno proiettate faranno vedere da vicino le meraviglie e le soddisfazioniproprie di questo sport che ripaga chi lo pratica di tutte le difficoltà e fatiche che deve affrontare.

L’ottica in cui l’Amministrazione Comunale ha sostenuto l’impresa è quella di «Sensibilizzare allacultura della montagna ed all’alpinismo in generale - commenta l’Assessore Silvana Pinducciu - per farconoscere le bellezze del mondo visto dall’alto e per promuovere una tipologia di vacanza alternativa, sullanostra isola, che valorizzi le bellezze del nostro interno».

La spedizione ha avuto non poche difficoltà dovute principalmente alle condizioni atmosfericheavverse ed alle temperature particolarmente rigide, ma alla fine Ernesto è riuscito a conquistare una vetta.Dopo aver raggiunto la quota di 6000 metri in Cile, Ernesto e l’altro alpinista peruviano, Amador,hanno dovuto rinunciare alla vetta perché una fortissima bufera di neve imperversava sulla zona. Ghiaccio,venti fino a 60 km/h e temperature a -30°C , hanno reso impossibile questo primo tentativo di conquistadell’ Ojos del Salado, il più alto vulcano della Terra.

Tornati al campo base, Ernesto, ha deciso di proseguire per l’ Argentina ed affrontare il versantedel Ghiaccaio dei Polacchi sull’ Aconcagua, la più alta vetta delle Americhe. Dal campo 1 al campo 4 sonostate numerose le difficoltà incontrate soprattutto per le condizioni climatiche, neve alta fino ad 1 metro,venti che soffiavano a 80/90 kmh; arrivati a quota 5600 metri, Campo 4, dopo aver appreso di unaimminente bufera di neve e di venti fino a 150 km/h, i due alpinisti hanno tentato la vetta saltando uncampo, passare direttamente da 5600 metri ai 7000 mt della vetta, due brutte scivolate sul ghiaccio, laperdita di una muffola della mano, hanno condizionato l’ascesa; arrivati nel punto più ripido a soli 300 mtdalla vetta, i due alpinisti nonostante l’ora tarda, hanno deciso di proseguire.

Purtroppo Ernesto, che era più avanzato, allo stremo delle forze e senza più nulla da bere, con unprincipio di congelamento al piede sinistro, accortosi di un principio di edema cerebrale che avrebbe potutocompromettere la sua vita, a soli 80 metri dalla vetta, ha rinunciato e con poche difficoltà è riuscito a farritorno al campo dove l’altro alpinista, compagno di cordata, lo attendeva.

Abbandonata l’Argentina e nonostante avesse riportato un congelamento di 2 grado al piedesinistro ed alla mano destra, nonostante un forte ematoma sulla gamba destra, causato dalle scivolate sulghiaccio, incurante delle pessime condizioni meteo in Cile, ha comunque raggiunto di nuovo per la secondavolta il Parco des Tres Cruces dove si trova la seconda vetta da scalare, l’Ojos del Salado, questa voltaraggiungendo l’obiettivo.