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Cronaca

Olbia. La lettera-sfogo di un imprenditore: "siamo alla mercé di un senzatetto"

Olbia. La lettera-sfogo di un imprenditore:
Olbia. La lettera-sfogo di un imprenditore:
Angela Galiberti

Pubblicato il 22 June 2017 alle 19:44

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Olbia, 22 Giugno 2017 - Una grande città come quella di Olbia si confronta ogni giorno con problemi piccoli e grandi che riguardano la viabilità, la gestione dei rifiuti, il traffico, l'accoglienza turistica, ma anche il disagio sociale e mentale. Quest'ultima problematica è molto delicata e spesso porta allo scontro di due diritti fondamentali: la sicurezza dei cittadini e il diritto all'autodeterminazione del malato.

In queste settimane, Facebook è pieno zeppo di segnalazioni riguardanti un uomo - che chiameremo Franco - che mette in atto azioni che a volte spaventano i cittadini, scatenando così un insolito tam-tam sui social network. Su Franco e la sua "vita olbiese" è pervenuta in redazione una lunga lettera-segnalazione di Pino Medici, un imprenditore olbiese che detiene un'attività in Piazza Matteotti.

"Buonasera mi chiamo Pino Medici e vi scrivo per denunciare una situazione incresciosa e grottesca che va avanti senza la benché minima parvenza di risoluzione, da ormai più di 4 mesi. Ho un'attività commerciale di Profumeria e Pelletteria in Piazza Matteotti e da più di 4 mesi viviamo alla mercé di un barbone meglio conosciuto come Franco. Ogni mattina le mie collaboratrici devono ripulire il piccolo spazio antistante al negozio di vino sul tappeto di ingresso, cicche di sigarette, cartacce di ogni genere, residui alimentari vari ma cosa ancor più sgradevole da tracce di sperma che durante la notte il barbone ha pensato bene di dispensare qui e là - scrive l'imprenditore esasperato -. Come se non bastasse durante il giorno sosta impunemente in Piazza Matteotti sciorinando momenti di pazzia pura, schizofrenia, streap- tease totale con atti di masturbazione a tutte le ore e davanti a bambini e chiunque sia presente. Le mie collaboratrici, sistematicamente impaurite dal fatto che entra in negozio, con fare minaccioso, sono costrette a chiudere con le conseguenze spiacevoli che la situazione genera. Fatta questa doverosa premessa, la mia indignazione non è certamente rivolta nei confronti di questo pover'uomo, che è evidentemente malato, ma nei confronti delle istituzioni, che tutti i giorni sono state da noi avvisate di ciò, nei confronti di una comunità che noncurante del disagio generato, si disinteressa di ciò che accade neanche fosse un qualcosa che non la riguardi. Per non parlare degli organi di Ordine Pubblico a vario titolo, che pur intervenendo, si rimbalzano la competenza dello stesso, sostenendo chiaramente di non poter far niente".
La lettera va avanti, descrivendo tentativi di aiuto annunciati sui social ma andati a vuoto con il conseguente ritorno del povero senzatetto in Piazza: "Questo è quanto sta accadendo ad Olbia, una città di piccole dimensioni ma pur sempre cosmopolita, che dovrebbe essere curata ed amministrata proprio in virtù di ciò con un'attenzione ancor più vigile rispetto al normale. Purtroppo così non è.... possibile che basti un povero disperato che da' di matto a rendere inerme tutti?".
Infine, l'imprenditore si pone la domanda che spesso si pongono i cittadini quando le situazioni non si risolvono: e se fosse accaduto a una persona importante a un politico? "Perdonate il mio sfogo ma credetemi, io e le mie collaboratrici ci siamo davvero sentiti abbandonati al nostro destino - conclude l'imprenditore -. Nessuno può fare niente? Siamo sicuri? Io non amo apparire per natura e ho tentato fino ad ora le strade più normali, denunciando i fatti a più riprese a chi di dovere. Purtroppo non è servito, pertanto mi rivolgo a voi come organo di informazione con la speranza che la cosa diventi ancor più risonante e porti ad una risoluzione che sia il bene di tutti".
Con queste parole piene di sconforto e rabbia tra le dita, abbiamo deciso di contattare l'Amministrazione comunale di Olbia, per capire cosa effettivamente sta accadendo. L'amministrazione olbiese è a conoscenza del problema e monitora la situazione, benché le sue competenze siano minime o del tutto assenti in merito alla gestione del disagio psichico. "Conosciamo la problematica di questa persona - ha detto l'assessora alle Politiche Sociali, Simonetta Lai -. Il nostro consiglio è quello di rivolgersi immediatamente alle Forze dell'ordine o, eventualmente, ai Servizi sociali. Noi non abbiamo gli strumenti per intervenire, perché non ci occupiamo di disagio psichico, ma attraverso i nostri canali possiamo attivare chi di dovere".I Servizi sociali, del resto, si occupano di disagio sociale in senso stretto: il disagio psichico attiene alla salute ed è prerogativa delle autorità sanitarie.
C'è anche da sottolineare chele condizioni per avviare un ricovero coatto sono molto restrittive proprio per tutelare i soggetti più deboli e/o evitare un abuso su persone magari con dei problemi ma capaci di intendere e di volere: evidentemente, fino a oggi, non ci sono gli estremi per applicarlo in questo caso.
Franco, a quanto pare, sarebbe stato più volte segnalato alle forze dell'ordine, ma l'intervento degli agenti non sarebbe servito a fargli cambiare idea sulla sua vita olbiese. È evidente che si tratta di una situazione molto delicata e particolare nella quale si scontrano due diritti: il diritto dei cittadini alla sicurezza e alla tranquillità, e il diritto di un uomo ad autodeterminarsi. Il consiglio dell'Amministrazione olbiese, in ogni caso, è di rivolgersi immediatamente alle forze dell'ordineper segnalare e/o denunciare fatti - per così dire - 'sopra le righe'.