Olbia - L'anno scorso una campagna di 15 giorni di scavo, effettuata con dei volontari, destò particolare sorpresa nella comunità scientifica sarda: a Tavalora, precisamente a Spalmatore di Terra, venne ritrovato un accampamento stanziale risalente all'
Età del Rame (2900-1900 a.C.). Non una semplice "rarità", ma una
novità vera e propria nel campo dell'Archeologia. Perchè per gli archeologi sardi il luogo comune storico sulla Gallura era questo: "
Età del Rame in Gallura? Poco e niente, regione povera e spopolata". Niente di più falso, almeno sul fronte popolazione. Perchè i "popoli dell'Età del Rame" in Gallura erano presenti e stanziali. A dismostrarlo ci sono due particolari insediamenti: il primo è quello di Tavolara, il secondo è una vera e propria novità che verrà rivelata nel convegno "La Sardegna nell'Età del Rame", presentato questa mattina da
Augusto Navone (Direttore dell'Amp Tavolara Punta Coda Cavallo),
Giuseppe Meloni (Sindaco di Loiri-Porto San Paolo), il dott.
Rubens d'Oriano (responsabile della Soprintendenza per i Beni Culturali ad Olbia), l'archeologa
Paola Mancini. Il convegno, nel quale verranno discusse tutte le novità scientifiche sull'Età del Rame in Sardegna, vedrà protagonisti 60 studiosi per un totale di 30 relazioni e si svolgerà questo sabato dalle ore 9 alle 18:45. Il simposio è dedicato agli addetti ai lavori (che proverranno da tutta Italia), ma è aperto a tutta la popolazione che - anzi - è invitata a partecipare numerosa per assistere a un evento molto importante per la Sardegna e per la Città di Olbia. Gli scavi a Spalmatore di Terra riprenderanno proabilmente in Autunno. "Abbiamo ricevuto per la seconda volta i finanziamenti dalla Fondazione del Banco di Sardegna - ha dichiarato Augusto Navone - il metodo che utilizzeremo sarà quello già sperimentato l'anno scorso con i volontari". Per la selezione di questi "archeologi a tempo limitato" sarà pubblicato un bando sul sito dell'Amp.