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Pubblicato il 15 June 2019 alle 13:37
Olbia, 15 giugno 2019 - L'Olbia Film Network inizia con il botto e lo fa con Bonifacio Angius e la sua opera Ovunque Proteggimi.
Alla proiezione della terza fatica del regista sassarese ha partecipato un folto pubblico eterogeneo che, ai titoli di coda, si è complimentato con Angius con un fragoroso e lungo applauso.
"Ovunque proteggimi" è un affresco crudo, realistico (ma a tratti poetico) di quelle esistenze che vengono definite laconicamente marginali. Esistenze espulse dalla società "normale", marginalizzate e costrette a subire una normalizzazione forzata.
Ciò che colpisce in questo film (ben scritto, ben recitato, ben girato) è la capacità di Angius di tratteggiare con delicatezza, ma allo stesso tempo senza alcun filtro, il dramma che vivono i protagonisti.
Alessandro, interpretato dal magnifico Alessandro Gazale, è un cantante di musica folk che vive ancora con sua madre e che ha due dipendenze: l'alcol e le slot.
Costretto a un trattamento sanitario obbligatorio, si ritrova rinchiuso in un reparto di psichiatria: è qui che incontra la seconda protagonista, Francesca (interpretata dalla compagna di Angius, Francesca Niedda: anche lei magistrale nella sua interpretazione).
Francesca è stata sottoposta a un ricovero coatto: è madre e desidera scappare via dalla Sardegna con suo figlio Antonio (figlio del regista Angius: anche lui splendido nella sua caratterizzazione)che le è stato sottratto.
Tra dialoghi apparentemente surreali, che strappano sorrisi e risate alla platea, il dramma prende forma nella più spietata crudezza quando i due protagonisti - che nel frattempo intrecciano una relazione affettiva, per quanto "strana" - si ritrovano a casa dei genitori di lei e scoprono che il figlio Antonio è stato portato via e trasferito in una casa famiglia in seguito alla sentenza del Tribunale di Cagliari.
L'incontro-scontro tra i genitori di Francesca e la figlia è duro, crudo, cattivo e affilato come un coltello.
Da una parte i "normali" (che tanto normali non sembrano) e dall'altra i "pazzi" (che tanto pazzi, nel loro cercare il piccolo Antonio, non appaiono agli occhi dello spettatore che è ormai immerso nella realtà di Alessandro).
Il film prosegue tra addii, delusioni e tradimenti fino all'atto finale: quando Alessandro, che per tutta la durata della storia sorregge e non giudica Francesca, si sacrifica per lei permettendole la fuga con suo figlio verso la Spagna.
Questo film può essere definito come un elogio all'empatia: caratteristica, oggi, sempre più rara e osteggiata a vantaggio del giudizio, della marginalizzazione e dell'esclusione.
"Dovunque venga proiettato - ha detto Biagio Angius intervistato da Olbia.it -, anche dall'altra parte del mondo, il coinvolgimento emotivo del pubblico è sempre molto forte. E questo significa che il film è universale e che è un film che ha un racconto e dei personaggi che emozionano. Che portano sullo schermo dei sentimenti comprensibili a chiunque".
Ed è proprio così: "Ovunque Proteggimi" ha il pregio di raccontare una storia universale e di proiettare lo spettatore in una realtà, quella delle marginalità sociali, che forse non conosce e che magari ha giudicato.
In un mondo dove si cerca a forza la normalizzazione e dove la normalità è spesso chiusura e superficialità, essere "pazzi" forse è l'unico atto di libertà possibile - per quanto le conseguenze non siano spesso positive.
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