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Cronaca

Olbia, incubo Agenzia delle Entrate: coda in piedi a 30 gradi

Olbia, incubo Agenzia delle Entrate: coda in piedi a 30 gradi
Olbia, incubo Agenzia delle Entrate: coda in piedi a 30 gradi
Olbia.it

Pubblicato il 25 June 2020 alle 13:50

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Olbia, 25 giugno 2020- Con l'esplosione del caldo estivo gli utenti bisognosi di una pratica presso gli uffici dell'Agenzia dell'Entrate di Olbia, devono mettere in conto il terribile incubo dell'attesa in piedi con la mascherina oronasale anti covid-19: una sosta forzata sotto il sole cocente che allo zenit raggiunge punte di calore percepito ben oltre gi ufficiali 30 gradi all'ombra.

Una'attesa senza possibilità di sedersi un attimo all'ombra, a parte il bordo di granito di un'aiuola senza un minimo di refrigerio. Una condizione definita disumana, specie per chi soffre di qualche patologia, o non sa ancora di averla. L'edificio è posizionato in una fossa, nessuna tettoia per ripararsi, intorno il cemento rilascia calore e il sole batte all'ingresso fin dalle prime ore del mattino.

"Stamattina alle nove c'erano già 26 gradi. Non è pensabile dover attendere in piedi, in coda sotto l'unico filo d'ombra a disposizione, quello del muro che andrà ad assottigliarsi fino a scomparire con l'andare delle ore. L'impressione è quella di essere sottoposti al trattamento che si riserva al bestiame in attesa della tosa, perché in genere all'Agenzia delle Entrate si va per lasciare qualcosa. Se non vengono presi provvedimenti adeguati, con gazebo e tettoie, prevedo con l'andare dei giorni situazioni al limite dell'assurdo", scrive una nostra lettrice.

"Eppure soldi da quelle parti ne entrano parecchi, la sala d'attesa dell'Agenzia di Olbia è enorme, si potrebbe sostare all'interno con sicurezza e distanziamento, come si fa in altri uffici pubblici, o addirittura nei luoghi di culto", continua la lettera.

"Il trattamento che ci riservano qui nell'Agenzia di Olbia è disumano, allontanarsi non è neanche possibile perché l'addetto che esce a chiamarci non dice il numero di ingresso con tono stentoreo. All'interno il personale è veramente gentile ed accogliente, ma fuori, nell'attesa, si vive un incubo che non auguro a nessuno. Vista la condizione alla quale ci sottopongono, la prossima volta sarò costretta a portarmi l'ombrellino, la sedietta, e la borsa frigo per non svenire". Una segnalazione che accompagnata dalla foto giunta oggi in redazione lascia pochi dubbi di interpretazione.