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Cronaca

Olbia, emergenza discariche: terzo esposto in Procura

Olbia, emergenza discariche: terzo esposto in Procura
Olbia, emergenza discariche: terzo esposto in Procura
Angela Galiberti

Pubblicato il 13 November 2019 alle 14:43

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Olbia, 13 novembre 2019 - Non arretra di un millimetro il Comitato "Ambiente, Salute, Legalità" che, nella giornata di ieri, ha protocollato il terzo esposto dedicato all'emergenza ambientale provocata dall'abbandono indiscriminato dei rifiuti.

Intanto, il primo particolare: il documento, come si evince dalla nota stampa pervenuta ai giornali, non è stato inviato al Comune di Olbia come negli altri due casi.

Poi, ecco un elenco di punti con il quale il Comitato intende stimolare la Procura di Tempio Pausania, ma anche il Prefetto, il Questore, il Noe, la Regione Sardegna, l'ArpaS, la Provincia di Sassari, il Corpo Forestale, l'Ats Sardegna, nonché i Vigili del Fuoco.

Il comitato, con questo esposto, intende "rimarcare l’urgenza di intervento di caratterizzazione e corretto smaltimento dei rifiuti, che con le piogge potrebbe amplificare il rischio di inquinamento del suolo e delle falde acquifere e in presenza di vento il rischio di incendi".

Non solo: i cittadini chiedono alla Procura di "verificare eventuali bandi pubblici in base ai quali le ditte dovrebbero occuparsi di smaltimento dei rifiuti e relativi requisiti e autorizzazioni di legge per la raccolta e/o gestione dei rifiuti" e di "verificare la legittimità di eventuali incarichi diretti alle ditte che dovessero occuparsi di smaltimento dei rifiuti".

Il Comitato, inoltre, punta anche sul disagio patito dalle cinque famiglie che ancora vivono all'interno della discarica di Sa Corroncedda, la quale è stata sottoposta a sequestro dalla magistratura.

Inoltre, riguardo l'integrazione della comunità rom e le famiglie che ora vivono fuori da Sa Corroncedda, il Comitato segnala "la presenza nel territorio di ben sedici micro campi rom privati e non normati, quasi tutti situati in terreni agricoli e alluvionali nei quali vige l’assoluto divieto di edificabilità".

A giudicare da questi punti enunciati dal Comitati (non manca nemmeno un accenno alla salute), sembrerebbe un esposto ben più corposo e "pesante" rispetto ai primi due.

Il Comitato, comunque, chiude la nota con una promessa: "Il costante interesse del comitato, che cerca risposte concrete e verificabili, non finisce qui".