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Cronaca

Olbia: i volontari A.V.O. festeggiano la Giornata Nazionale

Olbia: i volontari A.V.O. festeggiano la Giornata Nazionale
Olbia: i volontari A.V.O. festeggiano la Giornata Nazionale
Patrizia Anziani

Pubblicato il 20 October 2019 alle 20:25

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Olbia, 20 ottobre 2019- Ogni giorno all'ingresso dell'Ospedale San Giovanni Paolo II un gruppo di persone in camice, con scritta identificativa volontario A.V.O., attende che qualcuno abbia necessità di essere accompagnato ai reparti, per una semplice richiesta di informazione, o per avere un po' di compagnia durante la lunga attesa per le visite mediche o durante la degenza ospedaliera.

Una presenza amica, garbatamente educata, che se vede un paziente in difficoltà, solo, spaesato, sofferente, si avvicina con un sorriso accogliente per aiutarlo nelle sue necessità.

Sono loro, gli angeli dell'Associazione Volontari Ospedalieri di Olbia che oggi conta circa 100 volontari epresta il servizio, mattina e pomeriggio, presso la maggior parte dei reparti dell’Ospedale Giovanni Paolo II e presso la Comunità Integrata “Terranova” di Via Marco Polo.

Volontari che dedicano con amore l'impegno gratuito e disinteressato di circa due ore settimanali al servizio della comunità e delle persone che soffrono.

L'Associazione A.V.O., che a livello nazionale, sulla base di apposite convenzioni stipulate con le Aziende interessate, presta servizio negli Ospedali, Case di Riposo, RSA, ecc, ogni anno forma volontari in tutta Italia.

La Federavo - Organo che raggruppa tutte le associazioni AVO in Italia - dal 2009 ha indetto la Giornata Nazionale A.V.O. Quest'anno verrà festeggiata l'undicesima edizione.

Giovedì, 24 Ottobre, l’A.V.O. Olbia allestirà dei banchetti informativi dove verrà consegnato il materiale relativo all’Associazione, all’ingresso dell’Ospedale Giovanni Paolo II e presso la struttura sanitaria San Giovanni di Dio (Ospedale vecchio).

Sabato, 26 Ottobre, alle ore 17.00l’A.V.O. Olbia organizza una serata presso il Museo Archeologico – Molo Brin. Ospite d'onore sarà l’artista Giuseppe Masia. Sarà un'occasione propizia per conoscere le molteplici attività dell'associazione di Olbia che avrà il piacere di accogliere e rendere partecipe delle attività dei volontari chiunque vorrà partecipare.

Quest’anno, lo slogan della Giornata Nazionale è: “Vivi Social: diventa Volontario”.

Chiudiamo con alcune riflessioni di Domenico Barbaro, Vice Presidente AVO Isernia. “Cosa spinge oggi una persona a fare volontariato in ospedale? cioè ad intraprendere una frequentazione nel luogo che per antonomasia è il luogo del dolore e della sofferenza?

La risposta sembrerebbe semplice se si considerasse che, al di là di un movente religioso o umanitario, ogni uomo di buon senso tende a dare una mano a chi gli sta vicino ed ha un qualsiasi bisogno.

Ma se si va oltre ad approfondire le possibili motivazioni che spingono verso questa forma di solidarietà in favore di chi soffre nel corpo, ma inevitabilmente anche nell’animo, emerge una indubbia complessità della risposta. Non fosse altro perché l’uomo contemporaneo in generale tende ad esorcizzare il male e la sofferenza, spesso negandola volontariamente, distratto da un sentimento eccessivo della vita e delle sue vicende.

Come dire che in una realtà edonistica e turbolenta non c’è assolutamente spazio per il dolore in tutte le sue forme. Invece il volontario ospedaliero fa un vero e proprio giro di boa e va controcorrente. Si dirige esattamente dove la solitudine, la sofferenza, la morte sembrano dominare la scena.

Nella mente del volontario ospedaliero si sommano diverse motivazioni a sottrarre un po’ del proprio tempo per avvicinarsi a chi vive una condizione di debolezza, di precarietà e spesso di pericolo per la propria sopravvivenza. C’è indubbiamente in partenza una sensibilità particolare verso chi è malato. C’è spesso una ispirazione cristiana che rimanda all’assunzione di un impegno vincolante alla testimonianza.

Nasce dunque questo incredibile e meraviglioso incontro tra il volontario e il paziente. Anzi, no. Tra due persone. Perché chi giace a letto non è un paziente, non è un numero, non è uno sconosciuto e improvviso ospite della struttura, non è un povero disgraziato. È una persona. E soprattutto, come diceva Veronesi, “una persona da curare nell’anima prima che nel corpo”.

Non possiamo intendere questo incontro simile a quello del medico che fa diagnosi e terapia. Né possiamo concepirlo analogo a quello dell’infermiere o dell’ausiliario che fa il suo turno e rigorosamente rispetta il proprio mansionario. Non è un incontro di circostanza emerso da un generico senso del dovere. È un incontro radicalmente diverso, segnato da una insostituibile e rigida prerogativa: la generosità, e ancora dalla piena coscienza che si tratta di un incontro tra due fragilità.

Allora ha ragione Longhini quando dice che il paziente diventa improvvisamente il medico del volontario. Il Sé del volontario ed il Sé del paziente entrano nel gioco del dare e dell’avere, trasferendo la ricchezza dell’uno nell’altro in una corretta condizione di reciprocità.”

Per informazioni e richieste di nuovi aspiranti volontari, telefonare ai seguenti numeri: 329 9465528 – 346 8465641.