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Cronaca

Maxi operazione contro usura ed estorsione: coinvolti olbiesi

Maxi operazione contro usura ed estorsione: coinvolti olbiesi
Maxi operazione contro usura ed estorsione: coinvolti olbiesi
Olbia.it

Pubblicato il 23 May 2018 alle 16:15

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Olbia, 23 maggio 2018 - Ha toccato anche la Città di Olbia l'operazione che questa mattina è stata compiuta dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza. Operazione che ha un doppio nome: "Amici nostri" e "Pluribus", nonché diverse diverse Regioni coinvolte. Ecco i dettagli.

Dall’alba di questa mattina, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Pistoia e del ComandoProvinciale della Guardia di Finanza di Pistoia hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelareemesse dal Gip del Tribunale di Pistoia, Alessandro Buzzegoli, nei confronti di ventisette personedomiciliate in Pistoia, Firenze, Pescia (PT), Massa e Cozzile (PT), Montecatini Terme (PT), Massarosa(LU), Gioia Tauro (RC), Lamezia Terme (CZ), Pieve a Nievole (PT), Quarrata (PT), Scandicci (FI),Capannori (LU), Olbia (OT) e Vicopisano (PI), indagate dai sostituti della Procura di Pistoia, Fabio DiVizio, ora alla Procura di Firenze, e Claudio Curreli.

Le accuse sono le seguenti: associazione per delinquere finalizzataall’intestazione fittizia di beni, auto-riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura, estorsione,assunzioni fittizie finalizzate alle truffe in danno dello Stato, favoreggiamento dell’immigrazioneclandestina, evasione d’imposta e false fatturazioni.

Due dei destinatari delle misure sono stati trasferiti in carcere, venticinque agli arresti domiciliari e uno è stato sottoposto all’obbligo di dimora. Ad uno dei due destinatari, personaggio considerato dagli inquirenti come centrale inentrambe le indagini, sono state applicate entrambe le ordinanze emesse dal Gip.

Ventitré misure cautelari sono state eseguite dai militari dell’Arma nell’ambito di entrambi iprocedimenti e cinque dal personale della Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine “AMICI NOSTRI”.

Eseguite anche 41 perquisizioni locali e domiciliari, finalizzate alla ricerca di materiale informatico e cartaceo, idoneo a corroborare ulteriormente le ipotesi accusatorie.

Due indagini distinte, convenzionalmente denominate “AMICI NOSTRI” e “PLURIBUS” sono poiconfluite in un unico procedimento penale nel cui ambito hanno svolto sinergiche investigazioni ilNucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia, denunciando complessivamente 163 persone.

I carabinieri hanno avviato le indagini nell’aprile del 2015, concentrando la loro attenzione sull’operato di alcuni commercialisti della Provincia e sugli imprenditori a loro collegati mentre leFiamme Gialle, dal gennaio dello scorso anno, anche sulla scorta di spunti investigativiprecedentemente acquisiti, hanno svolto sinergici e mirati accertamenti di polizia economico-finanziariasul loro conto.

Nel corso dell’operazione è stato eseguito il sequestro preventivo ai fini della confisca di otto aziende, con sedi ubicate nei Comuni di Pistoia, Buggiano (PT) e Montelupo Fiorentino (FI), operantinei settori della ristorazione, movimento terra, edilizia, vendita di tabacchi;il sequestro preventivoal fine della confisca “per equivalente” di beni immobili e mobili registrati nonché di conti correntie depositi bancari/postali per un ammontare complessivo di circa trentasei milioni di euro.

Le investigazioni congiunte hanno consentito di individuare una presunta struttura delinquenziale composta da imprenditori, operanti in vari settori economici, organizzata anche con l’ausilio di commercialisti.

La stessa si sarebbe adoperata - allo scopo di agevolare alcuni clienti imprenditori, attivi nella provincia diPistoia - nelle commissioni di delitti di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale ed elusione fiscale,nonché illecito impiego di capitali, trasferiti anche all’estero in ragione di circa venti milioni di euro,perpetrati per almeno dieci anni, arrecando un danno complessivo (nei confronti dei creditori terzie dell’Erario) pari a oltre cinquanta milioni di Euro.

Le imprese coinvolte sarebbero state fraudolentemente “svuotate” delle proprie risorse aziendali, attraverso il depauperamento dell’attivo, determinandone l’insolvenza ed, in alcuni casi, ilfallimento. Inoltre nel corso delle indagini sarebbe stato accertato che quanto fraudolentemente distrattoveniva illecitamente reimpiegato/riciclato in nuove realtà imprenditoriali che, di fatto,subentravano alle imprese fallite o insolventi e ne proseguivano l’attività, anche attraverso presunti “prestanome”.

Nel porre in essere tali fatti illeciti, alcuni soggetti ritenuti responsabili (consapevoli di essere probabili destinatari di misure di prevenzione patrimoniale da parte dell’A.G.) avrebbero trasferito fittiziamente a “teste di legno” i beni che - di fatto - rimanevano nella loro effettiva disponibilità affinché, con la“consulenza” di professionisti contabili, si potesse trarre il maggior illecito vantaggio economico,avvalendosi anche di tecniche di riciclaggio e di auto-riciclaggio.

Gli appartenenti all’organizzazione criminale smantellata con il filone d’indagine “PLURIBUS” tenevano condotte finalizzate a commettere numerose truffe, utilizzando aziende facenti capo allaconsorteria e di fatto già svuotate di risorse economiche, nonché finalizzate alla fittizia assunzionedi persone, con l’obiettivo di:

  • favorire l’illecita permanenza nel territorio dello Stato di extracomunitari, che potevano cosìottenere il permesso di soggiorno;
  • fare erogare indennità di disoccupazione (NASPI) non dovute;
  • consentire l’accesso al credito mediante l’esibizione di false buste paga;
  • far ottenere benefici di legge, come le misure alternative alla detenzione, a individui chediversamente non avrebbero potuto ottenerli.

Sarebbe stata accertata, peraltro, anche l’attività di usura, talvolta anche nei confronti degli stessi sodali, che venivano poi sottoposti ad estorsione per la restituzione delle somme prestate.Coinvolti, oltre agli imprenditori e commercialisti, anche numerosi personaggi contigui allacriminalità organizzata di tipo mafioso.