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Olbia, l'addio di Navone al Consiglio. Opposizione: atto politico. Maggioranza: regole ristabilite

Le dichiarazioni

Olbia, l'addio di Navone al Consiglio. Opposizione: atto politico. Maggioranza: regole ristabilite
Olbia, l'addio di Navone al Consiglio. Opposizione: atto politico. Maggioranza: regole ristabilite
Olbia.it

Pubblicato il 15 December 2021 alle 16:06

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Olbia. Tutto come da copione: ieri pomeriggio, il Consiglio comunale ha affrontato la spinosa questione della presunta incompatibilità di Augusto Navone sollevata da due cittadini e la maggioranza nizziana ha votato a favore della decandenza dal suo ruolo di consigliere comunale.

La discussione è durata poco più di 30 minuti e non sono mancati duri interventi e provocazioni politiche. Non poteva essere altrimenti: per la maggioranza si tratta di un atto per ristabilire la "legalità" e rispettare la normativa, per la minoranza invece si tratta di un colpo di mano politico con "mandanti occulti" e "pedine" per consumare una "vendetta" talmente grave da far morire la democrazia e lo spirito democratico.

Ad aprire gli interventi è stata la capogruppo di Olbia Democratica, Ivana Russu, che ha centrato il suo intervento sui valori democratici e sulle regole non scritte che permettono a una democrazia di rimanere tale, il tutto non senza vis polemica. "Ho pensato a questa città, una città dove c'è via Escrivà, la città dove stiamo per inaugurare una via che intitoliamo all'ultimo Scià di Persia - ha detto la consigliera Ivana Russu -. Forse anche la cultura di questa città e ciò che noi accettiamo in questa città ha un ruolo, forse pensate che tutto questo non abbia niente a che vedere con quello che sta accadendo e invece ha a che vedere".

Poi è stato il turno di Rino Piccunnu, eletto nella lista Scelta civica e capogruppo del Gruppo Misto, che ha esordito con tre parole: "Guai ai vinti". E poi: "Ho osservato un minuto di silenzio per qui oggi muore la democrazia. Si intuisce chi ha consegnato la penna e il foglio di carta a queste due persone a cui non gliene può fregar di meno del Consiglio comunale e di chi si siede. I mandanti sono dei quaquaraquà", ha detto Piccinnu che ha poi ha concentrato tutto il suo discorso sulla difesa di Navone.

Su altre presunte "incompatibilità" si è concentrata la consigliera Maria Teresa Piccinnu, Gruppo misto e Movimento 5 Stelle. "Esprimo disappunto totale sul modus con il quale Augusto Navone è stato estromesso dall'aula - ha detto la consigliera pentastellata -. Soprattutto, se dobbiamo parlare di illegalità e io sono assolutamente d'accordo, noi come Movimento 5 Stelle ne facciamo una bandiera non solo sulle leggi, ma anche sulle regole di comportamento. E allora, parliamo di semplici regole di comportamento. Laddove c'è una normativa la si può interpretare e io spero vivamente che Augusto vada avanti con il suo ricorso. Ci sono però delle norme di comportamento che vengono disattese e dove la legalità o l'incompatibilità sono demarcate da una linea di separazione molto sottile. Ci sono comportamenti inopportuni che vengono sistematicamente adottati. L'abbiamo visto nella precedente legislatura dove la figlia del presidente del consiglio comunale ha avuto un incarico consulenziale presso la partecipata del Comune. Era compatibile quell'incarico? Sì. Era opportuno eticamente e politicamente? Assolutamente no. Ci sono comportamenti che vengono sistematicamente adottati: è opportuno che un assessore sia parente del sindaco? Non si può fare, è incompatibile. Ma se quell'assessore non ha una parentela dichiarata o certificata è opportuno che lui svolga quell'incarico? Assolutamente no. La linea di demarcazione la scegliamo perché ci sono due cittadini che portano sul tavolo un rilievo di incompatibilità, però non ci poniamo il problema dell'opportunità e dell'etica nell'affidamento di incarichi di qualsivoglia natura. La legalità va applicata quotidianamente e non ad personam".

Non è mancato un intervento della maggioranza: a parlare è stata la capogruppo di Forza Italia, Maria Antonietta Cossu, che non ha smentito ovviamente il dispiacere umano per la vicenda trattata in aula. "Ciò dimostra quanto è complesso il nostro ruolo nel momento in cui bisogna far rispettare le regole - ha detto la consigliera Cossu -. Vorrei fare una riflessione. Mostrerei più rispetto nei confronti di quei due cittadini che con la loro segnalazione  hanno voluto partecipare alla vita politica cittadina. Ho sentito parole gravi come mandante, perdono, mano armata. Credo che questo sia estremamente grave, perché la democrazia non possiamo accenderla con il telecomando a nostro piacimento. La democrazia si garantisce rispettando le regole. A Navone è stato chiesto di fare una scelta, Navone ha scelto la propria professione e di non rappresentare i cittadini che gli hanno fiducia, scelta rispettabile. Se Navone avesse vinto le elezioni, la sua carica di sindaco sarebbe potuta decadere".