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Cronaca

Olbia: il suo futuro è nel porto turistico?

Olbia: il suo futuro è nel porto turistico?
Olbia: il suo futuro è nel porto turistico?
Angela Galiberti

Pubblicato il 06 June 2013 alle 16:11

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Olbia - Domani sarà un giorno molto importante per la Città di Olbia. La comunicazione è pervenuta intorno alle 13:20. Venerdì 7 Giugno, nella sala conferenze del Museo Archeologico di Olbia, si svolgerà una conferenza stampa dedicata alla portualità diportistica cittadina. Alla conferenza parteciperanno il sindaco Gianni Giovannelli con la sua giunta, il Presidente dell'Autorità portuale del Nord Sardegna Paolo Piro, l'amministratore unico di Gallura Sviluppo Nino Onali e la Società Invitalia. Sul porto turistico si fanno, da sempre, grandi voli pindarici ed enormi speculazioni teoriche. Perchè, diciamo la verità, il Golfo di Olbia fa gola. Al di là della crisi economica che scoraggia gli investimenti, è inconfutabile che il Golfo interno olbiese abbia delle potenzialità enormi per quel che riguarda il diportismo e il conseguente giro economico derivante. Il perchè è presto detto: il porto di olbia è un cosiddetto "porto naturale" e permette l'attracco di qualsiasi tipo di imbarcazioni con qualsiasi condizione di tempo metereologico, Olbia è pur sempre una città economicamente valida dotata di buoni servizi (come l'Aeroporto Internazionale Costa Smeralda, l'Eccelsa, distretto nautico, etc), a due passi da Olbia vi è la Costa Smeralda, a due passi da Olbia vi è il ricchissimo entroterra e - infine - la città ha un centro storico sul mare con tanto da offrire. Sui progetti dedicati alla portualità vi è sempre stato un gran vociare, soprattutto sottovoce. La mail spedita alle 13.20 dall'Ufficio del Sindaco non specifica di quale portualità si parlerà. Il golfo interno che bagna Olbia è diviso in tre diversi tronconi: il porto romano (via dei Lidi), il porto vecchio (molo Brin e molo Bosazza), l'ansa sud (da via Redipuglia a zona Mogadiscio). I primi due tronconi sono di competenza di Carlo Careddu (Urbanistica), il terzo di Davide Bacciu (Lavori Pubblici). Presumibilmente si parlerà della portualità diportistica in generale e dunque di tutti e tre i tronconi. Tra il 2007 e il 2008 (anni caldissimi per via dell'iter di approvazione del Piano regolatore portuale) era in auge la presenza di una società privata, la Quay Royal Srl. Questa società voleva trasformare il porto vecchio in un approdo per maxy yacht. Il porto sarebbe stato quasi interamente a capitale privato con un 6% di capitale dedicato al Comune di Olbia. Ora, tra gli invitati alla conferenza, spicca la Invitalia. Chi è Invitalia? Come si legge nel sito ufficiale, "Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. I suoi obiettivi prioritari sono: favorire l'attrazione di investimenti esteri, sostenere l'innovazione e la crescita del sistema produttivo, valorizzare le potenzialità dei territori". Invitalia ha tra le mani cinque cosiddette controllate: Invitalia Attività Produttive, Infratel Italia, Italia Navigando, Italia Turismo, Invitalia Partecipazioni. Italia Navigando è la stessa Italia Navigando della Marina di Portisco. Un porto strategico accompagnato, però, da alcune brutture architettoniche che mal si accompagnano al paesaggio circostante. Ordunque, la presenza di Invitalia farebbe pensare a un porto turistico quasi completamente pubblico. Il sogno - mai realizzato - dell'ex sindaco Giommaria Uggias, attualmente eurodeputato. Il Prg approvato dal comune di Olbia nell'estate 2010 prevede:
- il tratto di costa compreso fra la testata del molo Brin, da utilizzare per il transito di piccole unità da crociera e mega yacht, ed il viadotto di attraversamento dell’insenatura terminale meridionale del golfo (affacciata a Via Redipuglia sul lato Nord, ad un quartiere abitativo sul lato Sud). - il tratto di costa a Nord del terminale dell’Isola Bianca e compreso fra il limite della zona destinata a traffico crocieristico (molo 2 bis) e il viadotto di attraversamento del porto romano; - il tratto di costa a sud di Cala Saccaia, destinato a strutture per la nautica da diporto a limitato impatto ambientale. (cit. Sito Ufficiale Autorità Portuale Nord Sardegna)
Negli anni scorsi, in molti si sono opposti all'idea dei maxy yacht al porto vecchio. Le scuole di pensiero sono sostanzialmente due. La prima vede nelle piccole e medie imbarcazioni il grosso dell'economia diportistica perchè sono i piccoli diportisti a fermarsi in città e a consumare in città; i mega yacht, da questo punto di vista, tolgono solo spazio ai piccoli e medi diportisti. Per contro, i pro mega yacht adducono ben altre osservazioni. In primis, secondo questa scuola di pensiero, sono i proprietari dei megayacht a spendere davvero sul territorio sia per i rifornimenti, si aper il "parcheggio" nei mesi invernali dello yacht all'interno della marina. In secondo luogo, al contrario delle piccole imbarcazioni, i megayacht sono costruiti con altissimi standar di efficienza energetica e ambientale: il loro inquinamento è pari a zero. In più i mega yacht sono bellissimi e richiamerebbero tantissime persone che aloro volta consumerebbero nel centro storico. L'equilibrio tra queste due tipologie di natanti è doveroso. Domani scopriremo che fine farà il golfo interno, ma soprattutto chi c'è dietro.