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Cronaca

Olbia. Inchiesta sul centro storico - #2 via Porto Romano

Olbia. Inchiesta sul centro storico - #2 via Porto Romano
Olbia. Inchiesta sul centro storico - #2 via Porto Romano
Angela Galiberti

Pubblicato il 08 March 2013 alle 17:50

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Olbia - Prosegue la nostra inchiesta sullo stato del centro storico olbiese. Questa volta il nostro occhio elettronico si è soffermato in via Porto Romano: dall'incrocio con Corso Umberto sino a via Nanni. Una strada importante, ma trascurata. I problemi di via Porto Romano sono abbastanza differenti rispetto a quelli di Corso Umberto. Da quando è stato aperto il nuovo parcheggio gratuito (rovinato, tra l'altro, da dei graffiti) in via Porto Romano non si può più parcheggiare. Niente da eccepire, ovviamente. Ma l'eliminazione tout court dei parcheggi ha creato qualche problema alle attività presenti in loco. "Abbiamo chiesto al Comune di lasciare questo spiazzo almeno per lo scarico merci o per i disabili - ha raccontatoun commerciantecheha preferito rimanere anonimo- il Comune all'inizio ha detto sì, ma non è mai stato fatto niente".

Lo spiazzo di cui parla è quello di fronte all'Expò, dove in effetti campeggia in bella vista un divieto di sosta e fermata (non molto rispettato). Ma i problemi di via Porto Romano non hanno a che vedere solo con i parcheggi. Anche i panettoni non contribuiscono a rendere accogliente questa strada. "Un po' di tempo fa - ha continato - ho proposto un nuovo tipo di panettone, esteticamente piacevole, con delle foto rappresentative della città. Non è mai stato preso in considerazione". Insomma, dal centro storico non arrivano solo lamentele ma anche proposte intelligenti che, a quanto pare, il più delle volte cadono nel vuoto. Il degrado, comunque, non è solo per terra (dove le lastre di granito lasciano spesso a desiderare e i tombini rilasciano pesanti effluvi odorosi).... ma anche per aria. Fili elettrici (con relative lampade) scorrono da un palazzo all'altro. Altri fili penzolano dai cornicioni. Gli stucchi, spesso, cadono a pezzi. E non mancano - purtroppo - edifici fatiscenti e giardini improvvisati sui tetti.