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Cronaca

Olbia, il giorno di Air Italy. Sindacati: "è delocalizzazione"

Olbia, il giorno di Air Italy. Sindacati:
Olbia, il giorno di Air Italy. Sindacati:
Angela Galiberti

Pubblicato il 10 September 2018 alle 11:24

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Olbia, 10 settembre 2018 -È iniziato con uno sciopero di 4 ore il giorno dedicato ad Air Italy e ai 51 dipendenti che, secondo le decisioni aziendali, dovrebbero trasferirsi dal primo ottobre da Olbia a Malpensa. La giornata è iniziata nei pressi della sede del vettore, all'Aeroporto Costa Smeralda, con un partecipato sit-in; poi è stato il turno della politica con il Consiglio comunale convocato per le ore 10.

L'aula di Poltu Quadu è gremita: presenti i consiglieri regionali, tanti lavoratori, i consiglieri comunali, il sindaco Settimo Nizzi e una ricca rappresentanza sindacale.

In questo momento, uno dopo l'altro, stanno parlando i rappresentanti sindacali delle varie sigle. Pur avendo la consapevolezza che l'accordo con Qatar Airways abbia salvato la compagnia, i sindacati stanno lanciando un grido di allarme per ciò che rappresentano questi trasferimenti. Secondo le parti sociali, tali trasferimenti rappresentino una vera e propria "delocalizzazione" dell'azienda in Lombardia, con Milano Malpensa hub principale del vettore.

++ Notizia in aggiornamento ++

Marco Bardini: "Non c'è alcuna ragione per trasferire i lavoratori a Malpensa. L'Enac raccomanda la separazione dagli operativi. A due anni di distanza sono stati sostituiti due aerei che non potevano più volare, hanno inaugurato alcune linee, ma tante altre sono state chiuse quindi il delta, il saldo, è negativo. La compagnia non è stata realmente ricapitalizzata. Oggi stiamo assistendo a uno scippo. L'Azienda sta solo testando la tenuta dei sindacati, dei lavoratori e delle istituzioni. Questi non sono 51 trasferimenti, sono i primi 51".

Alessandro Brandanu (Usb): "È la compagnia aerea che viene ridimensionata, non l'aeroporto: l'aeroporto cresce con altre compagnie. Come delegato sindacale porgo la mia solidarietà ai colleghi che hanno ricevuto queste lettere. Si tratta dell'ultimo capriccio di una dirigenza che fa le prove di forza per capire quanto può andare avanti. Usb non ha sottoscritto l'accordo del 2016 perché non vedevamo una prospettiva tale da portarci alla firma. Sono passati quasi 27 mesi dalla firma, la compagnia è sempre la stessa. Sono arrivati due nuovi aerei, presentati a Milano Malpensa non a Olbia. Sono andati via quattro md 80 perché facevano rumore e questi volano in Danimarca con la stessa livrea. Chi ha riottenuto il posto di lavoro lo ha fatto con il giudice.È una situazione grottesca: il socio si chiama Qatar. Da olbiese mi auguravo che quel cantiere di allungamento della pista portasse a uno sviluppo della compagnia e della base di Olbia. Non voglio essere pessimista, sono realista. Non è prevista una crescita di flotta importante, di sicuro non a Olbia. Chiedo al territorio un grosso impegno: credo che siano i primi 51 trasferimenti".

Giansimone Masia (Confindustria): "La partita a cui ci troviamo di fronte è importante. Ognuno deve svolgere il suo ruolo, ma si deve capire da dove siamo partiti e dove stiamo andando. Sappiamo benissimo che in questi anni la compagnia è stata sostenuta dalle risorse del principe Aga Khan. Per quanto riguarda la parte istituzionale, può rivendicare un impegno che vada in una certa direzione. Riconosco ai sindacati la grande capacità di interpretare e capire cosa fa l'azienda. La domanda che dobbiamo porci è che una città come Olbia possa essere considerata da un vettore internazionale come Londra o Dublino. Le decisioni di una società di questo tipo non saranno le stesse della Meridiana che lavorava essenzialmente nel mercato regionale. Mi sembra di capire che è tutto all'interno di una logica di sviluppo. Mi risulta che abbiano aperto linee, mi risulta che i trasporti in continuità abbiano fatto numeri importanti. Non è utile a nessuno fare processi alle intenzioni".

Daniele Valentino: "Ancora questo territorio è sotto scacco, ma la differenza la possiamo fare noi. Con questo spirito di partecipazione possiamo vincere ovunque le battaglie della Gallura, non solo per il trasporto aereo. Se oggi falliamo questo obiettivo, abbiamo fallito tutti. La prima cosa che dobbiamo ottenere è una moratoria, una sospensiva sulla data dei trasferimenti perché ciò consente a tutti di ragionare. Vogliamo una compagnia aggressiva sulla Sardegna, vogliamo crescere. Volevamo un futuro anche per chi oggi è fuori dal perimetro della produzione. Noi dobbiamo andare oltre: il ridimensionamento attuale va oltre. Va messo tutto sul piazzo: il recupero dei colleghi in cassa, il Mater Olbia, la compagnia. Voi che siete al tavolo, avete i contatti giusti. Noi lavoratori ci impegneremo a garantire il futuro della compagnia: a noi interessa che si veda un progetto di sviluppo. Fate la vostra parte: noi ci saremo per fare la nostra".

Gigi Carbini (comandante Air Italy): "Ho il dovere morale di ringraziare sua altezza principe Karim Aga Khan, lo faccio come un dovere. Sarebbe facile dire che chi dirige la compagnia è un lestofante, ma dobbiamo fare un mea culpa generale. Se fossi stato il principe me ne sarei andato 20 anni fa per responsabilità di tutti: politica, sindacati, dipendenti. Torniamo al problema attuale: c'è una sorta di ostilità nei confronti della Sardegna. Quelli che saranno trasferiti sono quelli che hanno dato di più all'azienda stessa, proteggendola anche quando noi facevamo alcune azioni dimostrative che danneggiavano i passeggeri. Spero che da quest'aula si esca con una lettera firmata da tutti indirizzata alla proprietà". Carlo Careddu (Assessore regionale ai trasporti): "Oggi iniziamo la giornata con il diritto di sciopero, che è un diritto garantito dalla Costituzione. Qui c'è un fronte unito formato da istituzione, lavoratori e parti sociale. Noi non siamo disponibili a sopportare nessun invito al silenzio. La partita non è semplice: è una partita annosa. Per noi che siamo sardi, la stretta di mano ha un valore fondamentale. Sappiamo che questi trasferimento non sono ineluttabili e sappiamo che questo trasferimento amministrativo nasce prima del closing con il Qatar. Noi fin da subito abbiamo contrastato questo, quando non se ne parlava abbiamo incontrato i manager: in quella sede si parlava solo di trasferire il personale tecnico e quel piano venne negato. Chi credibilità può avere chi parla di crescita e porta via il 16% della forza lavoro dalla Sardegna? Non possiamo soprassedere su questo. Abbiamo richiesto un piano industriale con dati che misurino le ricadute sul territorio. Molti lavoratori sono fuori dal perimetro aziendale perché pensavano che quell'accordo li potesse riportare all'interno. Tutti insieme dobbiamo far capire all'investitore che c'è un investimento di settore e lo Stato sovrano deve seguire una certa linea. Non ho mandato giù gli avvertimenti sibillini: non funziona così in uno Stato democratico. Ho chiesto una riunione a Olbia con una delegazione della Qatar Airways per fare il punto della situazione e capire cosa sta succedendo. Nel frattempo è importante che anche il Mise si riunisca". Pierfranco Zachetta (consigliere regionale): "Credo che ci sia un disegno chiaro: prima gli italiani dei sardi. Dico questo perché è il disegno della Lega bossiana che oggi prende corpo e che diventa un elemento fondamentale. Vada a fondo, onorevole Marino, su questo aspetto e dica al suo ministro che non ricevere il presidente della Regione e l'assessore è stata una gaffe che si poteva risparmiare". Giuseppe Fasolino (consigliere regionale): "Propongo lo sciopero generale della Gallura, questa è la grande sfida che dobbiamo portare avanti. Questa è una battaglia che si può vincere: Golia non sarà da solo". Giuseppe Meloni (consigliere regionale): "Dobbiamo fare un fronte unito rispetto al quale l'azienda deve capire che non ci sono sconti per nessuno. Il Governo deve dirci cosa intende fare per questa vertenza: le 51 persone sono il simbolo di un territorio che cresce a dispetto di tutti, ma che non può esser martoriato. La compagnia ci deve dire cosa vuole fare in questo territorio. Forse è il caso di finire di abbaiare e iniziare a mordere". Gian Piero Scanu: "Dobbiamo far sospendere questo tipo di provvedimento. Chiedo ai politici che impegnino il partito di appartenenza a livello regionale. Facciamo un documento in cui ci si impegni coinvolgendo le varie rappresentanze e così saremo tutti più forti".