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Cronaca

Successo strepitoso per "Fare Rete", il convegno dedicato all'autismo

Successo strepitoso per
Successo strepitoso per
Angela Galiberti

Pubblicato il 11 January 2015 alle 15:09

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Olbia, 11 Gennaio 2015 - Un museo così gremito di persone non è facile da vedere. Eppure, l'Associazione SensibilMente - con il convegno "Fare Rete" - c'è riuscita. Forse sarà stato l'argomento, forse la qualità dei relatori, forse la splendida giornata di sole. Fatto sta che la sala convegni del Museo Peddone, sabato 10 Gennaio, si è riempita come non mai. "Fare Rete" è probabilmente la prima pietra miliare sistemata dall'associazione Sensibilmente e dal suo presidente Veronica Asara. Una pietra miliare importantissima perché segna il primo passo verso una rivoluzione culturale che dovrà necessariamente portare a un nuovo modo di fare scuola e a un nuovo modo di fare integrazione. Il tema centrale del convegno era lo spettro autistico: una definizione sotto alla quale vengono ricondotte diverse sindromi come quella Rett e quella di Asperger. La giornata di sabato, però, non è stata dedicata all'esame clinico dello spettro autistico, ma al come aiutare questi bambini e loro famiglie a migliorare la loro esistenza e la loro integrazione nella società. Secondo alcuni studi statistici recenti, in Italia 1 bambino su 170 ricade nello spettro autistico. Ciò significa che la società deve iniziare a cambiare i suoi paradigmi, le sue convenzioni e i suoi metodi di insegnamento e inclusione per favorire la più ampia integrazione di queste persone nel tessuto sociale. Il seminario "Fare Rete" ha avuto il merito di affrontare questo argomento, mettendo in relazione specialisti e genitori in un unico luogo. Per i bambini autistici non c'è un unico metodo di inserimento: per ogni bambino c'è un metodo differente che va costruito insieme alla famiglia, agli specialisti, agli insegnanti e ai compagni di classe. Solo quando tutti questi soggetti collaborano tra loro il bambino autistico riesce ad abbattare quel muro comunicativo che spesso separa il mondo degli autistici dal mondo dei cosiddetti normodotati. Un muro che viene abbattuto in tanti modi: con i rinforzi alimentari, con i rinforzi sociali, ma soprattutto con l'empatia e la comprensione nei confronti di chi comunica col mondo in una maniera diversa. A tal fine, sono stati veramente utili i due cortometraggi prodotti dall'associazione Diversamente intitolati "Il silenzio di Camillo" e "Luigi il macchinista". Protagonisti di entrambi i film, due bambini autistici: Camillo che non riesce a comunicare e Luigi, appassionato di treni, che vuole coinvolgere i suoi compagni nella sua passione. Il film dedicato a Camillo è stato corredato dall'intervento della dottoressa Paola Pirari, insegnante curricolare di scuola primaria, che ha seguito personalmente Federico (il protagonista de "Il silenzio di Camillo") nel suo percorso scolastico. Il cortometraggio descrive in maniera delicata e ironica l'odissea di una famiglia che si trova alle prese con un bimbo autistico che non parla. Una odissea corredata da insegnanti, nonni, dottori e cartomanti che sentenziano ,senza "se" e senza "ma", che "Camillo è sanissimo", dando un lecca-lecca alla fragola al protagonista. "Speriamo che non ci siano più tutti questi lecca-lecca alla fragola" ha detto alla platea Pierangelo Cappai Contini, presidente dell'associazione cagliriaritana Diversamente Onlus. I lecca-lecca sono infatti il simbolo di una società (nel suo complesso) che è incapace di riconoscere l'autismo e le sue peculiarità. Questa incapacità si trova soprattutto nella scuola, dove pochissimi bambini autistici ricevono ciò di cui hanno bisogno. L'esperienza di Federico e della sua scuola primaria è più unica che rara. "Vera fantascienza" l'ha definita Veronica Asara, mentre la platea ascoltava l'intervento della maestra Paola Pirari. Difatti, Federico - nel momento in cui ha incontrato sulla sua strada la maestra Pirari - ha ricevuto finalmente ciò di cui aveva bisogno. Grazie alla collaborazione tra la Als, la scuola, la maestra, gli educatori e la famiglia, Federico ha fatto progressi enormi riuscendo a comunicare con il mondo esterno. Piccoli passi straordinari che non sarebbero stati possibili senza la rete tra tutti i soggetti coinvolti. Un ruolo fondamentale ce lo hanno avuto i compagni di classe di Federico, i quali sono stati coinvolti nella sua crescita e nel suo percorso scolastico. Una collaborazione straordinaria fatta con delicatezza, amore, gioco, simpatia e voglia di capire il diverso per non averne più paura. Questo poderoso lavoro è stato documentato dalla maestra Pirari con foto e video emotivamente forti e coinvolgenti che, alla fine, hanno dato vita al cortometraggio "Il silenzio di Camillo". Un progetto che dovrebbe essere la norma in ogni scuola, vangelo per gli insegnanti. Federico, ora, è alle medie e tutto questo sostegno l'ha perso perché la scuola italiana, nel suo complesso, non ha ancora recepito a livello globale queste buone pratiche.