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Cronaca

Olbia, giustizia sempre più cara e assente: ecco i numeri della Riforma Severino

Olbia, giustizia sempre più cara e assente: ecco i numeri della Riforma Severino
Olbia, giustizia sempre più cara e assente: ecco i numeri della Riforma Severino
Angela Galiberti

Pubblicato il 26 September 2013 alle 16:12

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Olbia – Giustizia sempre più lontana, anzi peggio: giustizia sempre più assente. La colpa non è solo di un apparato da riformare e potenziare, ma anche degli effetti della Riforma Severino che, in Gallura, ha portato alla chiusura delle sezioni giudiziarie distaccate di Olbia e di La Maddalena. Questa mattina, il Comitato civico per l'istituzione del Tribunale ad Olbia – coordinato dall'avvocato Ciriaco Pileri – ha tenuto una conferenza stampa per rendere noti i primi effetti negativi della sezione olbiese. “L'anno scorso abbiamo cercato di sensibilizzare la cittadinanza con una raccolta firme – ha detto Ciriaco Pileri – Oggi vogliamo denunciare ciò che sta accadendo. La Giustizia non era ben messa prima, figuriamoci adesso”.

Il carico di lavoro. Il 75% del carico di lavoro del Tribunale nel suo complesso è sempre stato su Olbia e dintorni. Con l'attuazione della Riforma Severino, questo carico è stato trasferito in blocco negli uffici tempiesi. “Il primo effetto negativo che abbiamo notato riguarda la durata dei processi civili – ha tuonato l'avvocato Pileri – l'udienza conclusiva di un processo civile è rinviata al 2016. Per vivere l'ultimo atto di un primo grado completo il cittadino deve aspettare altri tre anni”.

Gli ufficiali giudiziari. C'è una figura, nella macchina della giustizia, che è un pilastro fondamentale: è l'ufficiale giudiziario, colui che notifica gli atti. E la notifica degli atti, nel mondo della giustizia, è un aspetto procedurale basilare. Ebbene, prima della riforma – in Gallura – vi erano 5 ufficiali giudiziari. Un loro spostamento per notificare uno sfratto costava 30 euro, un pignoramento costava 10 euro. La situazione odierna, figlia della Riforma Severino, è molto diversa. Tempio, di ufficiali giudiziari, ne ha solo 2: quelli che lavoravano ad Olbia e La Maddalena, difatti, hanno preferito essere trasferiti a Sassari. Così, per notificare un atto bisogna affidarsi a questi due lavoratori che devno spostarsi da Tempio percorrendo 45 km all'andata e 45 km al ritorno. Tutto questo ha un costo in termini di tempo (lievitato a 4/5 mesi), ma anche di soldi: adesso uno sfratto costa 100 euro, un pignoramento 70 euro.

Il tempo e la distanza. Il Tribunale a Tempio arreca danni e disagi ai cittadini e agli avvocati. Un principe del foro di Olbia, per una fila in cancelleria, può perdere l'intera giornata – mentre prima i tempi erano ragionevoli. Ma la stessa cosa vale per il cittadino che ha bisogno di un certificato, visto che deve prendere una giornata di permesso solo per recarsi a Tempio e sperare di fare tutto in giorno.

Cosa vuole il comitato. “Il nosto obiettivo non è quello di migliorare la situazione di Tempio Pausania – ha tuonato l'avvocato Pinna, decano del gruppo – noi vogliamo che il Tribunale venga spostato qui, ad Olbia. La Procura della Repubblica deve stare sul pezzo, deve poter essere dove le cose succedono. Da 25 anni qua non si fa un processo ai colletti bianchi. Il Tribunale a Tempio andava bene nel 1836, quando Tempio era la terza città della Sardegna. Questo tribunale funziona male perchè è posizionato male. Dobbiamo rivisitare la geografia giudiziaria e portare il Tribunale qua, dove succedono le cose”.

La Politica. Per quel che riguarda il rapporto con la politica, il Comitato non si è sbilanciato. Agli eletti (siano essi comunali, regionali, parlamentari) chiedono una sola cosa: che si battano per il Tribunale ad Olbia.